Morata: "Avevo paura di non svegliarmi più. Ho pensato di fingere un infortunio per non andare all'Europeo"
Alvaro Morata si mette a nudo nel documentario a lui dedicato "Morata: No sabies quié soy" andato in onda su Movistar +. Le sofferenze e la spirale negativa in cui l'attaccante spagnolo è precipitato dopo aver sbagliato un goal in occasione del quarto di finale di Champions tra Atletico Madrid e Borussia Dortmund nel 2024. L'abisso, il pensiero di fingere un infortunio per non andare a Euro 2024, prima della luce e del trionfo nella competizione con la Spagna.
PAURA - "Inizi a sentire tante cose nel tuo corpo e non sai perché o come. Ti fanno male le gambe, il petto si chiude e non riesci a respirare. Avevo paura di addormentarmi e non svegliarmi più, avevo paura di tutto."
FINTO INFORTUNIO - "Non sono riuscito a seguire la palla. Non stavamo perdendo la partita, ma nella tua testa avevi sprecato l'opportunità di raggiungere la finale di Champions League con l'Atletico. Quando la partita è finita, sono rimasto a lungo da solo nello spogliatoio. Volevo solo piangere. Ho avuto molti pensieri orribili e autodistruttivi e mi è passato per la testa di fingere un infortunio, per non dover andare agli Europei".
MOMENTI DIFFICILI - "Ero completamente fot***o. Qualsiasi cosa ti dica è una bugia. Grazie a Dio sembra fatta apposta, ma purtroppo non lo è. Ho gli strumenti e l’esperienza per combattere. So che ha dato fastidio a molte persone. Devo andare avanti e gestire queste emozioni, il che è difficile. Molte persone hanno opinioni su di me, ma non mi conoscono, non sanno chi sono. Voglio che i giovani capiscano che a volte sono stato il mio peggior nemico. È importante parlare con gli specialisti e con le persone che ti circondano. El Cholo (Simeone) e Luis (De la Fuente) mi hanno sempre sostenuto e sono stato molto fortunato ad averli".
SONNIFERO - "Rodrigo, Carvajal, il dottor Celada, i fisioterapisti… tutti. Tutti quelli che mi sono vicini. Sanno che si vede quando qualcosa non va. Rodrigo mi racconta che c’è stato un momento in cui stavamo litigando a metà per una partita a ping-pong. Lui lo spiega e lo condivide. E gliene sono grato. A volte si prende il tempo di mandarmi un messaggio, di controllare come sto, e questo è tutto ciò che mi rimane. Ho dovuto affrontare una situazione davanti a tutti, e poi altre da solo. Quando ho preso un sonnifero mentre Grimaldo giocava alla PlayStation, hanno iniziato a capire cosa mi stava succedendo, che ero sotto farmaci. Ma c’erano due momenti: quando ero con i miei compagni di squadra e quando ero da solo".
LA RINASCITA - Morata fu aiutato dai compagni di Nazionale e dal medico della Nazionale, Oscar Celada. L'attaccante lo chiamò per comunicargli che non avrebbe potuto giocare all'Europeo e Celada organizzò un incontro con Andrés Iniesta, che soffrì di depressione dopo la morte di Dani Jarque nel 2009. La sua analista, Pilar de Castro-Manglano, racconta: "È come se si fosse rotto un legamento, e devi imparare a camminare di nuovo, ad affrontare le difficoltà della vita in modo sano. Imparare a gestire la vita è difficile, ancora di più per le persone d'élite che vivono sotto i riflettori".
IL RIGORE SBAGLIATO CON IL PORTOGALLO - "La vita è così, devi rialzarti. Non è una situazione nuova, so come gestirla. Non resterò a letto. Ho sbagliato di nuovo, come capita a chiunque nella vita. L’allenatore mi ha detto dove tirare. Sono partito e ho cambiato idea. Ho visto che i portoghesi dicevano al portiere di tuffarsi da qualche altra parte, e ho cambiato idea. Ci sono situazioni che non possiamo controllare, e la vita va avanti".