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  • Letale, impenetrabile e con un Eriksen trasformato: la 'nuova' Inter premia le scelte di Conte

    Letale, impenetrabile e con un Eriksen trasformato: la 'nuova' Inter premia le scelte di Conte

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    Non poteva arrivare al derby della verità in condizioni migliori l'Inter. Sorpasso a una settimana dalla grande sfida e un vantaggio psicologico che si aggiunge a quello atletico di poter disporre di tutta la settimana per prepararsi a differenza di un Milan costretto a rispondere alla debacle di La Spezia nell'ostica trasferta europea di Belgrado. Situazioni che possono ulteriormente consolidare quella consapevolezza nei propri mezzi che Antonio Conte ha saputo infondere i suoi a suon di numeri che finalmente iniziano a tornare. Dando ragione alle scelte operate nel corso degli ultimi mesi del tecnico salentino, bravo a fare da equilibrista in un periodo non particolarmente semplice per il club dal punto di vista finanziario.

    IMPERFORABILE - Se il rendimento offensivo si è mantenuto largamente il migliore del campionato da settembre ad oggi, da un mese abbondante a questa parte la nuova capolista pare aver trovato la chiave di volta per rimanere compatta e quasi impenetrabile anche al cospetto di avversari di pari livello. Dalla Juve alla Lazio, la linea a tre formata da Skriniar, De Vrij e Bastoni ha concesso le briciole agli attaccanti avversari e soltanto la rete casuale di Escalante ha impedito ad Handanovic di mantenere la porta imbattuta per 5 partite consecutive. Un rendimento diametralmente opposto a quello di inizio stagione, frutto anche della decisione drastica di Conte di tornare alle origini e abbandonare l'affascinante progetto di inserire un trequartista alle spalle di Lukaku e Lautaro per colmare l'assenza in rosa - in quel preciso momento - di una reale alternativa alla coppia di centravanti titolare.

    ERIKSEN TRASFORMATO - Ne fece le spese Eriksen, a lungo il principale equivoco tattico della formazione nerazzurra e per uno strano scherzo del destino diventato nelle ultime settimane l'uomo capace di riproporsi come l'elemento in grado di far saltare il banco e spostare nuovamente gli equilibri appena consolidati dall'Inter. Senza intaccarli, anzi calandosi perfettamente nella parte ritagliatagli ad hoc dal suo allenatore: sperimentato prima come vice Brozovic e poi riproposto come mezz'ala sinistra al posto di un Vidal frenato dagli acciacchi e da una condizione mai vicina a quella ottimale. Il danese appare oggi come un calciatore completamente trasformato, per intensità e intesa coi compagni, dopo essere stato a lungo messo da parte per la ragion di stato. Forte di queste nuove certezze, i nerazzurri si presentano al derby nelle migliori condizioni possibili: testa, gambe e autostima a mille, il Milan è avvisato.

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