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  • La favola Bologna è realtà: si compie il sogno Champions League, tutti i segreti di Thiago Motta e Sartori

    La favola Bologna è realtà: si compie il sogno Champions League, tutti i segreti di Thiago Motta e Sartori

    • Gabriele Stragapede
    È arrivato, quel magico e incantato momento è finalmente arrivato. Il Bologna, complice il successo casalingo dell’Atalanta per 2-1 sulla Roma, può festeggiare con due giornate d’anticipo la qualificazione aritmetica alla prossima edizione della Champions League, la prima con il nuovo format. È il primo storico accesso alla coppa dalle grandi orecchie da quando la stessa ha cambiato denominazione (1992). Per ritrovare un Bologna in Europa, bisogna risalire al 2003, ben 21 anni fa, quando fu finalista dell’allora Coppa Intertoto. Per la massima competizione continentale, invece, bisogna ritornare al 1965, 59 anni fa. Era la stagione post scudetto, in panchina c’era Fulvio Bernardini e la competizione si chiamava Coppa dei Campioni (i rossoblù, abbinati all'Anderlecht nel sorteggio del primo turno, furono eliminati dopo un doppio confronto e uno spareggio terminato in perfetta parità, soltanto in seguito al lancio della monetina che premiò la squadra belga). Un’altra vita,, un’altra epoca. Il presente dice che il sogno emiliano si è appena realizzato.

    IL MOTIVO - Ai felsinei serviva semplicemente aspettare, dopo il successo al Maradona sul Napoli, che l’Atalanta sconfiggesse la Roma al Gewiss Stadium. Un risultato arrivato grazie al 2-1 degli orobici che hanno consolidato la matematica certezza della qualificazione alla Champions per il Bologna. I ragazzi di Thiago Motta, infatti, hanno 7 punti di vantaggio sui capitolini: impossibile essere raggiunti e, dunque, Champions assicurata (con un ricavo minimo di 36,5 milioni di euro).

    RICAVI MINIMI IN CHAMPIONS: ECCO LA CIFRA

    LA FAVOLA - La favola del Bologna formato Champions riparte tutta qua. Dal leader Thiago Motta, colonna portante di un gruppo che ha messo in risalto qualità e gioco spumeggiante. Un tecnico che, grazie a un grande lavoro portato avanti, è riuscito a rendere grandi giocatori che avevano ancora tutto da dimostrare, alla ricerca della giusta dimensione per esplodere. Una dimensione trovata in Emilia-Romagna. E allora proviamo a raccontare questa favola, intrisa di un’emozione, di un sentimentalismo degno delle migliori storie, di un percorso che ha raggiunto traguardo storico.

    THIAGO, IL PIU’ CERCATO - La stagione da Champions vissuta dal Bologna si rispecchia in toto nelle idee avanzate da Thiago Motta. Scelte tecnico-tattiche che hanno permesso alla società emiliano di vincere e giocare bene, soddisfacendo anche i palati più esigenti di un pubblico che non era abituato a lottare, da decenni, per palcoscenici tanto importanti quanto luminosi. La luce portata da Thiago Motta è caratterizzata da un pressing alto, offensivo e asfissiante, condita da una classica (di questi tempi) impostazione dal basso e ruoli intercambiabili da centrocampo in su. Un’organizzazione tattica che culmina in un 4-2-3-1 (o all’occorrenza dal 4-3-3) che non dà punti di riferimento agli avversari. In questo cambio di funzioni continuo, L’obiettivo è far funzionare al meglio la rosa a disposizione, quasi arrivando a un’overperformance tramite una organizzazione di gioco meticolosa, precisa, dettagliata. Non a caso Motta è tra i tecnici più cercati in Italia (il Milan l’ha sondato, ma ha un accordo di massima con la Juventus).

    THIAGO MOTTA ESALTA I SINGOLI

    TUTTI FUNZIONANO – Certo, Thiago Motta ci ha messo del suo, ma sono i giocatori, come sempre, a scendere in campo e sudare per l’obiettivo. La stella della squadra, e anche del mercato dato l’interesse di Milan (in primis), Juventus e Arsenal, è senza ombra di dubbio Joshua Zirkzee. Eclettico centravanti, abile a segnare quanto a rifinire. Attaccante fantasioso, con un gioco di suola straordinario, un dribbling e una progressione quasi da 10 o da esterno offensivo più che da attaccante d’area di rigore. Ma, alle spalle dell’olandese, spicca un altro pezzo da novanta come Lewis Ferguson, cercato dalla Juventus. Duttile, fisico e dinamico centrocampista con uno spiccato senso del gol. Ma non si può dimenticare Stefan Posch, il primo playmaker della squadra e autore della rete del 2-0 proprio contro il Napoli. Come vanno ricordati Freuler, Ndoye, Saelemaekers (pronto al riscatto dal Milan), Calafiori (in orbita Juventus) Fabbian, uno dei migliori Orsolini di sempre, Beukema ed ecco che la Champions League è stata raggiunta ufficialmente.

    IL METODO SARTORI: TUTTO CIO’ CHE C’E’ DA SAPERE

    SARTORI NE SA – Ma dietro a un grande allenatore e a una rosa talentuosa, c’è sempre un direttore sportivo di assoluta qualità. Dopo aver portato a compimento diverse imprese, tra cui l’indimenticabile favola Chievo, Giovanni Sartori si è reinventato a vero e proprio architetto del Bologna. Nell’arco di due sole sessioni di mercato, il ds rossoblù è riuscito a portare alla corte di Thiago Motta giocatori prelevati sì da campionati minori, ma che sono valsi il traguardo raggiunto stasera. I nomi si sprecano (presenti qui sopra), ma sono stati fondamentali per alzare il livello tecnico di questa squadra. Tutto grazie a una pianificazione precisa: migliaia di match visionati, rigorosamente dal vivo, in Belgio, Olanda, Francia, Svizzera, Danimarca, Scozia, Polonia, Spagna e Portogallo, ovunque in Europa. Un giocatore, poi, viene inserito nel database rossoblù, viene osservato una volta in casa e una in trasferta da tre osservatori diversi, per infine stilare delle relazioni che vengono valutate da Sartori in persona. Così nascono i colpi, così è nato il Bologna, un Bologna, finalmente, da Champions League.

    @cicciostraga7

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