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  • Palmieri ricorda la retrocessione della Samp: 'A Bologna rigore indegno, da vergognarsi'

    Palmieri ricorda la retrocessione della Samp: 'A Bologna rigore indegno, da vergognarsi'

    • Lorenzo Montaldo
    Una ferita che non si è ancora sanata a Genova, sponda Sampdoria, è quella della sanguinosa retrocessione del 1999. E dire che il successo sulla Fiorentina aveva regalato speranza alla formazione blucerchiata. In quella squadra in attacco giocava anche Francesco Palmieri, che ha ricordato così le ultime giornate di un campionato travagliato.

    "​Alla partita con la Fiorentina arrivammo carichi, eravamo consapevoli di aver attraversato un momento difficile, ci era mancato Montella per diversi mesi, ed era senza dubbio il giocatore più forte di quella squadra. Eravamo in grandissima ripresa e stavamo facendo ottime cose" ha raccontato a Sampdorianews.net. "Quel giorno ci trovavamo di fronte la Fiorentina, una formazione forte, che stava facendo un buon cammino in campionato. Noi però eravamo consapevoli della nostra forza e della possibilità di affrontare la gara nella maniera giusta".

    Le cose però furono subito complesse: "Pronti-via, andammo sotto per il rigore di Rui Costa, e la partita fu da subito in salita. Il clima però era caldo, i tifosi ci seguivano con trepidazione e grandissimo attaccamento, e in quella occasione ancor di più, si fecero sentire dall'inizio alla fine. Riuscimmo quindi con la nostra reazione a pareggiare, ricordo la mia azione sulla destra, rientrai dal destro sul sinistro e misi in mezzo una palla di sinistro che Montella che riuscì a stoppare di petto, segnando l'1-1. Ma all'inizio del secondo tempo la Fiorentina tornò avanti, nonostante avessimo avuto nella prima frazione l'occasione per portarci in vantaggio. Incassare il 2-1 in un momento così fu veramente una mazzata incredibile. Riuscimmo però a pareggiare nuovamente con Montella, e dopo il gol del 2-2 iniziammo a crederci sempre di più. Non volevamo assolutamente mollare in quella partita fatta di tantissime occasioni e sussulti, fatta di capovolgimenti di fronte improvvisi".

    Alla fine, l'eplosione di gioia: "Poi ci fu questa azione su scambio di Montella che mi mise una palla lunga, io stoppai e feci una conclusione di esterno sul primo palo, battendo il portiere che era Toldo. Fu davvero una grandissima gioia. Mancavano poco più di 10 minuti al 90', ma quel tempo sembrava interminabile. Ricordo che verso la fine ricevetti anche una gomitata dietro la nuca da un difensore viola, tale che andai in ospedale con il dottor Baldari per un controllo, perché la sera mi dava ancora qualche problemino".

    Poi l'episodio di Bologna, che Palmieri ricorda con toni duri: "Quella con la Fiorentina fu una gara molto emozionante, un successo che ci aveva rimesso in carreggiata in vista delle ultime partite, speravamo di andare a Bologna e giocarcela per vincere, come in effetti successe, ma qualcuno aveva deciso che la Sampdoria non doveva portare a casa i 3 punti. Noi quella partita l'avevamo vinta, ed era un risultato che ci avrebbe permesso di affrontare al meglio l'ultima in casa con il Bari, ma quell'episodio, che rivisto adesso dovrebbe ancora far vergognare, quel rigore indegno al 91', fu un insulto al calcio".

    "Qualcuno non ha voluto bene alla Sampdoria in quella penultima giornata di campionato. Non si comprese il perché, o si fece finta di non capire. Quell'arbitro, qualche anno fa, durante una trasmissione televisiva, sembra abbia ammesso l'errore, ma il suo errore costò alla Sampdoria la retrocessione, e per noi giocatori comportò scenari del tutto diversi. Molti non pensano che quell'episodio cambiò le sorti di tante persone, giocatori, dirigenti, e anche la tifoseria, che ha dovuto soffrire per degli anni.

    Quella squadra era convinta, nelle ultime due giornate, di poter vincere e raggiungere un traguardo importante, avendo dovuto affrontare molte difficoltà. Eravamo partiti a luglio con l'Intertoto, mancando di un soffio la qualificazione contro lo stesso Bologna. Avevamo dovuto fare a meno di Montella per quattro mesi, e ci fu un susseguirsi di ostacoli. Francamente, però, c'era da rimproverarsi poco nelle ultime partite. C'era casomai da rimproverarsi prima, ma quelle ultime partite le affrontammo in maniera strepitosa. Se analizziamo tutto ciò che successe in quel finale di stagione è quasi assurdo. L'episodio di Bologna mi ha fatto capire con rammarico che il calcio a volte non dà spiegazioni logiche. In quel caso nessuno di noi poteva rimproverarsi, fu qualcun altro a sbagliare".

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