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  • Jacobelli: che inciucio per Tavecchio, questo sistema va demolito
Jacobelli: che inciucio per Tavecchio, questo sistema va demolito

Jacobelli: che inciucio per Tavecchio, questo sistema va demolito

In fondo, hanno fatto persino alla svelta: quando si tratta di difendere la poltrona, in questo meraviglioso Paese non si è mai troppo veloci.

L'Italia è stata buttata fuori dal mondiale il 24 giugno; il consiglio federale straordinario ha  accettato le dimissioni di Abete il 30 giugno, fissando per l'11 agosto l'elezione del nuovo presidente; la Lega di A si è genuflessa a Tavecchio il 24 luglio (18 sì, 2 no, quelli di Juve e Roma) dopo che lo stesso aveva già fatto la B di Abodi, quello che era stato trombato dall'asse Galliani-Lotito nella corsa alla presidenza di Lega A sfociata nella conferma di Beretta, quello che doveva essere il nuovo che avanza e, invece, è il vecchio che ritorna.

Calciomercato.com era stato facile profeta, una settimana fa, quando la Lega di A aveva incaricato Agnelli e Lotito di consultare gli altri presidenti per stilare il programma e trovare un candidato comune. "Agnelli, nessun inciucio con Lotito per la Figc o vince Tavecchio", avevamo titolato.

Agnelli non ha inciuciato sulla Figc, alla quale peraltro la Juve ha fatto causa per 400 milioni di euro, ma ha accettato l'accordo per tornare in Consiglio di Lega, cioè nella stanza dei bottoni, dove si decidono le spartizioni dei milioni dei diritti tv.

Lotito, fresco del trionfo sul caso Astori (e già passato alla storia del calcio italiano e della Lazio: sotto la sua gestione, nella primavera 2014 l'Olimpico si è svuotato), insieme con Galliani ha tessuto le fila di queste manovre perchè, alla fine della fiera il calcio italiano, ottava azienda del Paese, sia presieduto dal Numero Uno dei Dilettanti, absit iniuria verbis.

Ribadiamo il concetto: nulla di personale nei confronti di Tavecchio, persona rispettabile che, almeno, quando parla, non ha bisogno della sottotitolazione, necessaria invece per tradurre il politichese del predecessore. Tutto contro un Sistema così putrescente, così fallimentare, così vecchio, da sperare che autoimploda e Malagò mandi il commissario e si riparta almeno da zero. Perché l'11 agosto andremo sottozero.

En passant, è curioso che Galliani sia uno dei due amministratori delegati del Milan su posizioni diametralmente opposte rispetto all'altro, cioè Barbara Berlusconi, in queste settimane generosamente spesasi per chiedere il rinnovamento mentre il braccio destro del padre remava in direzione contraria. Il 30 luglio Galliani compirà 70 anni e Barbara 30: chissà se faranno una festa di compleanno unica e a spegnere le candeline sarà Tavecchio con Lotito.

Riassumendo: Tavecchio, 71 anni, presidente dei Dilettanti dal '97, l'11 agosto verrà eletto con almeno il 69% dei voti (34% Lega Dilettanti più 17 % Lega Pro presieduta da Macalli, 77 anni, in carica dal '97, più l'11% della serie A più il 5% della B più il 2% degli arbitri). Ad Albertini, se manterrà la candidatura, andrà il 31% (Juve e Roma + 20% calciatori + 10% allenatori). 

Macalli e Lotito saranno i due vice di Tavecchio, con Gino Pozzo dell'Udinese ad occupare in consiglio federale l'altro posto riservato alla serie A; insieme con Campedelli e Zamparini, in Consiglio di Lega ecco Agnelli, Angelomario Moratti e Cognigni dopo che, nel gennaio 2013 Juve, Inter e Fiorentina erano state buttate fuori con la rielezione di Beretta. Nella fondazione per la mutualità entrano Giulini, Setti e ancora Agnelli che, almeno, ha avuto il buongusto di annunciare l'autoesclusione dal consiglio federale avendo definito "inadeguato" Tavecchio non più tardi di due settimane fa.

In Via Rosellini non l'ammetterà mai nessuno e a pensar male si fa peccato, ma qualche volta s'indovina. Il sospetto è forte: curiosamente, l'inciucio su Tavecchio in Figc ha partorito la pace in Lega e il ritorno all'ovile delle Grandi che erano state estromesse dall'accordo Galliani-Lotito del gennaio 2013.

Con tanti saluti alle richieste di rinnovamento e bla bla bla, formulate in queste settimane (vero, De Laurentiis?) e con tanti saluti al signor Thohir che, sarà anche uno nuovo del villaggio, ma ha subito capito da che parte tira il vento.

Il bello è che il programma della Lega di A ha le stesse probabilità di venire adottato da Tavecchio e sodali che ha Lotito di fare pace con i tifosi della Lazio, imbufaliti dopo il caso Astori. Zero. 

La Serie A a 18 squadre e la B a 20 non va giù alla B; il campionato riserve è fumo negli occhi di Macalli e della C, nonostante negli ultimi quindici anni la terza serie abbia registrato un numero impressionante di fallimenti tanto da ritornare dopo 36 anni, al campionato unico  suddiviso in tre gironi; un calendario che agevoli il lavoro della Nazionale e del prossimo ct, chiunque sia, sottraendo date alle lucrose tournée estive intercontinentali, non sta bene a nessuno.

Andiamo avanti così, sino all'ultimo stadio. Tanto, la situazione è eccellente: l'Italia è rotolata al posto n.14 del ranking Fifa e al n.5 del ranking Uefa, scavalcata anche dal Portogallo; l'ultima vittoria di una squadra tricolore in una Coppa europea è datata 2010; negli ultimi due mondiali, la Nazionale 4 volte iridata, 1 volta campione olimpica ed europea, è stata buttata fuori dopo la terza partita della fase finale; 6 milioni di spettatori in meno negli stadi della penisola sono stati contati negli ultimi 6 anni; la stragrande maggioranza degli impianti dei campionati professionistici è obsoleta, fatiscente, insicura; nell'ultimo campionato di A, la presenza di stranieri in campo ha sfiorato il 58% e il fenomeno è in crescita esponenziale in molti settori giovanili; Ciro Esposito, 27 anni, tifoso del Napoli, è morto dopo cinquantatré giorni di agonia causati dal colpo di pistola che gli è stato sparato mentre andava allo stadio della capitale, teatro della finale di Coppa Italia.
In tribuna d'onore, c'erano i vertici dello sport italiano, il presidente del Senato e il presidente del Consiglio, ma a decidere che la partita si giocasse comunque è stato Genny 'a Carogna. Ai funerali di Ciro Esposito c'era il presidente del Coni, non risulta fossero presenti il presidente per quanto dimissionario della Figc e il presidente della Lega di serie A. Ma di che cosa stiamo parlando?

Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com






 

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