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  • Inter, non esiste ragione per esonerare Inzaghi: neanche Conte riuscirebbe a far meglio, ma la crisi va risolta subito

    Inter, non esiste ragione per esonerare Inzaghi: neanche Conte riuscirebbe a far meglio, ma la crisi va risolta subito

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Non c’è una ragione seria e credibile per esonerare Simone Inzaghi. All’Inter ha appena cominciato la sua seconda stagione e la prima è stata caratterizzata dalla vittoria di due trofei (Supercoppa e Coppa Italia) e da un campionato da protagonista. E’ vero che l’Inter ha regalato lo scudetto al Milan, ma è altrettanto vero che la squadra nerazzurra era stata indebolita, l’estate scorsa, dalle partenze di Lukaku e Hakimi. Dzeko e Dumfries non li valgono, eppure l’Inter è stata prima lungamente in testa e poi attaccata al Milan fino alla fine. Neppure Conte ha vinto al primo anno. Anzi, ha pure perso la finale di Europa League e nessuno, nemmeno lontanamente, si è sognato di contestarlo.

    In questo scorcio di stagione, l’Inter ha pagato, prima la mancata condizione di Lukaku ed ora il suo infortunio. Pochi, poi, ricordano che è partito Perisic senza essere, almeno per ora, adeguatamente sostituito da Gosens. È vero, l’Inter ha perso con la Lazio e il derby, ma l’andamento delle squadre di testa, esclusa l’Atalanta, è tale che nulla risulta compromesso. Più realisticamente siamo in presenza di una crisi incipiente che deve essere allontanata al più presto. L’incrocio con il Torino sarà rivelatore delle condizioni generali del gruppo. Una vittoria contro un’ottima squadra (il Torino, appunto) dovrebbe avere un doppio effetto: rilanciare l’Inter in classifica e reperire entusiasmo per il resto della stagione.

    Discorso a parte merita la Champions League. L’Inter è finita in un girone impossibile (Barcellona e Bayern Monaco sono nettamente superiori) e l’unico obiettivo lecito per continuare la strada in Europa è la conquista del terzo posto. Scivolare in Europa League non è un disonore, anzi offre una realistica possibilità. Quella di competere per un trofeo di valore con la credibilità per vincerlo. Bayern e Barcellona sono di un’altra categoria e non esiste oggi un allenatore in grado di colmare quel gap. Neppure Conte potrebbe fare di più.

    Piuttosto val la pena di chiedersi come giochi adesso l’Inter. Non si può dire male, come non si può nemmeno dire che non sia una squadra organizzata. Ha problemi in difesa, questo lo vedono tutti, ma il deficit non è riconducibile al sistema di gioco. Ci sono condizioni di forma scadenti (Bastoni anche perché non sta bene) ed errori dovuti all’attenzione (Skriniar, De Vrij, contro il Bayern è stato anche il caso di D’Ambrosio e Dumfries).

    Detto che subire troppi gol all’inizio del campionato è stato anche un problema di Conte nella stagione dello scudetto, è chiaro che Inzaghi deve lavorare di più per migliorare sia le prestazioni individuali, sia i meccanismi collettivi. Non credo che tutto si risolva cambiando gli interpreti anche perché Acerbi (secondo me sarà molto utile) non è ancora pronto. La realtà è che la possibile cessione di Skriniar al Paris Saint Germain ha svuotato il calciatore di energie mentali. Non è facile far convivere gli allenamenti con il cellulare, come è chiaro che troppe volte il pensiero è andato al possibile trasferimento a discapito della concentrazione.

    A centrocampo per ora, Brozovic è mancato in troppe circostanze e Barella è fuori fase anche se domani rientrerà, al pari di Handanovic. Fossi nell’allenatore interista inserirei Mkhitaryan al posto di Calhanoglu e lascerei a riposo Dumfries per un paio di partite. Se perde la corsa, è un esterno senza utilità. Davanti Dzeko e Lautaro non sono sostituibili. Correa è un piccolo caso perchè San Siro lo ha preso di mira. È sgradevole, ma in questi casi o si ha la scorza per non farsi condizionare, oppure va preservato sia il calciatore che il ragazzo.

    Si dice, infine, che Inzaghi abbia una buona rosa e sono d’accordo se si parla del campionato italiano. Ma questa rosa non andrebbe bene al suo eventuale sostituto che molti indicano in Roberto De Zerbi. L’ex Sassuolo, che ha appena rifiutato il Bologna, meriterebbe una chances con una grande squadra, ma prenderne una in corsa sarebbe ad alto rischio per l’apprendimento del suo gioco. In secondo luogo, non credo che tutti i giocatori dell’Inter sarebbero funzionali per realizzarlo. Questi due fattori rendono al momento incompatibile l’avvicendamento. Che, comunque, non è nella testa della proprietà e dei dirigenti, ma solo nella pancia dei tifosi più esacerbati. 

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