Sampdoria, rientro in pullman di 9 ore. A Bogliasco lo striscione: "Questa salvezza non paga la vostra schifezza"
La lunga notte della Sampdoria si è chiusa con il sollievo della salvezza, ma il rientro a Genova è stato particolarmente lungo. Dopo aver battuto la Salernitana nel ritorno dei playout a Salerno, la squadra ha affrontato un viaggio di circa 750 chilometri verso casa, durata nove ore, a bordo del pullman ufficiale blucerchiato. Nessun volo charter, niente rientro rapido in aereo: una decisione condivisa tra società e staff tecnico prima della trasferta, legata soprattutto all’assenza di un piano voli strutturato in caso di eliminazione. Il pullman rappresentava una garanzia, una via di rientro sicura e immediata, anche nel peggior scenario possibile. La lezione di Castellammare, con l’attesa infinita in aeroporto, è stata evidentemente metabolizzata. L'unica certezza era quella di una settimana ulteriore di allenamenti in caso di disastro.
Il mezzo, risistemato dopo i danni subiti nella sassaiola di Frosinone, ha ospitato una squadra sollevata e finalmente libera dalla tensione accumulata in settimane surreali. A bordo si sono alternati cori da stadio, musica a volume alto e soste immancabili in autogrill, segno di un gruppo che ha ritrovato almeno in parte serenità e leggerezza. Ma all’arrivo, poco dopo le nove del mattino di ieri, al centro sportivo “Mugnaini” non c'era alcun tifoso ad aspettare la squadra, solo le forze dell’ordine, con due volanti e un blindato a scortare il pullman. Un’accoglienza fredda, che riflette la frattura profonda con la tifoseria.
Il traguardo raggiunto sul campo non può e non deve sanare la distanza con i sostenitori. Secondo Il Secolo XIX i Fedelissimi, uno dei gruppi della Sud, hanno fatto trovare uno striscione eloquente davanti ai cancelli del centro sportivo: “Manfredi e giocatori: questa salvezza non paga la vostra schifezza”. Un messaggio netto, duro, che conferma come il malcontento non si sia sopito e che il futuro dovrà passare non solo da scelte tecniche e strategiche, ma anche dal tentativo concreto di ricucire il rapporto con la piazza.