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  • Momenti Di Gioia: Calcio+tattoo=amore
Momenti Di Gioia: Calcio+tattoo=amore

Momenti Di Gioia: Calcio+tattoo=amore

  • Alessandro Di Gioia
"In un calcio ormai privo di esempi da seguire e positività, ma sempre più basato sul denaro e sul ritorno economico, e funestato da eventi che con il pallone non hanno nulla a che vedere, questa rubrica vuole proporre un momento di svago settimanale che ci riavvicini allo sport più bello del mondo, legato al campo di gioco ma non solo, anche ai social, alle iniziative di beneficenza e a storie da raccontare: il calcio è felicità, il calcio è passione, il calcio è "Momenti Di Gioia""
 

 
L'antica tecnica del tatuaggio, decorazione pittorica corporale dell'uomo che consiste nell'incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari o nell'eseguire punture con l'introduzione di sostanze coloranti nelle ferite, è ormai divenuta una vera e propria ossessione per i calciatori, i quali decidono di marchiarsi "a fuoco" sulla pelle i nomi dei propri famigliari, simboli mitologici e figure benauguranti. Alcuni addirittura non hanno ormai nemmeno più spazio da tatuare sul proprio corpo, perchè ne hanno esaurito la superficie, ricoprendolo di inchiostro. Ali d'angelo sulla schiena, dragoni e simboli religiosi sono ormai all'ordine del giorno, soprattutto per i giocatori più attenti al look: capostipite di questa tendenza il più glamour di tutti i "pallonari", lo Spice Boy David Beckham, che fu il primo a fare dei propri tatuaggi e del proprio stile un brand da milioni di euro.

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ZLATAN IL BUONO - Altri, come Zlatan Ibrahimovic, preferiscono utilizzare la propria notorietà e il proprio corpo per fare pubblicità ad iniziative benefiche: ormai noto a tutti il caso dell'attaccante svedese del PSG, che si è fatto tatuare più di 50 nomi di bambini che soffrono la fame nel mondo, per aiutare il programma alimentare Mondiale dell'Onu, e li ha mostrati a tutti nel giorno di San Valentino, dopo il gol realizzato contro il Caen. L'arbitro l'ha ammonito, ma siamo sicuri che non lo rifarebbe, se conoscesse l'intento del "gigante buono".
 
LIONEL E MAURO, I PAPA' - Per altri invece, come ad esempio Lionel Messi, il tatuaggio è un modo per rendere omaggio ai propri cari: in questo caso il figlio, il piccolo Thiago. Curioso e bellissimo il gesto della Pulga, annunciato anche su Twitter, che si è fatto tatuare il nome e il palmo delle mani del pargolo sul polpaccio. Una consuetudine, visto che l'attaccante del Barcellona ha già sulla pelle l'effigie del viso di sua madre, sulla scapola sinistra. Anche Mauro Icardi, appena divenuto genitore della piccola Francesca, nata dalla compagna Wanda Nara, è corso subito in Spagna, per recarsi dal proprio tatuatore di fiudcia. Non poteva farlo a Milano, vi chiederete? "Io mi faccio mettere le mani addosso solo da lui", la risposta dell'attaccante dell'Inter. E da Wandita, aggiugiamo noi...


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FLAGELLO DI DIO - C'è chi, come Mario Balotelli, sceglie di essere polemico anche tramite il tattoo: l'attaccante ex Milan e Inter attualmente al Liverpool, quando militava nel Manchester City, si fece tatuare la frase "Io sono la punizione di Dio. Se non aveste commesso grandi peccati, Dio non avrebbe mandato una punizione come me su di voi" nella parte superiore del pettorale sinistro. Una frase nientepopodimeno che del famopso imperatore Mughal, Gengis Khan.

CULTURA INCISA - C'è anche chi, come il difensore del Broendby Daniel Agger, ricorda tramite le incisioni le proprie origine e la propria cultura: la schiena completamente ricoperta da simboli vichinghi, per ricordare la provenienza nordica del danese, ne è un esempio. Allo stesso modo Djibril Cissè, ex Lazio, ha rivestito la propria pelle di macchie nere, che richiamano il manto del leopardo, animale simbolo dei territori africani, di cui è originario l'attaccante francese.

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CAMPIONE DEL MONDO - Poi ci sono coloro che celebrano sul proprio corpo le imprese sportive: il capostipite di questa tendenza è stato sicuramente Marco Materazzi, che dopo la finale di Berlino nel 2006, vinta contro la Francia di Zidane ai calci di rigore, scelse di farsi incidere l'effigie della Coppa del Mondo. Per non dimenticarla, mai.
 
'PUERTA, NON TI DIMENTICO'
- C'è poi il cosidetto "tatuaggio memorandum". Da citare, senza alcun dubbio, quello di Sergio Ramos, difensore del Real Madrid:
sull'avambraccio sinistro dello spagnolo campeggia la scritta "Non ti dimenticherò mai", dedicata all'ex giocatore del Siviglia deceduto in campo nel 2007, Antonio Puerta, grande amico di Ramos e suo compagno in Andalusia, scomparso troppo in fretta.


UN MOMENTO IMPRESCINDIBILE - I proseliti di questa tendenza sono due: Alessio Cerci, attaccante del Milan ma al Torino lo scorso anno, ha recentemente postato su Instagram la foto del suo ultimo tatuaggio. Una data, il 13 aprile, e un minuto: 47:47 ST. E’ quello del suo gol segnato contro il Genoa, valso la storica qualificazione granata all'Europa League. Mauricio Pinilla, attaccante cileno dell'Atalanta, si è fatto tatuare il palo colpito contro il Brasile, circondato dalla frase "One centimeter from Glory", cioè "A un centimetro dalla gloria".
 
PERICOLO TACKLE - Infine ci sono i calciatori che scelgono di farsi incidere dei tatuaggi divertenti: l'esempio principale è Daniele De Rossi, che ha sul braccio destro il nome di sua figlia Gaia, contornato da due Teletubbies, cartoni molto di moda tra i giocatori, dato che anche Alberto Gilardino ne ha uno sul braccio. Un modo per dimostrare con ironia l'amore che prova nei confronti della sua bambina. Il centrocampista della Roma ha anche un altro tatuaggio molto curioso sul polpaccio destro: un segnale di pericolo che avverte di possibili "tackle pericolosi". Per la serie, uomo avvisato...
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