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  • Il Milan e la seconda stella: auto-declassamento del club più titolato

    Il Milan e la seconda stella: auto-declassamento del club più titolato

    • Gianluca Minchiotti

     

    Da un po' di tempo a questa parte, il Milan pensa più al campionato che alla Champions League. E' un cambio di mentalità, e di obiettivi, epocale, per il club italiano che ha conquistato più trofei internazionali. Anzi, per il club che di coppe internazionali ne ha vinte più di tutti al mondo, come amano ricordare in via Turati.

    Tutto iniziò con le parole di Adriano Galliani, estate 2010: "In questa stagione puntiamo allo scudetto, prima ancora che alla Champions. E' da troppo tempo che non vinciamo il tricolore". Detto, fatto: il Milan a maggio 2011 conquista il suo 18° scudetto.

    Quest'anno, poi, oltre a puntare alla conquista del 19° scudetto, il Milan guarda già avanti, e pensa alla seconda stella. "L'anno prossimo dobbiamo giocare per la seconda stella", ha spiegato il 23 marzo Max Allegri, ribadendo un concetto già espresso da Galliani addirittura a giugno 2011: "Sarà Allegri a conquistare il 20° scudetto, è questa la missione del Milan".

    E' questa, dunque, la nuova missione del Milan. E non c'è dubbio che, per una società gloriosa e vincente a livello euro-mondiale come quella rossonera, indicare il titolo nazionale come obiettivo primario costituisca una sorta di auto-declassamento. Una velata ammissione di impotenza, dopo le eliminazioni in Champions degli ultimi anni con Arsenal (ottavi), Manchester United (ottavi), Tottenham (ottavi) e Barcellona (quarti). Il discorso è chiaro: siccome non ce la faccio più ad essere il migliore in Europa, come un tempo, mi accontento di essere il migliore in Italia.

    E l'auto-declassamento del Milan, come è evidente, è anche l'auto-declassamento di tutto il calcio italiano. Perché se il nostro club più titolato a livello internazionale abdica, figuriamoci gli altri come sono messi...

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