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  • Lucchini: 'Sampdoria, avrei firmato in bianco e sarei rimasto a vita. La proprietà...'

    Lucchini: 'Sampdoria, avrei firmato in bianco e sarei rimasto a vita. La proprietà...'

    Stefano Lucchini è rimasto nel cuore dei tifosi della Sampdoria. Merito di una professionalità indiscutibile, di un attaccamento mai nascosto per i colori blucerchiati, e anche di un passato che include il momento migliore della storia recente blucerchiata: "Il ricordo più bello è chiaramente il giorno della festa per la qualificazione in Champions League, me lo ricordo dall’inizio alla fine, ogni singolo momento: dalla tensione prima della partita alla gioia pazzesca dopo la vittoria, con tutti i tifosi per le strade della città" ha detto l'ex difensore a Sampnews24.com.

    "Il ricordo più divertente? Parliamo sempre di quel giorno" ha aggiunto Lucchini. "Non mi era mai capitato, e invece proprio dopo quella partita fui sorteggiato per il test antidoping. C’era il pullman della squadra che mi aspettava per andare a festeggiare, ma io ero bloccato: le provavo tutte, i dottori mi facevano bere tantissimo e mi accompagnavano a fare due passi sull’erba del campo, dicendomi che mi avrebbe stimolato ad andare in bagno. Dopo un po’ finalmente riuscii a liberarmi e mi ricordo la corsa fino al pullman, che fortunatamente era appena partito e aveva fatto poca strada. Una volta salito, ironia della sorte, mi accorsi che mi scappava da morire la pipì, perché logicamente avevo bevuto molto. Passai tutta la festa con questa sensazione".

    Alla Samp Lucchini ebbe come presidente Riccardo Garrone, condividendo con lui tanti ricordi: "Non ce n’è uno in particolare, era speciale la condivisione della quotidianità con lui. Un giorno sì e uno no, se non tutti i giorni, il presidente veniva al campo: ti parlava di tutto, ti chiedeva come stavi, come andava in famiglia. Penso che la bravura di un presidente stia proprio nel far sentire importanti i suoi giocatori. Per fare un esempio, mi ricordo che appena arrivato alla Samp mia moglie diede alla luce il mio primo figlio: Garrone fece recapitare un enorme mazzo di fiori in ospedale, eppure ero arrivato da soli tre giorni alla Samp. È sempre stato un signore con la esse maiuscola".

    Un rimpianto è quello di non aver finito la carriera in blucerchiato. E dire che Lucchini sarebbe rimasto a vita: "Certo, l’ho già detto tante volte. Ha fatto molto il cambio dirigenziale. L’anno dopo la qualificazione in Champions avrei dovuto rinnovare a vita, come Palombo e Gastaldello, si parlava di chiudere la carriera alla Samp con un contratto di quattro o cinque anni: si pensava di trasformarlo all’ultimo anno in un contratto da dirigente, per rimanere all’interno della società, con un ruolo che non era stato ancora definito. Palombo e Gastaldello riuscirono a rinnovare in tempo, quando venne il mio turno invece la squadra andava male e la società temporeggiò. Arrivò un nuovo dirigente (Pasquale Sensibile, ndr) che disse di voler guardare negli occhi ogni giocatore per capire la voglia che aveva di rimanere alla Samp anche in Serie B. Io, come ho sempre detto, non sono mai stato chiamato: probabilmente mi avrebbe fatto dieci anni di contratto per la voglia che avevo di rimanere. Chiarisco che sono sono stato ceduto a zero, nonostante l’anno prima fossi andato in nazionale e avessi conquistato la qualificazione in Champions: qualcuno ha scritto che sono stato venduto e altre cose, ma non è vero niente".

    "Per la Samp avrei firmato anche in bianco, per poi magari riparlare di ingaggio solo una volta tornati in Serie A l’anno dopo. Io sono molto legato a Genova e, quando torno, l’affetto che mi dà la gente mi lascia sempre senza parole" aggiunge. "Di certo, io la barca non l’avrei mai abbandonata: purtroppo c’è stato il cambio di dirigenza, ma non voglio fare polemiche. Detto questo, non mi lamento e non rinnego ciò che poi è stato con l’Atalanta, che, anzi, ringrazio. La mia idea iniziale, però, era quella di rimanere alla Samp: stavo anche cercando una casa più grande con la mia famiglia, in vista di un rinnovo e di sistemarmi lì. Non nego che sarei tornato anche negli ultimi anni, ma purtroppo le strade non si sono mai incrociate di nuovo. Posso dire che è un grande rimpianto".

    Un ritorno però non è da escludere a breve termine, sia pure di breve durata, per analizzare i metodi di Ranieri: "Il mio obiettivo è fare l’allenatore. Adesso sto seguendo un master con Palombo e altri giocatori, stavamo girando prima che scoppiasse la pandemia. Magari riprenderemo quando tutto sarà passato e non è detto che, se il campionato Primavera chiuderà, io possa venire a trovare il mio capitano (Palombo, ndr) e vedere mister Ranieri in azione. Sicuramente può darmi tanto, anche sul piano dell’esperienza e della gestione del gruppo. Se possibile, vorrei fare anche una chiacchierata con lui: sicuramente mi farebbe bene imparare qualche trucco del mestiere" conclude Lucchini.

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