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    Inter, il 3-3 è impresa storica con qualche rimpianto. Barcellona più forte, ma a San Siro sognare è possibile

    Inter, il 3-3 è impresa storica con qualche rimpianto. Barcellona più forte, ma a San Siro sognare è possibile

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Non è stata leggendaria, per l’Inter. Ma storica sì. Perché uscire con il 3-3 da Barcellona rappresenta un’impresa che pure - per paradosso e per il doppio vantaggio iniziale - contiene qualche rimpianto. I nerazzurri di Inzaghi hanno giocato con cuore, orgoglio, attenzione e generosità. Sempre a testa alta anche quando c’era da abbassarla, la testa, per rincorrere i giocolieri del Barça, con il piccolo fenomeno Lamine Yamal che impaurisce ogni volta che accarezza il pallone.

    Inzaghi è stato bravo a chiedere e ottenere il massimo dai suoi. Non è il caso di scandalizzarsi per possesso palla e atteggiamento che è sembrato (per i fanatici teorici) fin troppo remissivo. In realtà l’Inter ha fatto il massimo, e nemmeno sarebbe giusto criticare la fragilità con cui i nerazzurri si sono fatti raggiungere nel primo tempo e anche nella ripresa, quando fra il terzo vantaggio interista e il definitivo pareggio catalano sono passati pochi secondi. C’è stata poi anche la sfortuna del goal annullato per fuorigioco di un’unghia a Mkhitaryan: un centimetro che ti cambia la vita e, chissà, la qualificazione...



    Si può anche discutere sul destino dell’infortunio di Lautaro, che inevitabilmente lo mette in dubbio per il ritorno, quando l’Inter avrà assoluta necessità della sua presenza in campo. Ma va detto che anche il Barça giocava senza Lewandowski, pure lui a caccia di recupero per martedì a San Siro.

    Pagelle belle per quasi tutti, soprattutto il sontuoso Dumfries, l’eterno Mkhitaryan e l’atletico Thuram. L’olandese e il francese dovranno adesso recuperare per avere 90 minuti nelle gambe e nel cuore al ritorno. In rassegna, ecco i giudizi sui singoli. Sommer dà sempre - assolutamente sempre - l’impressione di sicurezza; è poi sfortunato nella carambola del 3-3. Bisseck invece ha una sbavatura sul goal del 2-2, dove anche Acerbi viene infilato da Ferran Torres, mentre Bastoni gioca bene ma ogni tanto resta a guardare, perfino ammirato, il fenomeno Yamal, tipo sulla rete del 2-1. Lì in zona soprattutto Dimarco vive 55 minuti di mal di testa, prima di arrendersi per esaurimento fisico lasciando il posto a Carlo Augusto che entra e gioca bene, anzi meglio.

    Sulla corsia destra Dumfries illumina la sua serata con la splendida rovesciata dello 0-2 più l’enorme testata del 2-3, ma brilla anche per il sontuoso tuttofare complessivo. Del trio centrale, Barella a causa del pressing di contenimento deve sgonfiare le ripartenze, esattamente come Calhanoglu che fa coppia di esperienza (e di falli tattici) con il maestro Mkhitaryan. Quando il turco esce, per la solita precauzione dell’ammonizione, Frattesi continua a soffrire allo stesso modo il frenetico palleggio dei catalani. In avanti Lautaro si vede poco per un tempo e per niente nella ripresa quando, infortunato, lascia il campo a Taremi che stavolta non sfigura. Così in avanti fa di tutto Thuram, che ha l’immenso merito di stappare la partita dopo pochi secondi con un raffinatissimo colpo di tacco.

    Fra sei giorni a San Siro ci sarà da soffrire, ma anche da sognare e perfino da godere. Il Barcellona dà l’impressione di essere più forte, ma niente sarà impossibile e ben poco prevedibile.

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    burbon
    burbon

    IMPRESA STORICA? Vabbè dai lo sanno tutti che sei un tifoso cartonato

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