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  • Juve-Napoli, una partita folle decisa dagli errori: De Ligt fa male, Koulibaly peggio

    Juve-Napoli, una partita folle decisa dagli errori: De Ligt fa male, Koulibaly peggio

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Non è stata una partita, ma una follia. Tre a zero per la Juve al 61': troppo più forte, si pensava e si vedeva. Tre a tre all’80': impresa del Napoli. Autorete al 91' di Koulibaly, l'uomo che due stagioni fa, in questo stadio, segnò un gran gol nella porta giusta. E’ finita 4-3 per la Juventus. Ancelotti si metterà le mani nei capelli, ma nemmeno Sarri può essere completamente soddisfatto. Del risultato sì, del gioco per un’ora anche, ma il crollo della Juve con tre gol presi in 20 minuti, prima dell’autorete clamorosa di Koulibaly, lascia molte perplessità. Certo, ne lascia altrettante (anzi, di più) il Napoli che per un’ora ha sofferto troppo il gioco, la pressione e la sicurezza dei campioni d’Italia. In due partite, la squadra di Ancelotti ha incassato 7 gol (e a Torino ha rischiato anche per due traverse colpite da Khedira e Douglas Costa), che qualcosa vada rivisto è fin troppo evidente.

    AVVIO LENTO - E dire che avevano cominciato piano Juve e Napoli, forse per rispetto reciproco, più probabilmente per il caldo, l’afa e l’umidità. In ogni caso, dopo un quarto d’ora, la Juve aveva un possesso palla pari al 67 per cento: quando Sarri era sulla panchina del Napoli e Allegri su quella della Juve accadeva il contrario. Ha iniziato bene Ronaldo, con un tiro respinto da Meret e un cross su cui Higuain era impreparato, ma la prima vera occasione da gol è stata del Napoli, con un tiro dal limite di Allan su cui Szczesny ha fatto una prodezza. Era il 15' esatto. Ma quando le partite devono girare, girano. E per la Juve è girata dalla parte giusta con un...infortunio. Si è fatto male De Sciglio, è entrato Danilo. Dal calcio d’angolo la palla è sbucata ancora al limite e il sinistro di Insigne è schioccato forte e preciso, trovando però sulla sua pericolosa traiettoria la testa di Bonucci, abbattuto da quel siluro. La fortunosa e dolorosa respinta del difensore della Juve si è trasformata in un contropiede micidiale: Danilo, Douglas Costa, Danilo, tocco e gol. Questione di secondi: 26, quelli impiegati dall’ex Manchester City per segnare la sua prima rete juventina, 9 quelli che sono serviti ai bianconeri per il contropiede vincente. Al di là dei meriti evidenti di Douglas Costa e Danilo, va sottolineata la dabbenaggine della difesa del Napoli, rimasta scoperta (uno contro tre) di fronte a una batteria di velocisti di quel genere. Un gol così nessuna squadra può prenderlo, tanto meno quella che gioca a Torino contro i campioni d’Italia.

    IL COLPO DEL PIPITA - Quattro minuti e il Napoli è precipitato. Gonzalo Higuain ha segnato il suo solito gol (il terzo in Serie A) da ex con la complicità di Koulibaly che in area di rigore lo ha marcato come se avesse di fronte un ragazzino degli Allievi, a...debita distanza: il Pipita si è girato e ha piazzato la palla nel sette. Un suo gol nella Juve mancava da 490 giorni.

    LA PERSONALITA’ - Un anno fa il Napoli andò in vantaggio a Torino e dopo il gol di Mertens al 10' giocava chiedendosi come fosse possibile. Non credeva in se stesso e perse 1-3. La differenza di personalità della stagione scorsa è rimasta inalterata quest’anno. Preso il raddoppio di Higuain, il Napoli è crollato e la Juve, per due volte sempre con Khedira, è andata a un passo dal 3-0, evitato prima da Meret con una prodezza e poi dalla traversa.

    SENZA TRE AZZURRI - La Juve stava giocando bene, padrona del campo, sicura in mezzo col vecchio centrocampo (Khedira, Pjanic, Matuidi), potente in attacco con Ronaldo e Higuain, imprendibile con Douglas Costa. Rispetto a Parma, era un’altra squadra. Tecnica, fantasiosa, brillantissima, nessuno sotto il 6,5. Di contro al Napoli mancava il contributo di classe di Fabian Ruiz (perso sulla trequarti), di forza di Allan, di sicurezza di Koulibaly (come a Firenze, anche stavolta colpevole sul gol e, come vedremo, con la terrificante autorete) e di Mertens (zero conclusioni nel primo tempo). Nei momenti di maggiore sofferenza, sarebbe stato utile l’arretramento di Fabian Ruiz sulla linea del centrocampo, ma il Napoli stava perdendo contatto con la partita per un debito di personalità.

    CON LOZANO - Ancelotti ha cambiato subito (e bene) nell’intervallo, togliendo Insigne e Ghoulam per far entrare Mario Rui e Lozano, al debutto in Serie A: sarà il primo messicano a segnare un gol nel nostro campionato. La prima risposta (nion altrettanto felice) di Sarri-Martusciello è arrivata dopo un’ora con Emre Can al posto di Khedira, uno di quelli che dall’esubero sono passati al posto da titolare.

    E POI CR7 - Il possesso palla è passato al Napoli, ma inutilmente. Al primo serio attacco, la Juve ha chiuso il conto (o almeno così sembrava in quel momento) con l’uomo dei sogni, Cristiano Ronaldo. Nell’azione è stato decisivo, tanto per cambiare, Douglas Costa: suo l’assist per il sinistro un po’ strozzato ma esatto di CR7. E anche in questo caso, la marcatura di Koulibaly era sbagliata: larga, blanda, molle. Dopo la rete, Cristiano, mentre esultava, ha fatto un cenno ai tifosi: aspettate il Var. Era in riferimento al gol annullato per un fuorigioco di...spalla a Parma.

    LA RIMONTONA - La Juve ha rischiato di non vincerla quando è diventata troppo sicura di averla già vinta. Tre a zero, fine della corsa, fine anche delle energie probabilmente. Il Napoli ha accorciato con un colpo di testa di Manolas su punizione di Mario Rui: male Bonucci nella marcatura. E’ stato il gol che ha restituito forza ed entusiasmo alla squadra di Ancelotti. Il 2-3 è arrivato con Lozano su assist di Zielinski: male De Ligt, stavolta. Il 3-3 con un tocco di coscia di Di Lorenzo su punizione di Callejon: male di nuovo De Ligt. La Juventus boccheggiava, ma anche il Napoli stava esaurendo le forze. Siamo arrivati nel recupero, punizione di Pjanic, Koulibaly non era pressato, ha messo il sinistro sulla palla e l’ha scaraventata sotto la traversa, nella sua porta. Orsato ha poi fischiato la fine della follia.

       

       

       

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