
Ce l'ho con... Agnelli, i numeri della Juve sono preoccupanti. O conta di più fare la Champions degli eletti?
NUMERI PREOCCUPANTI - E' notizia di ieri la "retrocessione" del titolo della Juventus dall'Ftse Mib (il listino dei 40 titoli più pregiati a Piazza Affari) al Mid Cap, conseguenza del crollo del valore delle azioni del 31,8% giungendo a quota 0,847 euro, mentre il calo raggiunge il 44% rispetto allo scorso aprile prima della sfida di ritorno con l'Ajax quando le azioni si attestavano a 1,57. In sintesi, il titolo in Borsa dei bianconeri è sceso al livello di luglio 2018. Le contrattazioni si sono di gran lunga ridotte, le vendite delle ultime sedute le hanno riportate sui 25 milioni di pezzi a fronte di una fascia di oscillazione che si attesta tra i 5 e i 10 milioni. Uno scenario tutt'altro che lusinghiero e che si aggiunge ai 50 milioni di euro registrati nell'ultimo bilancio semestrale, con previsioni di perdita per giugno non propriamente rassicuranti.
MALAGESTIONE - Qualcosa non ha chiaramente funzionato nella gestione sportiva e finanziaria della Juventus negli ultimi tempi, con i ricavi che sono diminuiti e i costi che sono saliti oltre il livello di guardia in certi casi, su tutti gli stipendi dei calciatori attualmente nella rosa di Maurizio Sarri. La recente politica dei rinnovi di contratto per giocatori ultra-trentenni ha generato delle sofferenze per il bilancio, come la scelta di ricorrere sempre più a parametro zero - rivelatisi di dubbia resa in campo - dai costi spropositati. Che sono poi alla base delle difficoltà palesate dal responsabile dell'area tecnica Paratici a fare cassa (e plusvalenze) attraverso le cessioni. Più che guardare in casa degli altri e invece di inchinarsi agli esempi di buona gestione di provincia come l'Atalanta, Agnelli farebbe bene a riflettere su ciò che non ha funzionato alla Juve negli ultimi tempi. E a risolvere i suoi di problemi e non entrare in faccende per conto di altri.