C'è un oro olimpico friulano a Londra. Quello di Daniele Molmenti, ottenuto con la sua canoa nella difficile specialità dello slalom. Disciplina, costanza, lavoro e determinazione. Tutti valori che in Friuli sono ben conosciuti e che ha fatto propri anche l'adottivo Francesco Guidolin. L'Udinese - negli ultimi due anni lo ha spesso ripetuto il suo allenatore - deve dimenticare i successi e i risultati ottenuti e concentrarsi solo su quello che deve ancora raggiungere.

I segnali dalle ultime amichevoli (quelle più probanti con avversari più attrezzati) dicono che il lavoro da fare è ancora molto. Manca qualcosa a centrocampo, dove si fa sentire l'assenza di Pinzi e dove il vuoto creato dalla partenza di Asamoah non è stato colmato ancora dalla personalità dei sostituti. Davanti Muriel e Maicosuel ci sono. Manca la prova del fuoco su Di Natale, che si è appena aggregato al ritiro.

Sarà capace il capitano di ripetersi? Intanto punta ai 15 gol, che sarebbero già un bottino ottimo per lui. E in porta i problemi fisici di Brkic rischiano di destabilizzare un ruolo che, dopo la partenza di Handanovic, è già molto delicato. Ma la vera incognita (e relativa risposta) ci sarà tra pochi giorni: il preliminare di Champions. Solo allora si potrà capire se l'Udinese sarà alla Molmenti o se Guidolin dovrà impartire di nuovo le sue lezioni di umiltà e grande calcio.