Hakimi e Conte, un'intesa... al bacio: i numeri non mentono, pochi esterni spaccano le partite come lui
CHE NUMERI - Il quinto assist della prima stagione in Serie A di Hakimi va ad aggiungersi ai 6 gol realizzati, ai 27 tiri in porta scoccati, ai 15 passaggi chiave effettuati e alle 17 occasioni da gol create: numeri che lo eleggono di gran lunga tra i migliori esterni destri in Italia e in assoluto tra i laterali con caratteristiche offensive più efficaci nel panorama italiano. Restando sulla sua corsia di competenza, soltanto gli juventini Chiesa e Cuadrado, peraltro con caratteristiche molto diverse, reggono il suo passo: l'ex giocatore della Fiorentina ha messo a referto sin qui 7 reti e altrettanti assist, ha effettuato 15 passaggi chiave e creato 22 occasioni da gol, mente il tuttofare colombiano - che ha agito principalmente da terzino e segnando un solo gol - ha collezionato 7 assist e creato altre 6 occasioni. Allargando il discorso anche agli esterni mancini con qualità tecniche e tattiche paragonabili alle sue, Hakimi spicca nelle statistiche rispetto ai vari Theo Hernandez (4 reti, 5 assist, 10 passaggi chiave e 14 occasioni da gol) e il veronese Dimarco - 4 reti, 3 assist, 17 passaggi chiave e 14 occasioni da gol - mentre l'unico fuori portata a mero livello numerico è l'atalantino Gosens, che vanta 9 gol, 5 assist, 8 passaggi chiave e 24 occasioni da gol.
CRESCITA CONTINUA - Superate le iniziali e comprensibili difficoltà di un periodo di adattamento sia sotto l'aspetto calcistico che umano - dopo essere passato negli ultimi anni da realtà molto diverse come la Spagna e la Germania - Hakimi è entrato sempre di più negli schemi e nella filosofia di Antonio Conte, che in pochi mesi è passato da frasi come "Il ragazzo ha 20 anni e ha giocato solo due stagioni a Dortmund, dove si gioca un calcio molto meno tattico rispetto al nostro. In Bundesliga non studiano così da vicino un avversario e non elaborano i punti deboli in modo così preciso come avviene in Serie A", ad incassare i complimenti dell'agente del giocatore: "Si trova bene all'Inter con Conte, che è un grandissimo allenatore: il suo gioco esalta Achraf e credo che risulterà molto migliorato con questa esperienza nerazzurra". Questione di affinità che va ben oltre la semplice stima.