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  • Inter, due totem come Godin e Skriniar sono in difficoltà. Prende forma un paradosso

    Inter, due totem come Godin e Skriniar sono in difficoltà. Prende forma un paradosso

    • Pasquale Guarro
    Gli sforzi portano risultati, ma le difficoltà sono oggettive. La difesa dell’Inter è la seconda meno perforata del torneo, dietro alla Lazio e davanti alla Juventus. Segno che le cose non vanno poi così male, anche se analizzando la questione  nel dettaglio qualcosa da sistemare c’è. Quando si parla di numeri sembra tutto semplice, in realtà non lo è. Per un difensore, anche esperto, c’è tanta differenza nel dover interpretare un sistema a tre o a quattro, specie per chi gioca ai lati del centrale. Cambia la porzione di campo da occupare, che aumenta molto nel primo dei due casi, e con tecnici come Conte, in fase di possesso diventa fondamentale saper giocare il pallone con i piedi stando alti sulla linea di metà campo. Ovviamente tutto, o molto,  dipende dalle caratteristiche e dall’inclinazione degli atleti. Cose che riescono semplici ad alcuni possono risultare di difficile applicazione per altri, nonostante le ore, le settimane e i mesi di esercitazione sullo stesso sistema di gioco.

    LE DIFFICOLTA' DI SKRINIAR E DE VRIJ - Presi i titolari dell’Inter (Godin, de Vrij e Skriniar, rimanendo ovviamente concentrati esclusivamente sulla difesa), solo l’olandese sembra realmente muoversi con agio. Godin e Skriniar, non offrono la stessa sicurezza. L’uruguaiano, totem dei colchoneros e per anni tra i migliori difensori al mondo, sbaglia molte giocate col pallone tra i piedi e va in difficoltà nei ripiegamenti a campo aperto. Lo slovacco, invece, appare macchinoso. Lui, che è bravo soprattutto sull’uomo, perde riferimenti e sbaglia spesso posizionamento. Inoltre, giocando a sinistra, ha problemi nell’utilizzo del piede debole. Parliamo di grandi difensori, due che nonostante tutto riescono ugualmente a vincere molti duelli, ma che nel sistema di gioco a tre faticano quando affrontano avversari di un certo livello.

    IL PARADOSSO - Anche per questo motivo Bastoni sta trovando sempre maggiore spazio. Per caratteristiche, il classe ’99 è quello che maggiormente asseconda le richieste di Conte, anche se deve ancora compiere qualche passo avanti dal punto di vista dell’esperienza della cattiveria. A sinistra l’ex Atalanta e Parma ha dimostrato di saper costruire buone trame di gioco col suo mancino e non ci sarebbe da meravigliarsi se per le prossime sfide il tecnico salentino tornerà ad affidarsi a lui, con Skriniar che tornerebbe a destra, dove non eccelle ma può almeno contare sul fatto di poter utilizzare il piede preferito. Da quel lato c’è anche Danilo D’Ambrosio, che negli anni è divenuto elemento importante per la rosa nerazzurra. Per anni l’ex Torino ha giocato da terzino di una linea a quattro o da esterno nei cinque di centrocampo, ma forse il suo ruolo ideale è proprio quello da terzo di difesa. Bravo in marcatura, dotato di ottime qualità atletiche e discreto con i piedi. Così prende forma il paradosso: Godin e Skriniar sono fortissimi, ma forse quelli che maggiormente rispondono alle esigenze di Conte sono proprio D’Ambrosio e Bastoni.

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