Fuori tempo massimo? Macché. A Peschiera, casa Chievo, è tornato di moda l'albero di Natale. Palline e addobbi. Pure le luci colorate. Babbo Di Carlo ha pensato anche questa. A Genova l'intuizione. Un'illuminazione. La terza della sua lunga avventura veronese. Ad intermittenza. Ma va vene così. Perchè Di Carlo, alla fine, è l'allenatore giusto per il Chievo.

Lo dicono i risultati. Quasi salvo quest'anno. E siamo ai primi giorni di marzo. Salvo l'anno dell'addio. Miracolosamente salvo quando prese per mano una squadra inguaiata e in evidente difficoltà. Ora direte: cosa c'entra l'albero di Natale? Fuori stagione poi. Beh, è l'ultima intuizione del Mimmo. Dopo Pinzi trequartista mascherato. Dopo Thereau suggeritore dietro le punte, ecco la scelta del 4-3-2-1.

Voleva più qualità e più forza. In un colpo solo ha convinto tutti. Abbinando Bradley a Rigoni e Cruzado a Thereau. L'esperimento, ben riuscito a Marassi, non è stato replicato solo perché le squalifiche hanno privato l'allenatore di uomini chiave. Presto potrebbe tornare di moda. Ma ancora una volta Di Carlo ha dimostrato di saper modellare l'intuito più di quanto si possa pensare. E un albero di Natale ancora acceso a primavera non è cosa da tutti.