Letale, impenetrabile e con un Eriksen trasformato: la 'nuova' Inter premia le scelte di Conte
IMPERFORABILE - Se il rendimento offensivo si è mantenuto largamente il migliore del campionato da settembre ad oggi, da un mese abbondante a questa parte la nuova capolista pare aver trovato la chiave di volta per rimanere compatta e quasi impenetrabile anche al cospetto di avversari di pari livello. Dalla Juve alla Lazio, la linea a tre formata da Skriniar, De Vrij e Bastoni ha concesso le briciole agli attaccanti avversari e soltanto la rete casuale di Escalante ha impedito ad Handanovic di mantenere la porta imbattuta per 5 partite consecutive. Un rendimento diametralmente opposto a quello di inizio stagione, frutto anche della decisione drastica di Conte di tornare alle origini e abbandonare l'affascinante progetto di inserire un trequartista alle spalle di Lukaku e Lautaro per colmare l'assenza in rosa - in quel preciso momento - di una reale alternativa alla coppia di centravanti titolare.
ERIKSEN TRASFORMATO - Ne fece le spese Eriksen, a lungo il principale equivoco tattico della formazione nerazzurra e per uno strano scherzo del destino diventato nelle ultime settimane l'uomo capace di riproporsi come l'elemento in grado di far saltare il bancoe spostare nuovamente gli equilibri appena consolidati dall'Inter. Senza intaccarli, anzi calandosi perfettamente nella parte ritagliatagli ad hoc dal suo allenatore: sperimentato prima come vice Brozovic e poi riproposto come mezz'ala sinistra al posto di un Vidal frenato dagli acciacchi e da una condizione mai vicina a quella ottimale. Il danese appare oggi come un calciatore completamente trasformato, per intensità e intesa coi compagni, dopo essere stato a lungo messo da parte per la ragion di stato. Forte di queste nuove certezze, i nerazzurri si presentano al derby nelle migliori condizioni possibili: testa, gambe e autostima a mille, il Milan è avvisato.