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Joao Pedro racconta: "Italia? Mi chiedevo perché fossi lì. Segnare alla Macedonia mi avrebbe cambiato tutto"
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"Non sono stato bravo a gestire quel periodo. Quello è il mio unico rammarico, oltre che per com'è andata poi la partita. Dal 2017 io ho la cittadinanza ma non mi aspettavo la convocazione. Pochi giorni prima il ds del Cagliari Capozucca mi ha detto: 'L'Italia mi ha chiesto di te'. Io ero a prendere il caffè con i magazzinieri e non capivo: 'Ma per cosa?' 'Per convocarti'. Gli ho risposto: 'Dai, non scherzare'. Stavo per andarmene, ma mi fa: 'Sono serio'. Poi è arrivata davvero la chiamata".
"Non era una cosa che mi passava per la testa. Trascorrevo il tempo a chiedermi: 'Merito di essere qui?' Quella cosa mi ha bloccato. Non penso al fatto che avrei dovuto o potuto giocare di più. Sono entrato ancora sullo 0-0, eravamo a Palermo, speravo di segnare: sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Quando quella palla è entrata, si è spento tutto. Buio totale. In spogliatoio c'è stato di tutto: chi ha passato la sera con la testa abbassata, chi piangeva, chi non ci credeva. Ma quella sera si è pagato ciò che era successo prima: c'era la paura di restare fuori ancora, sentivi il peso di 4 anni prima. Io ho avuto una mezza palla per fare goal. Credevo di riuscirci. Avrebbe cambiato la nostra storia in quel momento e la mia carriera al 100%".
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