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  • Juvemania: Allegri, occasione sprecata. Malagò non faccia lo stesso con Lotito

    Juvemania: Allegri, occasione sprecata. Malagò non faccia lo stesso con Lotito

    No, presidente Giovanni Malagò: le parole espresse da Claudio Lotito al dirigente dell'Ischia Iodice (e dallo stesso Lotito rivendicate anche con il presidente della Serie B, Andrea Abodi) non sono “ incaute“. Sono vergognose. Quelle parole “non rischiano di gettare discredito sul mondo del calcio, anche in funzione delle cariche istituzionali da lui (Lotito n.d.r) ricoperte “. Il discredito è tangibile. Toccherà agli inquirenti stabilire se quella telefonata (registrata) sia stata più o meno lecita. Nondimeno quella telefonata ha scoperchiato un vaso di Pandora i cui contenuti, erano da tempo, intuibili . Quel dirigente (che con il consueto  garbo, Lotito ha definito “uno che porta sfiga“), forse non ha agito secondo i crismi della legge: ma ha dimostrato coraggio. Coraggio nel denunciare.
      
    Tocca a lei, viceversa, signor presidente, commissariare la Federazione e attivare ogni sforzo affinché sorte simile tocchi anche alla Lega. Una Lega il cui presidente (Lotito dixit) “conta zero“. Un  presidente (Maurizio Beretta) remunerato ma privo di potere. Una Lega che con sulfurea definizione, un suo membro (Maurizio Zamparini, presidente del Palermo) indicò come “un gruppo di 20 deficienti di cui Beretta è il degno capo: ignorante (nel senso nobile del termine n.d.r). inefficiente, immobile“. Tocca a lei signor presidente fare quanto avrebbe dovuto Gianni Petrucci alle prese con il manzoniano Abete: l'uomo passato alla storia per aver deciso “di non decidere“.

    Tocca a lei evitare il ruolo di foglia di fico. Graziano Delrio , ministro per le Autonomie con delega allo Sport, ha detto che “il calcio italiano deve cambiare“. E', senza mezzi termini, un invito (almeno, così io lo interpreto)  a lei, signor presidente, affinché agisca. Il governo non ha possibilità di interferire ( Prodi nel 2006, nominando Guido Rossi, comunque lo fece) ma pare trasparente l'indicazione che le sta arrivando da Matteo Renzi: agisca, il governo non la lascerà solo. Un invito a riformare una delle federazioni del Coni. Quella calcistica. Quella ormai ammorbata da insopportabili miasmi.

    Devo proprio ricordarglieli? 

    Devo rammentarle che il neo presidente Giancarlo Tavecchio è un uomo che nella vita civile ha accumulato tre condanne definitive? Che per le sue (queste sì, incaute) frasi razziste, ha accumulato sei mesi di inibizione dall'Uefa e altrettanti dalla Fifa? Che lo stesso Tavecchio tra erba sintetica dei campi e copie di libri (60.000 per due volumi da lui scritti e acquistati dalla Federazione anche con denaro pubblico) si è posto in conflitto d'interesse ? Che lo stesso presidente federale acquistando per 20 milioni un palazzo che il venditore aveva appena acquisito per 11 milioni ha effettuato una discutibile, opaca, operazione? Devo rammentarle che il Ct della Nazionale, Antonio Conte alla vigilia dell'Europeo dovrà spiegare davanti al tribunale di Cremona i suoi comportamenti quando era allenatore del Bari e del Siena, relativamente all'accusa ipotizzata di frode sportiva? Che il suo vice Lele Oriali fu condannato per la vicenda del passaporto falso di Alvaro Recoba? Qui non si tratta di giustizialismo. Si tratta di trasparenza e di correttezza. Claudio Lotito è stato (con comportamenti da commedia dell'Arte) il grande elettore di Tavecchio. Oggi le sue cariche istituzionali,(in Lega, in Federazione, nella Nazionale) appaiono incompatibili con il pensiero di un uomo che – apertis verbis – vede come una jattura per le finanze del movimento, l'eventuale primato sportivo (ottenuto sul campo) di una piccola società. Società con i bilanci in ordine, gli stipendi regolarmente pagati ma con scarso pubblico e scarso appeal mediatico.

    Tocca a lei signor presidente Malagò: perché lo scandalo del Parma (cinque proprietari diversi in pochi mesi) non è solo lo scandalo di una gloriosa società e di una città operosa. E' lo scandalo del sistema.

    E lei era allo stadio quando incredibilmente dopo l'assassinio di un tifoso partenopeo, si trattò con un capo ultras, uno chiamato “Jenny la carogna“ per far iniziare una finale di Coppa Italia senza incidenti. Lei conosce la devastata situazione del calcio italiano: dal punto di vista finanziario e societario. Dal punto di vista debitorio. Dal punto di vista dell'ordine pubblico. Le sue illegalità, le sue collusioni con la politica, le sue derive malavitose. Agisca: se non  ora, quando? Vuole anche lei essere associato a Manzoni?  

    Tocca a lei perché i tempi di “riflessione“ del procuratore federale Stefano Palazzi sono biblici. Lo sono sempre stati. Lo furono per la relazione che accusava l'Inter (di illecito sportivo) presentata in regime di ormai avvenuta prescrizione. Lo furono per un pc (quello di Tavaroli), mai acceso e dimenticato per oltre un anno. Lo sono stati per l'archiviazione delle frasi razziste di Tavecchio. Lo sono stati, più recentemente. Con il diniego consegnato a Marotta di poter adire alla giustizia ordinaria per le frasi (odiosamente offensive) del solito Lotito.

    Quindi si muova lei, signor presidente: ne ha facoltà. E a ben vedere dovrebbe sentirne l'obbligo. Lotito (al pari di Tavecchio e di Macalli) non si dimetterà mai. Il potere (in regime di pluriennale rateizzazione, val la pena di rammentarlo) gli piace troppo.   

    Tocca a lei, signor presidente Malagò:  tocca a lei commissariare la Federazione. Una occasione irripetibile per ripulire e riformare, una buona volta, il calcio italiano. 

    Tocca a lei signor presidente: eviti che questa vicenda che prende a cazzotti l'etica, la parità di diritti, il senso più profondo dello sport del cui comitato (in Italia) lei è il garante, passi come troppe volte in passato è successo, in cavalleria. Eviti l'insabbiamento. Eviti che finisca a tarallucci e vino . Eviti l'ennesima deriva manzoniana all'insegna del “lenire“ e del “sopire “. Eviti che (riflettendo) si archivi .  

    Un calcio italiano in crisi - secondo il pensiero di James Pallotta, proprietario della Roma - anche “per colpa di un certo individuo “. La cui identità è nota: uno al quale piace esercitare, sorretto da potenti alleati - Adriano Galliani in primis - il potere. Un potere protervo e indiscriminato. Nel segno di Publio Virgilio Marone: “Lupus ovium non curat numerum“. Evito di tradurre: il latinista Lotito, presumo, se ne avrebbe a male. 

    JUVE, OCCASIONE BUTTATA - Ci risiamo. La Juventus che pareggia a Cesena (bella gara della formazione di Di Carlo) butta alle ortiche l'ennesima occasione per  aumentare il vantaggio in classifica distanziando una Roma soporifera contro il Parma. Brutta Juventus. Soprattutto Juventus presuntuosa. Nessuno invochi l'alibi dell'erba sintetica. Il campo e l'agonismo degli avversari non giustificano una prova deludente, molle, confusionaria. Unica nota positiva:  la vena di Morata in zona gol. I timori di Allegri alla vigilia erano giustificati: c'è una incapacità da parte dei Campioni d'Italia di “entrare” nella gara contro formazioni dal  tasso tecnico inferiore. Il Cesena è penultimo in classifica. Francamente non ci sono giustificazioni. L'inguardabile rigore di Vidal è stato la ciliegina su una torta rancida. Qualche responsabilità ce l'ha anche Allegri: scelte di formazione a parte. Nello spogliatoio, durante l'intervallo, avrebbe dovuto urlare. Avrebbe dovuto ribaltare i suoi giocatori: gente che perdeva regolarmente ogni contrasto individuale. Lo score del resto è impietoso: 70 a 50 a favore del Cesena. Non è certamente questo il modo per preparare una gara delicata come quella contro il Dortmund. L'ho scritto e lo ripeto: tu puoi essere anche il dio della pelota in terra. Ma se l'avversario arriva prima sulla sfera, diventi un giocatore qualsiasi. Brutta gara. La consolazione di una classifica (dove il vantaggio è rimasto inalterato ) è magra. Servirà resettare rapidamente testa e muscoli. E qualche artigiano dovrà convincersi: non basta indossare la maglia della Juventus per diventare un fenomeno. Non addosserei soverchie colpe a Vidal per l'errore dal dischetto. Ha fatto uno sgorbio, ma capita di calciare male un rigore. I problemi di Vidal sono altri. Da mesi è l'ombra del giocatore che per tre stagioni consecutive ha fatto impazzire i tifosi. Non si capisce cosa abbia, cosa lo tormenti, per quale motivo non riesca più ad esprimersi sui livelli conosciuti. La verità la conosce Allegri. Tocca a lui trovare la soluzione del problema. Che esiste ed è visibile. L'analisi su Vidal non deve tuttavia essere fuorviante. Tutta la Juventus ha giocato male: difesa , centrocampo, attacco. Anche se a questo punto l'astinenza di Llorente diventa un caso: ineludibile. Il gol di Morata è la nota rotonda di un primo violino di talento. Il gol di Marchisio la “rapina“ del giocatore che in questo momento ha nella Juventus il rendimento più elevato. Ma il poco combinato dagli altri è un campanello d'allarme che Allegri non può ignorare. Era già capitato: con  la Sampdoria (parzialmente) , con l'Inter, con l'Udinese. Si vince, si perde, si pareggia: non è questo il punto. Il punto è non sbagliare l'interpretazione della partita. Questo, una squadra che aspira ad essere grande, non può permetterselo. Inevitabilmente il lassismo mentale che diventa lassismo dei muscoli, viene punito. L'orrida posizione di Ogbonna e Bonucci sul gol (bello) di Brienza fotografa uno stato mentale: che ci faceva Evrà - lui più basso di 20 centimetri -  sullo smisurato centravanti del Cesena? Inutile dire: che serva di lezione. Il difetto sembra strutturale. E' capitato, temo ricapiterà. Non di vincere, perdere o pareggiare. Ma di sbagliare partita. Allegri rifletta. Al suo posto non guarderei in faccia nessuno. Farei giocare chi ha più “birra”. Chi dimostra più furore. Gli allenamenti sono indicativi. A questo punto delle stagione nessuno deve avere il posto assicurato. Nessuno deve cullarsi sugli allori. Il campionato è ancora lunghissimo. La Champions un instabile sogno. La Coppa Italia un rebus sulle sponde dell'Arno. La stagione di Allegri per ora è ottimale. Ma sarebbe esiziale dimenticasse che finora nulla ha vinto. E che a Doha il primo trofeo stagionale è sfumato ai rigori. Per aver sbiellato - anche lì- nella concentrazione: prima di andare sul dischetto . Così: per la statistica. E per la memoria. Basta elogi, basta paragoni improponibili con “mostri“ del passato. La Juventus è una squadra normale. Che diventa grande quando accetta la sua normalità. Quando pensa che anche la penultima in classifica possa costituire un Everest da scalare. Quando lo dimentica, paga. Come è successo. E come è giusto sia stato. Lode al Cesena: ha giocato con uno spirito che alla Juventus è totalmente mancato .

    RISPOSTE AI LETTORI -  A Ignazioruta: Lacazzette piace anche a me. Penso costi sui 25  milioni. Tanti? Oggi tanti. Domani chissà.

    A Dek: come è andata nel 206 è noto. Perché sia andata così, viceversa è ancora oggetto di speculazione. Il 23 di marzo ( a meno di nuovi rinvii ) può accadere questo.
    Uno : la Cassazione ritiene che il processo di Napoli sia stato fatto correttamente. E conseguentemente viene confermata la condanna a Moggi, già sancita in due gradi di giudizio.  
    Due : La Cassazione ritiene che che il processo di Napoli non sia stato celebrato correttamente. E di conseguenza potrebbe decidere di annullarlo. Processo che a quel punto dovrebbe ricominciare da capo. Magari in sede diversa da Napoli, come fin dal primo giorno ha chiesto la difesa di Moggi.
    Coman non è un trequartista. Al massimo può sostituire (si fa per dire) Tevez . 

    A Elcabezon: di Galliani ho scritto e non aggiungo altro. Ha preso uno sfondone. Punto. Di Tavecchio ci sarà ancora molto da scrivere: purtroppo .

    A Ippopapo: Il suo intervento merita rispetto. La mia impressione è che a giugno, al Milan, si possa realizzare una rivoluzione. Non ho elementi, solo sensazioni. Chi conosce Barbara Berlusconi la descrive come una donna preparata e molto determinata . 

    A El Cholo 14: Cartonato?  

    A Anton + B:  Berardi è una soluzione. Non è l'unica 

    A Lord Nemo:  fino a giugno è inutile fare previsioni.

    A Michaeljuve 89: Solo (modesta) prosa. Grazie, comunque. 

    A Quello + Verde:  ricevuto. La prossima volta per favore, in italiano. 

    A  The Pupil e Gon 73: siete scorretti. Ho scritto che un arbitro può anche non vedere un fallo da espulsione. Neppure la prova televisiva ( vedi Pianjc o Chiellini ) assicura certezze. Dipende anche da cosa scrive un arbitro sul referto. Quello che non può sfuggire ad un arbitro è viceversa un giocatore che esce per tre volte di seguito dalla barriera sotto i suoi occhi . Tagliavento ha sbagliato. Non è la prima volta. Perché Tagliavento è un arbitro modesto. Che arbitri la Roma, la Juventus , il Napoli, l 'Inter  o il Milan. Fatevene una ragione.   

    A VanBersi 99: Il Polpo è talmente bravo da  poter giocare in ogni ruolo del centrocampo. Gli profetizzo- quando metterà su chili- un futuro da YaYa Tourè.  Magari, Gundogan : ha qualità per giocare da trequartista, da mezz'ala e da regista. Ma come regista ha una peculiarità speciale : fa viaggiare la palla di prima. Io lo preferisco in quella posizione. Quanto al protetto di Raiola, vedremo. Ma il suo ingaggio potrebbe essere la chiave per far restare almeno un altro anno Pogba a Torino . 

    A  Elena Durello.3:  sarebbe bello si potesse fare .

    A FB . 50195: Non sono i giornalisti, per quanto faziosi e sbracati, a fare i processi. Sturaro è un gran profilo. Dipende da lui crescere. Il prezzo di Berardi è già fissato : attorno ai 15 milioni .

    A Quetepasa: fatico a seguirla. Mi scusi.

    A Antony 63: Antisemitismo è una parola fuori luogo in questo contesto. La Juve è sola ? Non è una novità. Ma meglio così. La maleducazione ? E' un tratto distintivo dei nostri tempi. Non solo nel calcio o tra i tifosi .

    A Michelleroi: la Juve mi era sembrata sembrata in netta ripresa. Sbagliavo: da Cesena la conferma di una situazione che non mi piace. Allegri dovrà “ allenare “ le teste , oltre che i muscoli. Ma io credo dipenda anche da come la squadra sta in campo : oggi è ancora mezza di Conte e mezza di Allegri. Ci vorrà, purtroppo tempo. Quello che la Juve- a questo punto della stagione - non ha.

    A Manufiore: molti media parlano di Witsel. Buon giocatore non un fenomeno come Pogba. Se proprio Pogba dovesse andare, meglio darlo al Real. Cercando di avere in cambio - a mio parere - Kroos. 

    A Ilgandi: bullismo dirigenziale. Perfetta fotografia. A 16 squadre Tavecchio non scenderà mai:  perderebbe la poltrona. Ma a 18 penso possa arrivare. Adesso ha altre gatte da pelare.  Pogba: la telenovela è solo all'inizio. Marchiso: sottoscrivo.

    A Andrea The Original:  siamo in sintonia. La Roma, credo risorgerà: Doumbia e Gervinho (Col Parma hanno pagato la “sbornia“ africana) la possono far volare. La Juventus mi auguro ritrovi una condizione fisica ottimale. In Europa devi correre. Perché il gioco è estremamente più veloce che in Italia . 

    A Ruykdellemele:  Schar è una pista. Non solo per la Juventus. Vlaar non mi risulta. Sul Boavista non ho notizie aggiornate. Gundogan è un sentiero che ho esplorato per primo. A un certo punto pensavo che la mia fonte tedesca  mi avesse raccontato una bufala visto che nessuno ne parlava. Ora ci ha puntato i riflettori La Stampa, giornale solitamente informato delle cose bianconere. E' un grande giocatore. Due problemi : costa. Ed è soggetto agli infortuni. Ma se sta bene è un valore aggiunto . Sul resto stendo un velo pietoso. Il calcio ha bisogno di riforme. Non di bulli, non di fanatici, non di vecchi arnesi incollati alle poltrone. Il pallone italiano è già mezzo sgonfio. Le ultime illazioni di Galliani hanno offeso la Juventus e la professionalità di Sky. Le parole di Lotito sono inaccettabili. Ma come ha visto la consorteria della Lega si è distinta per un omertoso silenzio. Spero si muova il Coni. E spero che il governo faccia la sua parte. Non lo facesse, la situazione a breve potrebbe degenerare. Grazie, infine, per le sue parole .  

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