Gabriele Stragapede

Nuovo appuntamento con&nbsp;"Sogno e Incubo", la rubrica di Calciomercato.com in cui ripercorriamo le stagioni rimaste impresse negli archivi di questo sport sia in positivo che in negativo. Faremo un viaggio a ritroso nella memoria per celebrare squadre leggendarie che sono riuscite a compiere imprese impareggiabili e altre che invece si sono ritrovate dal lato sbagliato della storia.
E se vi dicessimo che una piccola frazione italiana – di soli 4.500 abitanti circa – ha sfiorato l’impresa di disputare la fase a gironi della più grande e importante competizione per club al mondo, la Champions League?&nbsp;La storia che vi raccontiamo oggi è di quelle che sono rimaste impresse nella memoria, uno di quei racconti un po’ amarcord, uno di quei viaggi straordinari diventate imprese epiche con il passare degli anni. Ed è così che ricordiamo il ChievoVerona di Giuseppe Pillon, arrivato 4° nel famoso campionato 2005/06 di Serie A e qualificatosi per degli storici preliminari di Champions League.
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Sogno e Incubo, il Chievo di Pillon: come una frazione di 4500 abitanti arrivò in Champions League

Ma prima di addentrarci nel vivo di questo racconto, è importante fare un breve passo indietro per capire il contesto nel quale ci stiamo muovendo. Sono passate tre annate dallo storico 5° posto – che valse l’accesso all’allora Coppa UEFA – conquistato da Luigi Delneri. L’allenatore dei record clivensi era stato sostituito da Mario Beretta alla guida dei gialloblù, tecnico sedutosi sulla panchina del Chievo con l’obiettivo dichiarato di continuare l’ottima tradizione ‘Delneriana’. Sarà una stagione difficile quella 2004-05, con i veronesi sempre in lotta per la salvezza lungo il corso di tutto il campionato: a tre giornate dal termine, il presidente Campedelli esonera Beretta e concede la guida del club al suo vice allenatore Maurizio D’Angelo. I 7 punti raccolti nelle ultime tre giornate contro Siena, Bologna (scontro diretto) e Roma permettono al Chievo di raggiungere il traguardo e mantenere la categoria per la quarta volta consecutiva.

DALLA SALVEZZA ALLA STORIA

E così, il Chievo comincia a preparare la stagione successiva: 2005/06, nota ai più per passare alla storia come la seconda annata di Calciopoli, scandalo che sconvolse il mondo del calcio italiano. Ma torniamo nella piccola frazione di Verona. Campedelli, con D’Angelo che torna al suo ruolo di vice, chiama Giuseppe Pillon sulla panchina clivense. Bepi, reduce da una storica promozione in Serie A col il Treviso, imposta la sua squadra con un classico 4-4-2: Fontana tra i pali; Moro o Malagò a destra, Lanna a sinistra; D’Anna, Mantovani o Mandelli come coppia centrale; Semioli esterno di fascia destra, con Franceschini e Luciano a giocarsi le loro carte sulla fascia opposta; in mediana spazio a Brighi e Sammarco, con Giunti prima opzione dalla panchina. Davanti? Sergio Pellissier e Amauri coppia del goal da 27 centri in stagione, con Tiribocchi, Obinna e Cossato pronti a subentrare.

ARRIVA PILLON: I PROTAGONISTI DELLA STORIA

Con i presupposti di riprendere dai primi tre anni nel massimo campionato e allontanare gli spettri della retrocessione dell’annata precedente, Pillon costruisce mattoncino dopo mattoncino un’impresa che sarebbe entrata nella storia del calcio italiano. La stagione 2005/06 parte con 6 punti nelle prime quattro giornate, frutto di due successi con Reggina e Parma e due ko per 1-0 arrivati contro Inter e Juventus. Ma quella sconfitta del 21 settembre sarà l’ultima per quasi tre mesi: 10 risultati utili consecutivi, compreso uno straordinario successo casalingo al Bentegodi ai danni del Milan, firmato da Pellissier e Tiribocchi. È una striscia importante per il Chievo che si mantiene a contatto della zona europea, ottenendo i medesimi punti di Lazio e Roma nel girone di andata. Le 19 gare di ritorno vedono un piccolo rallentamento da parte dei gialloblù, con i soli 3 punti in 4 partite registrati fra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, ma lo straordinario pareggio per 4-4 in casa contro la Roma e il pari a reti bianche al Via del Mare con un Lecce retrocesso sanciscono l’ufficiale accesso alla Coppa UEFA grazie a un sicuro 7° posto. Ma il Chievo ancora non sapeva ciò che sarebbe successo da lì a breve...

LA STAGIONE 05/06

2 maggio 2006: la FIGC comincia a indagare su episodi di presunta corruzione nel mondo calcistico e arbitrale. 4 maggio 2006: vengono pubblicate le prime intercettazioni telefoniche. È l’inizio di Calciopoli, il più grande scandalo calcistico del nuovo millennio. Non staremo qui a entrare nel merito dell’inchiesta, ma ne trarremo semplicemente le conclusioni: le indagini sull’inchiesta da parte della giustizia sportiva portarono a una serie di cambiamenti importanti sulla classifica di Serie A di quell’anno. CAF e Corte Federale, constatati gli illeciti sportivi, sancirono delle pesante penalizzazioni: alla Juventus vennero sottratti i due Scudetti conquistati e venne retrocessa d’ufficio in Serie B, mentre al Milan, alla Fiorentina e alla Lazio vennero inflitti 30 punti di penalizzazione da scontare nella stagione 2005/06 e 8, 15 e 3 – rispettivamente – in quella successiva. Conseguenze? Messina salvo, Lazio che non retrocedette per soli 3 punti, Fiorentina fuori dall’Europa, Milan ai preliminari di Champions e Inter campione d’Italia. E il Chievo? I gialloblù videro tre squadre che terminarono la stagione davanti a loro scivolare pesantemente in classifica. 7-3? 4, è semplice. E così, a seguito delle decisioni post Calciopoli, il Chievo concluse l’annata in quarta posizione, centrando una storica qualificazione in Champions League.

CALCIOPOLI

Fu un’esperienza breve, ma di assoluto prestigio per i clivensi. Per i veronesi si trattò della seconda apparizione in&nbsp;Europa, dopo l'esperienza in&nbsp;Coppa UEFA&nbsp;di 4 anni prima. Il Chievo pescò i bulgari del&nbsp;Levski Sofia al terzo turno preliminare di Champions, ma gli scaligeri persero 2-0 all'andata, mentre al ritorno pareggiarono invece 2-2, venendo eliminati e ripescati in Coppa Uefa.&nbsp;In quest'ultima competizione, i gialloblu furono sconfitti dai portoghesi dello&nbsp;Sporting Braga: battuti con due goal di scarto in trasferta, al Bentegodi di Verona recuperarono lo svantaggio, ma una rete subita durante i tempi supplementari pose fine ai sogni europei.

In campionato, non andò meglio: il solo punto conquistato nelle prime sei giornate di Serie A costò la panchina a Pillon. Campedelli richiamò così il fidato uomo della storia, Luigi Delneri che ottenne il primo successo in campionato soltanto il 25 novembre, grazie a una doppietta di Obinna contro l’Udinese. Rimasto in lotta per la salvezza, il traguardo insperato sembrò raggiungibile per merito dei 7 punti trovati da maggio contro Parma, Reggina e Ascoli, ma la sconfitta all’ultima giornata nello scontro diretto con il Catania sancì la retrocessione del Chievo dopo sei anni in massima serie. I gialloblù risalirono immediatamente in A, stettero all’apice del calcio italiano per 11 stagioni di fila, prima di una nuova caduta in B, del fallimento e della ripartenza firmata Clivense e presa in carico dello storico titolo sportivo con l’attuale presidente onorario Sergio Pellissier. In attesa di rivedere quei 4.500 abitanti della frazione veronese di nuovo nel palcoscenico più grande.

IL RISULTATO IN CHAMPIONS E L’EPILOGO CON LA RETROCESSIONE

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