
Leao e la "Coppa Italia da vincere": il Milan ha bisogno di un vero leader, non solo a parole
- 32
Battere i nerazzurri, ancora in corsa su tre fonti e impegnati a giugno nel Mondiale per club, significherebbe sfidare Empoli o, più probabile, il Bologna nell'ultimo atto della coppa nazionale, in calendario mercoledì 14 maggio a Roma, alimentando la possibilità di accedere direttamente al girone della prossima Europa League. Di questi tempi manna dal cielo. Per il Milan è molto di più di un dentro o fuori, eliminare l'Inter significherebbe rendere meno amara una stagione che ha conosciuto una sola gioia, il successo in Supercoppa italiana in Arabia Saudita proprio contro i nerazzurri di Inzaghi.
Anche se stanca e incerottata l'Inter ha qualcosa in più del Milan, che dovrà trovare la sua migliore versione per andare avanti. Tradotto, tutti i suoi big devono performare al massimo, compreso Leao, forse il giocatore più talentuoso della rosa, di certo uno dei più discontinui. Dopo la sconfitta di domenica contro l'Atalanta, il portoghese è stato chiaro, il Milan deve andare in fondo: "La Coppa Italia è una competizione da vincere ed è un derby, non c'è molto da dire. Bisogna entrare con la voglia giusta di vincere perché un derby è sempre una questione personale. E poi metterci in testa che è una competizione da vincere".

Il Milan ha bisogno di un Leao formato leader. Un trascinatore, non solo un valore aggiunto. L'ex Lille nella sua storia rossonera ha dimostrato di saper far male all'Inter (3 gol e 3 assist), nonostante sia la squadra contro la quale in carriera ha perso più partite (10). Il fattore "trasferta" potrebbe aiutarlo: quest'anno, tra campionato e coppe, ha segnato 11 gol, 8 di questi lontano da San Siro. Mercoledì il Milan non sarà la squadra di casa, Leao lo sa. Così come è consapevole che quest'anno ha segnato solo un gol contro le big, nella burrascosa notte di Roma contro la Lazio del 31 agosto. Se il Milan vuole andare fino in fondo ha bisogno che Leao, finalmente, prenda per mano la squadra. Per far tacere le malelingue, per dimostrare di essere diventato un esempio da seguire.