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  • Violamania: Antognoni, se prima era un pareggio adesso non lo è più. La società è ‘colpevole’ dell’imminente addio

    Violamania: Antognoni, se prima era un pareggio adesso non lo è più. La società è ‘colpevole’ dell’imminente addio

    • Federico Targetti
    Il contratto è scaduto dal 30 giugno: Giancarlo Antognoni, di fatto, non fa parte della ACF Fiorentina da dieci giorni. Questo certo non impedisce di imbastirne uno nuovo, ma la situazione è passata, per la maggior parte dei tifosi che vedono Antognoni come un simbolo della fiorentinità e della fede viola, da preoccupante a praticamente irrecuperabile. Riavvolgiamo brevemente il nastro.

    VIVO O MORTO? X – …canterebbe Ligabue. Nei giorni incandescenti in cui la Fiorentina si stava ritrovando travolta dalla tempesta del divorzio con Gattuso, ecco arrivare anche le prime indiscrezioni circa un accordo mancante tra l’Unico Dieci gigliato e la società. Apriti cielo. La Fiorentina ha pensato per Antognoni ad un ruolo a livello giovanile, una sorta di omologo di Burdisso, il nuovo Direttore Tecnico, ma con mansioni prettamente incentrate sullo scouting e sulla crescita dei talenti. Giancarlo, fino a poco tempo fa Club Manager e Technical Manager, non ha gradito questa offerta, che per inciso prevede anche un ribasso della parte fissa dello stipendio a fronte di un rialzo dei bonus raggiungibili attraverso i risultati ottenuti. No, non ci siamo, ha pensato il Campione del Mondo 1982. Perciò si è arrivati al 29 giugno, il giorno precedente la scadenza del contratto, senza riuscire a risolvere nulla, come confermato dallo stesso protagonista della vicenda: “Siamo sempre in pareggio, per adesso. Vediamo alla fine, tra una settimana, quando torno dalle vacanze, cosa succede”. Più di una settimana dopo, non è successo nulla.

    PER COLPA DI CHI? – Di dolce come lo Zucchero, qui, non c’è nulla. Eppure, le parole in musica di Adelmo Fornaciari ci danno l’assist per tornare sulle parole di Antognoni, tornato dalle sopracitate vacanze e presente l’altro ieri ad una cena organizzata dal gruppo degli Ultras Viola ’73: “Oggi mi ritrovo a decidere una cosa abbastanza importante, non per colpa mia ma di qualcun altro. A prescindere dalla mia decisione noi saremo sempre insieme, questo è quello che conta”. Dopo qualche giorno, a quanto sembra, il punteggio tra Antognoni e la Fiorentina è cambiato, nella partita che vale il nuovo accordo: si va verso la sconfitta, e siamo nei minuti di recupero. Antognoni ha usato un termine molto forte: “colpa”. Non ha specificato a chi si riferisce, ma il contesto lo rende evidente. La colpa in questione sarebbe da attribuire alla dirigenza della Fiorentina, rea di non considerare abbastanza il valore tecnico, umano e simbolico di un vero e proprio monumento vivente per Firenze e per la sua squadra di calcio.

    FIUMI DI PAROLE – Quelli che scorrono da giorni in merito alla vicenda, e che non smetteranno di farlo a maggior ragione una volta che la sentenza verrà emessa. Da chi grida allo scandalo, a chi si preoccupa soprattutto del mercato dei giocatori, fino ad arrivare a chi sostiene che Antognoni non sia all’altezza del ruolo che vorrebbe gli venisse affidato. Certo è che l’arrivo a Firenze nel 1994 di Manuel Rui Costa, uno dei talenti più cristallini che mai abbiano illuminato la Serie A con il loro bagliore, fu tutta farina del suo sacco. E poteva essere viola anche la prima maglia italiana di Lilian Thuram, poi passato al Parma ma adocchiato prima di tutti, nel 1996, proprio da Antognoni, allora uomo mercato della Fiorentina, che aveva convinto il giocatore: la trattativa si arenò a causa delle perplessità della dirigenza viola legate a presunti problemi di vista, come ha raccontato anni dopo la leggenda francese. Insomma: non stiamo parlando di uno sprovveduto, o di qualcuno che vive di rendita solo grazie alle sue imprese sul terreno di gioco. La Fiorentina, per bocca del presidente Commisso e del DG Barone, assicura di aver pensato al ruolo più adatto per Antognoni e di aver fatto l’offerta giusta. Sarà davvero così? Con tutto il rispetto per una proposta che ha senso, visto l’occhio dell’Unico Dieci per il talento, ci sono ragioni per rispondere di no.

    IL SUO RUOLO, MI SPIEGHI QUAL E’? – Il triangolo… perché no? Perché non avvalersi al contempo sia delle conoscenze argentine e sudamericane di Nicolas Burdisso sia della grande esperienza e appartenenza al mondo viola di Giancarlo Antognoni per la Prima Squadra? Alla fine, per una persona che ha scritto la storia di un club da giocatore come da dirigente, essere “relegato” alle giovanili, per quanto utile, può sembrare riduttivo. Allora si poteva pensare ad un altro ruolo, più di primo piano, anche se differente dal precedente. Probabilmente, molto probabilmente, così non sarà. Lo ha detto lo stesso Burdisso: “Devo occuparmi dei bisogni della prima squadra ma anche del settore giovanile. Come responsabile tecnico sono io a dover proporre i nomi e cercare talenti in tutto il mondo”. Quindi niente divisione dei compiti tra grandi e piccini, farà tutto l’ex Boca Juniors. Insieme a Barone e al DS Pradè, ovvio. E non si fraintenda il senso di quanto si scrive: la Fiorentina ha tutto il diritto di preferire l’apporto di Burdisso a quello di Antognoni in certi ambiti piuttosto che in altri. Giancarlo ha tutto il diritto di rifiutare l’offerta così come la società gigliata di non riformularne una differente. Tuttavia, la responsabilità della decisione che verrà presa all’inizio della prossima settimana, risulti essa vincente o perdente, sarà da attribuire alla dirigenza.
     

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