Milan, la difficile missione di Tare: cosa insegnano i casi di Maignan, Theo Hernandez e Pulisic
REIJNDERS, FISSATE LE VISITE COL MANCHESTER CITY
Molto più grave e molto più impattante del pessimo rendimento avuto dalla squadra nel corso dell'ultima stagione, molto più penalizzante dell'essersi privati di una vetrina come la Champions League e molto più determinante della destrutturazione sistematica di una squadra che aveva saputo ritrovare una certa competitività almeno in Serie A è il modo col quale l'attuale dirigenza del Milan ha scelto di rapportarsi con alcune delle pedine più centrali dello spogliatoio. Giocatori che hanno contribuito a rilanciare la squadra rossonera su alti livelli ma che, da diversi mesi a questa parte, sono entrati in una fase di palese rottura con le figure apicali del club. E che verosimilmente, già dopo l'addio di una figura di riferimento come Paolo Maldini, hanno cominciato a coltivare qualche dubbio sul progetto tecnico.
REIJNDERS VIA SOLO PER 55 MILIONI? ECCO PERCHE'
Theo Hernandez, al netto di un rendimento sul campo che è andato in costante calando dalla stagione dello Scudetto di Pioli in poi, ha visto interrompersi da tempo i discorsi per un potenziale prolungamento del contratto in scadenza nel giugno 2026. Ha assistito da spettatore, lo scorso gennaio, all'eventualità di un trasferimento al Como a metà campionato. E, più recentemente, si è visto offerto all'A-Hilal del neo-allenatore Simone Inzaghi, dopo aver a sua volta sondato senza fortuna la pista che conduceva ad un ritorno al Real Madrid. Nuovamente al centro dei rumors di mercato per effetto delle indiscrezioni sull'Atletico Madrid, il terzino francese rischia alla lunga di rivelarsi un problema molto più grande per il Milan: senza intesa con un altro club, non si può escludere la “peggiore” delle ipotesi, ossia un addio da parametro zero nell'estate del 2026.
ALLEGRI SCENDE IN CAMPO PER MAIGNAN
Un danno tecnico a cui se ne aggiunge uno di natura economica. Un copione che rischia concretamente di ripetersi nel caso di Mike Maignan, rilanciato da un finale di stagione dopo una parte centrale non all'altezza del suo status ed investito dall'ultimo allenatore Sergio Conceiçao del ruolo di capitano. Uno status che lo stesso Massimiliano Allegri sarebbe intenzionato a riconoscergli, se non fosse che il portiere della nazionale francese ha altri progetti nella testa. La corte del Chelsea (che non vuole assecondare la richiesta di 25-30 milioni per il suo cartellino), alla ricerca di un portiere più affidabile di quelli avvicendatisi nel corso della stagione, non lo lascia indifferente: sul piatto c'è la prospettiva di non uscire dai radar della Champions League che il Milan non può garantirgli almeno per l'anno prossimo e ovviamente quella di percepire un ingaggio all'altezza del suo lavoro. Quell'ingaggio che da via Aldo Rossi era stato prima approvato – 5 milioni di euro – e poi mai ufficialmente confermato. Tanto da generare l'insofferenza di Maignan e del suo entourage e portarlo oggi a vedersi più fuori che dentro al Milan. Nonostante i tentativi pressanti di Allegri di farlo tornare sui propri passi.
PULISIC STOPPA IL RINNOVO: LA SITUAZIONE
Non se ne parla più da tempo, ma questo non significa che la notizia dello stallo sul rinnovo di contratto anche di Christian Pulisic di qualche settimana sia finita nel dimenticatoio. Quando ancora la vicenda Reijnders non era entrata nella sua fase più calda col Manchester City e quando ancora la nomina di Massimiliano Allegri come allenatore era distante, il calciatore americano aveva fatto emergere qualche perplessità sulla sua piena condivisione del progetto tecnico in corso.
Incomprensioni, distanze ed equivoci che possono sorgere solo quando tra le parti i rapporti umani non seguono le logiche e naturali dinamiche che si verificano all'interno di una squadra di calcio. Dove la valorizzazione della persona, prima ancora dell'atleta, è un concetto che non si può derubricare come demodé. La scelta di puntare su un direttore sportivo “tradizionale” come Igli Tare è forse la prima ammissione di colpa in relazione ai tanti errori – Furlani dixit – commessi nel corso dell'ultima disastrosa stagione del Milan. Al dirigente albanese e ad un altro uomo navigato come Allegri il compito di riportare la normalità in casa rossonera. E provare a scongiurare il peggio, nel caso di Maignan e Pulisic, prima che sia troppo tardi.
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