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La storia di Rodri, l'amico di Theo Hernandez che studiava Busquets
Lo spagnolo preferisce collezionare trofei, l'ultima Champions vinta è l'ottava coppa conquistata col City; diventano nove considerando anche l'Europeo Under 19 conquistato contro la Russia di Golovin. Calciatore atipico senza profili social e tatuaggi: "Non ha orecchini e porta i capelli ordinati come dovrebbe essere un centrocampista titolare" disse Guardiola. Ordine mentale per essere decisivo in campo: quest'anno ha giocato 56 partite su 61. E' il giocatore che dà equilibrio alla squadra, difende, recupera palloni e gioca quasi sempre a un tocco. Lui al centro del Guardiolismo, "è in campo per rendere la vita migliore ai compagni" ha detto l'allenatore.
Nelle giovanili dell'Atletico Madrid era inseparabile dai fratelli Hernandez: Rodri, Lucas e Theo; stavano così tanto insieme che li chiamavano 'La Famiglia'. Poi, l'abbaglio della dirigenza: "E' troppo gracile per fare il pivot". Va al Villarreal, i Colchoneros pagheranno 20 milioni per riportarlo a Madrid. E in quel ruolo, diventerà uno dei miglori al mondo. Rodri è quel giocatore del quale ti accorgi solo quando non c'è. Fa il lavoro sporco, efficace; quello che piace agli allenatori. Non vuole i riflettori accesi su di lui: "Sono una persona normale, coi piedi per terra". E una clausola di 70 milioni fissata dal City al momento dell'acquisto. Oggi Rodri ha scritto la storia, e per una sera si è preso le copertine.
@francGuerrieri