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  • L'urlo di Mutu: |Spaventa la Fiorentina
L'urlo di Mutu: |Spaventa la Fiorentina

L'urlo di Mutu: |Spaventa la Fiorentina

 

E’ STATO IL SIGNORE di Firenze e parlare al passato magari è pure sbagliato, semplicemente perché i sudditi non l’hanno mai deposto. Del resto cinque anni così coinvolgenti chi li può dimenticare? L’Artemio Franchi era Palazzo della Signoria e lui, Adrian Mutu, era il Magnifico. E ora che l’incrocio da nemici si avvicina, col Cesena che domenica fa rotta sul capoluogo toscano, i suoi ex sudditi sembrano avere paura. Come se quel fascino della seduzione subita a lungo su di loro si trasformasse in timore. Ma come è possibile, diranno ifilosofi del calcio, avere paura della peggior squadra del campionato, che sta scivolando in B in caduta libera?
 
LA RISPOSTA è semplice e i saggi fiorentini la custodiscono: si può non temere affatto il disastroso Cesena, ma Mutu si deve temere. Sempre. Perché la sua caratteristica migliore è sempre stata l’imprevedibilità. Quella che chi non lo ama chiama discontinuità, ma che spesso è la patente di quelli che più o meno esagerando vengono battezzati come fenomeni.
 
ECCO, MUTU a Firenze è stato il fenomeno. Con 112 presenze e 49 gol in maglia viola ha saputo farsi amare negli anni d’oro, quando arrivò a toccare 17 gol, e dividere negli ultimi, quando segnò col contagocce e fece parlare più per le bravate fuori dal campo che per le reti realizzate. Ma anche nei momenti peggiori, il popolo della Fiorentina non l’ha mai detronizzato. Perché sapevano che alla fine con lui tutto era possibile: anche in Romagna l’hanno imparato. A tante prestazioni da dimenticare in bianconero infatti fanno da contraltare 7 reti, con alcuni lampi nel buio che sono valsi punti e morale, oltre che giocate da stropicciarsi gli occhi. A Firenze si ricordano che Mutu è tutto questo e forse il fatto che non stia attraversando un periodo di grazia li spaventa ancora di più. Per non parlare delle motivazioni che ribolliranno nel rumeno alla sola vista del suo ex stadio. Il suo legame con la città non si è mai allentato. Spesso negli ultimi mesi è tornato a Firenze a trovare gli amici (tra cui il fiorentino Flachi, ex calciatore) o a controllare i propri affari. Come il ristorante di cui è socio, il “Nove”, sui Lungarni, a 50 metri in linea d’aria dal Ponte Vecchio. Narrano che ai tempi in maglia viola facesse una vita riservata, e anche per questo abitava fuori dal centro, in una villa con piscina lungo la via Bolognese, sulle colline a nord della città. Da lassù, il signore di Firenze,guardava dall’alto il suo regno. Che domenica è pronto a riabbracciarlo. Entrambi, forse, con più di un briciolo di nostalgia.  

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