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    Sampdoria, Palombo: 'Futuro? Qualcuno mi deve dire qualcosa; su Zenga e Montella...'

    Sampdoria, Palombo: 'Futuro? Qualcuno mi deve dire qualcosa; su Zenga e Montella...'

    • Lorenzo Montaldo
    Angelo Palombo dice tutto. Dopo una stagione in cui ha collezionato solo 7 presenze con la maglia della Sampdoria (una miseria rispetto alle 451 partite in blucerchiato disputate in carriera) il centrocampista rilascia una lunga intervista con l'intento di chiarire alcuni punti rimasti un po' in ombra.

    E i temi toccati, ai microfoni de Il Secolo XIX, sono davvero tanti. Dallo scarso utilizzo ai piani per il futuro, fino alle voci sulla presunta 'scarsa professionalità': "Mai avevo giocato così poco, ma c'è sempre una prima volta. E anche questa nuova esperienza mi ha fatto crescere. Mi ha insegnato a distinguere le persone vere dalle finte - attacca il centrocampista - A non dare più confidenza a chiunque, ma solo a chi se la merita. Come l'ho vissuta? Male. Per la squadra è stata una stagione fallimentare. E stando fuori soffrivo ancora di più. Ero nervoso, arrabbiato. Non sono uno che si accontenta dello stipendio e non sono capace di fare finta di niente. A parte qualche piccolo acciacco, dovuto principalmente allo scarso impiego, sono sempre stato bene". 

    Palombo si sofferma anche sul rapporto avuto con i due mister stagionali, Zenga e Montella: "Se uno pensa solo al tempo di utilizzo, non può dire cose belle. Però io ragiono diversamente, valuto altri parametri. Vado oltre il 'mister che mi fa giocare è bravo, quello che no è str...o'. Già dal ritiro estivo con Zenga avevo fiutato che non sarei stato una prima scelta. Ma ho avuto un rapporto più che civile con entrambi. Certo, soffrivo. Ma di base non sono il tipo che fa casino, e a maggior ragione in una situazione di mancanza di risultati. Ho cercato di stare il più calmo possibile, e ci sono riuscito. Sono maturato, in altri tempi avrei sclerato. Zenga parlava di più, Montella di meno, ma ognuno ha il suo carattere. Quello che chiedo, nella professione e nella vita, è il rispetto al di là del ruolo e delle presenze. Penso che avrei potuto dare una mano più grande, questo sì. Perchè sto bene fisicamente e mentalmente. A 35 anni sento ancora le farfalle nello stomaco e penso di poter ancora essere un valore aggiunto. Però mi deve essere data la possibilità di dimostrarlo. Io credo di avere sempre rispettato la Sampdoria. E so chi mi ha rispettato".

    Un discorso che non si può applicare ai compagni di squadra: "Uno spettacolo. Devo ringraziare tutti, dai più giovani ai più esperti, come De Silvestri, Viviano, Cassano, anche Coda fino a quando è rimasto. Hanno cercato di aiutarmi in tutti i modi, di farmi sentire parte del gruppo pur giocando 'zero'. Sono stati fondamentali per la mia serenità mentale. E non lo dimentico".

    Le voci su una presunta scarsa professionalità hanno scottato non poco il numero 17 blucerchiato: "Ho sempre accettato le critiche sul gioco. Ma le invenzioni no. E quest'hanno ho avuto la sensazione che da parte di un po' di gente ci fosse della prevenzione nei miei confronti. Parlo di una minoranza, perchè la tifoseria va solo ringraziata per averci sempre sostenuto in questa annata di delusioni. Si è creduto più a certe malignità che alla mia sampdorianità. E poi tutte voci, senza riscontro. Senza prove. Che hanno incattivito l'ambiente. Noi calciatori sappiamo di essere dei privilegiati, ma questo non può diventare una colpa. E sappiamo anche di dover sputare sangue per questa maglia. Mal di schiena sospetto? Certo, ho fatto finta... chiedete al dottore delle infiltrazioni cortisoniche. Ho la coscienza a posto. Ho sempre amato, onorato e rispettato questa maglia. Per il resto, so che non posso piacere a tutti e per carattere non faccio niente per piacere a tutti. Osti mi è sempre stato molto vicino. Abbastanza anche Ferrero e Romei".

    Per il futuro, ciò che chiede Palombo è la chiarezza: "Un altro anno così? Beh, no. Qualcosa ho sbagliato anche io, magari qualche atteggiamento, reagire di più talvolta anzichè abbattermi. Ma non ho mai fatto polemica, lo giuro sulla mia famiglia. Mi piacerebbe fare una grande stagione, ma mi deve essere concessa la possibilità di giocarmi il posto. Se mi diranno che non rientro nei piani ne parleremo, ma qualcuno mi deve dire qualcosa. Le cose dette in faccia sono le migliori. Non voglio essere e non sarò mai un peso per nessuno. Tanto meno per la Samp. So anche di non avere più dieci anni di carriera davanti a me, ma un paio. Per questo ho ancora più bava alla bocca, per questo mi sento un leone in gabbia. Ho voluto puntualizzare un paio di cose per ricordare che esisto. Indipendentemente dal numero di partite che gioco. Una, 10 o 20. Non sono stato fuori perchè mi ubriacavo o perchè ho picchiato Montella -conclude Palombo-. C'ero, ci sono e ci sarò".
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