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  • Prima Gerrard, poi Lampard: com’è difficile passare dal campo alla panchina (anche se sei una leggenda)

    Prima Gerrard, poi Lampard: com’è difficile passare dal campo alla panchina (anche se sei una leggenda)

    • Simone Gervasio
    La caduta dei giganti non è solo un romanzo di Ken Follett ma anche quanto sta succedendo a due dei più grandi calciatori inglesi della storia. Gli ultimi mesi del 2022 e i primi del 2023 non hanno sorriso a Frank Lampard e Steven Gerrard, due icone del british football che, a distanza di qualche settimana l’uno dall’altro, hanno visto consegnarsi il benservito da Everton e Aston Villa, i due club che stavano allenando. La loro carriera, sempre da avversari, se si escludono i (poveri) trascorsi in nazionale, è vissuta su due binari paralleli: forti, rivali, tanto simili quanto diversi, per alcuni incompatibili in campo, per tanti anni se si nominava l’uno si finiva anche per citare l’altro. Un continuo rincorrersi, un forte parallelismo (alla Totti e Del Piero da noi) che spezzava l’opinione pubblica dei tifosi. Chi era più forte? Chi più completo? Ora che hanno detto stop alla carriera da calciatore e iniziato quella da manager, Frankie e Stevie continuano la loro sfida, anche nei momenti no.

    LAMPARD – Quello della bandiera del Chelsea è il più recente tra i tanti esoneri di questa Premier League. Era nell’aria eppure, come documentato dai media britannici, Lampard è rimasto sorpreso dalla comunicazione di Farhad Moshiri, il patron del club di Liverpool. Poteva aspettarselo però: nei quasi 7 anni di sua proprietà, i Toffees hanno cambiato allenatore 7 volte e 5 dei suoi predecessori erano stati esonerati. Da Ancelotti a Benitez, sono in tanti ad essere passati dalla scure di una società che spende tanto (700 milioni di euro in 6 anni) ma lo fa male ed è in una fase di riassesto, complice anche il grande esborso per il nuovo stadio (600 milioni per costruirlo sulle rive del Mersey). Arrivato il 31 gennaio 2022, Lampard era riuscito a salvare a fatica il club nella passata stagione ma paga ora la peggior partenza di sempre dell’Everton (mai retrocesso in 72 anni). Lascia i Toffees all’ultimo posto in classifica col Southampton: in 20 gare i suoi ne hanno vinto solo 3 e sono fuori sia da FA Cup e Carabao Cup, arrivavano da 11 sconfitte nelle ultime 14, da 8 match senza vittorie con 6 ko e sole 4 reti. Proprio la sterilità offensiva è stata una delle colpe imputatagli dalla dirigenza, che in estate aveva venduto Richarlison, e ora si trova a due punti dalla zona salvezza. Fatali i ko con Southampton e West Ham e il fatto che l’ultimo successo risalisse al 22 ottobre. Per sostituirlo, tra i tanti nomi quelli più suggestivi sono di certo quelli di Wayne Rooney e Marcelo Bielsa.
     
    GERRARD Risale invece a ottobre l’esonero di Steven Gerrard. L’ex Liverpool è stato cacciato dall’Aston Villa dopo essere stato nominato nuovo manager nel novembre 2021. I Villans avevano puntato forte su di lui ma i risultati, soprattutto nel secondo anno, sono stati insufficienti. Gerrad ha lasciato il club al 17esimo posto dopo sole due vittorie in 11 giornate e un desolante terzultimo posto. Eppure la dirigenza, come al solito, aveva speso tanto sul mercato. I colpi estivi (Diego Carlos, Dendoncker e il riscatto di Coutinho) facevano sperare in ben altri traguardi, che sta provando ora a raggiungere Unai Emery, suo sostituto, abile a far risalire i suoi fino all’undicesimo posto. Protagonista sul mercato, il Villa aveva speso 70 milioni in estate, 129 nella campagna precedente, 100 in quella di due anni fa e addirittura 159 tre stagioni fa. Vivacchiare nei bassifondi della classifica non poteva essere l’obiettivo del club che ha deciso di fare a meno dell’allenatore, prima idolatrato dai tifosi, e poi subito rinnegato.

    FUTURO – Il loro esonero ha riaperto una questione mai realmente sopita. Quanta gavetta devono fare gli ex calciatori prima di sedersi su di una panchina importante? Quanti emuli di Guardiola devono scontrarsi poi con la dura realtà? C’è chi ci riesce, vedi Arteta o Xavi, e chi meno, e qui la lista è più lunga. Da Ferrara a Pirlo, passando per Seedorf sono tantissimi gli allenatori che dal campo sono passati alla panchina con risultati alterni. Lampard e Gerrard hanno avuto prime esperienze simili e positive. Partiti dalle giovanili dei propri storici club, hanno fatto bene lontano dalle pressioni della Premier, rispettivamente al Derby County e ai Rangers. Il primo era arrivato al club di Championship nel 2018 portandolo in finale playoff, persa contro l’Aston Villa. Il secondo aveva iniziato ancora più in alto, con la squadra di Glasgow. Due secondi posti, dietro al Celtic, e poi il trionfo nel 2021 a rompere l’egemonia decennale dei biancoverdi. Quindi il salto in Premier. Lampard lo fa con il Chelsea, una sfida forse troppo grande per lui. In 18 mesi arriva quarto nel primo anno, in cui perde anche la FA Cup in finale, mentre stenta nel secondo. Viene esonerato mentre è nono e il suo sostituto, Tuchel, porta i Blues alla vittoria in Champions League. Gerrard inizia bene a Birmingham portando il Villa al 14esimo posto ma, come il suo collega, si perde nel secondo anno e viene cacciato. Rette parallele tra Lampard e Gerrard, 44enne uno, 42enne l’altro. Uno disoccupato da poche ore, l’altro ora commentatore tv. Background diversi i loro: l’ex Chelsea è figlio e nipote d’arte, lo Scouser invece è figlio della middle class. Affrontano la vita in modo diverso, anche gli esoneri, per ora sono entrambi fermi al palo e la sfida ora è a chi rientrerà prima.
     

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