Calciomercato.com

  • Bologna, Fenucci a 360°: 'Vorrei finire la carriera qui. Su arbitri e fatturato...'
Bologna, Fenucci a 360°: 'Vorrei finire la carriera qui. Su arbitri e fatturato...'

Bologna, Fenucci a 360°: 'Vorrei finire la carriera qui. Su arbitri e fatturato...'

L'amministratore delegato del Bologna Claudio Fenucci ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano La Repubblica. "Contro la Roma mi piacerebbe vedere una buona prestazione della squadra, pur in difficoltà: fin qui le abbiamo fatte sempre buone e ciò mi conforta in vista dell'obiettivo finale - afferma il dirigente -. Il mercato di gennaio? Dopo il prossimo ciclo di partite capiremo il valore reale della rosa, dell'attacco e della difesa. Rispetteremo però il budget senza derogare agli impegni presi con Saputo, dimostrando che nel calcio si può progettare senza cedere alle tensioni di ogni domenica. In questi due anni di errori importanti non ne abbiamo fatti. Forse ci siamo fatti prendere dalla sindrome di inadeguatezza alla categoria che colpisce le neopromosse, spendendo sul mercato più del necessario. Ma abbiamo preso giovani che daranno ritorni economici e tecnici".
 
"Gli arbitri? Possono sbagliare, ma in un contesto trasparente - spiega Fenucci -. Chiedere rispetto ad alta voce è fuori luogo, anche se ci accorgiamo che qualche valutazione è sbagliata soprattutto tra episodi simili nella stessa partita. Ma abbiamo linee di comunicazione ben precise. L'esempio deve partire da un club che si propone come riformatore di questo sistema. Siamo sostenitori di tutte le innovazioni tecnologiche e della moviola in campo, la Var: quando andrà a regime alcuni errori non si ripeteranno. Come il rigore dell'Olimpico per la Lazio al 97' contro di noi. È ovvio che club con una forza mediatica diversa abbiano un impatto superiore, come la Juve che non c'è nemmeno bisogno che protesti, anche se lo fa lo stesso. Questo incosciamente influenza alcuni arbitri, non tutti, in una decisione da prendere in mezzo secondo. Noi siamo rispettosi delle regole. Le società dovrebbero evitare commenti ed essere sanzionate più severamente in caso contrario. E gli organi competenti intervenire se c'è qualcosa che non va e non perché un presidente sbraita. Altrimenti non si fa crescere la cultura sportiva e si offono alibi ai giocatori, sebbene non sia il nostro caso, nel preparare le partite".

"I 32,6 milioni di perdite? I risultati economici sono in linea con quanto preventivato - prosegue il dirigente del club emiliano -. I numeri, per quanto correttamente riportati, vanno interpretati. Saputo ha fatto un investimento in tre direzioni: ridurre in parte il debito iniziale, specie tributario; finanziare il ritorno in A con 28 milioni e fare nel primo anno di A un significativo investimento sugli acquisti (circa 50 milioni) che ha e avrà ripercussioni sugli esercizi successivi con gli ammortamenti. Poi c'è il disavanzo di gestione annuale, lo squilibrio tra entrate e uscite è ora di circa 10 milioni. Saremo in perdita anche nel prossimo anno, poi dal '18-19 andremo in pari, e lì studieremo nuove strategie, con le plusvalenze, riducendo gradualmente i costi e aumentando i ricavi, anche dai diritti tv. Già in questa gestione metteremo a bilancio la cessione di Diawara e un 10% in più di introiti commerciali. Dovremo essere più virtuosi nell'acquisizione dei giocatori, riducendo inoltre i salari: l'80% del nostro fatturato va in stipendi, contro il 70% della media italiana e addirittura il 50% di quella tedesca. Saputo comunque non è preoccupato, conosce il settore e casomai è preoccupato in generale sulla capacità del sistema italiano di riorganizzarsi profondamente, ma ci stiamo lavorando. Siamo ancora lontani, oggi, da un modello di sviluppo necessario. Ma Saputo non ha perso entusiasmo, non è deluso. Il mio obiettivo è portare il Bologna a un fatturato che lo ponga al riparo da qualsiasi rischio. La Fiorentina, con 90 milioni, non retrocede neanche nell'anno peggiore. La differenza invece tra i nostri 54 milioni e i 44 del Chievo non dà le stesse garanzie tecniche".

"Così come è ora il sistema calcio non è scalabile - chiosa infine Fenucci -. Senza dimenticare che, al di là dei numeri, c'è da gestire un patrimonio emotivo e serve alla guida delle istituzioni calcistiche qualcuno che sappia anche risvegliare la passione dei tifosi. Come gli attuali leader non sanno fare. Io presidente della Lega Calcio? Il mio desiderio è finire la mia carriera nel Bologna, Saputo permettendo. Non ho nessuna intenzione di fare carriera istituzionale. Sarebbe meglio se in Lega si ragionasse di più su che poteri dare a chi la dirige e non su chi deve essere eletto. Il restyling dello stadio Dall'Ara? Stiamo verificando la fattibilità con i proprietari delle aree compensative indicate dal Comune e i potenziali compratori finali. Quello dei nuovi stadi è un tema rilevante per tutto il calcio italiano, non solo per il Bologna. Le aree compensative dove creare reddito che consenta di sostenere l'investimento sono previste per qualsiasi nuovo stadio si voglia costruire in Italia, dove qualsiasi ristrutturazione avviene senza soldi pubblici, a differenza della Germania dove solo due stadi sono stati interamente finanziati dai privati. Ma è giusto che da noi le risorse pubbliche vengano destinate a più urgenti interventi sociali. Sarei contento di inaugurare il nuovo stadio durante la stagione 2019-20".

Altre Notizie