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  • Sampmania: Giampaolo, quello che ci voleva

    Sampmania: Giampaolo, quello che ci voleva

    • Lorenzo Montaldo
    Prime impressioni dal ritiro della Sampdoria: buone. In particolare, tralasciando tutti i discorsi relativi al mercato (quella è un'altra storia, e meriterebbe un libro a sè) a colpire nella preparazione svolta dai blucerchiati è una figura ben precisa. 

    Stiamo parlando di Marco Giampaolo, l'allenatore arrivato nel momento forse più delicato dell'estate doriana. Anche perchè il suo primo incarico è stato quello di trasformarsi in collante per l'ambiente, nel pieno della fase di transizione dalla scorsa, sciagurata stagione ad un futuro - si spera -decisamente più radioso. Non lasciamoci ingannare, il compito che si prospettava al mister era forse il peggiore in assoluto. Lo scossone dato dall'addio di Montella era una ferita fresca, e come tutte le ferite aperte bastava una minima disattenzione per renderla immediatamente infetta. Il profilo tenuto sino ad oggi dal mister, però, è stato quello giusto.

    Anche perchè lo stesso allenatore sa di essere di fronte all'occasione perfetta per rilanciare una carriera sino ad oggi davvero strana. Giampaolo insegna calcio, e lo fa seguendo un'idea ben precisa. Lavoro sul campo, sempre e comunque. Martellante, accurato, senza 'invenzioni' o fronzoli. Che non vuol dire rinnegare il bel gioco, anzi, tutt'altro. Significa prendere il meglio della tradizione e della scuola italiana, e provare a rielaborarlo. Giampaolo ripete i concetti allo sfinimento, e focalizza la sua attenzione sulla fase difensiva. Fatta in undici, mica in quattro o cinque. L'attaccante deve uscire sul portatore di palla, e i secondi di tempo in cui la squadra può provare a recuperare il pallone perso in attacco sono tre, poi occorre risistemarsi e abbassare il baricentro. Concetti elementari, ma che troppo spesso si perdono nelle pieghe di esperimenti e tentativi.

    Vecchia scuola, insomma, ma con un occhio di riguardo alle innovazioni che la tecnologia mette a disposizione. Utili per la cura maniacale del lavoro in settimana: Giampaolo riprende con un drone anche gli esercizi. Non le partite della domenica, gli allenamenti. I filmati poi vengono sottoposti alla squadra, per correggere un movimento, un posizionamento, la distanza tra i reparti.  Particolari forse, ma che danno un'idea dell'attenzione che l'ex Empoli mette nel suo lavoro.

    E ben vengano le gambe imballate nella preparazione, e anche i passi falsi con la Feralpi Salò. Le amichevoli estive, nel bene e nel male, non devono fare testo. Possono se mai fornire spunti di riflessione. A Bogliasco prima e a Ponte di Legno poi si correva tanto, e si metteva benzina nel serbatoio. Magari a gennaio i giocatori ringrazieranno. E si sperimentava anche parecchio: rotazione dei titolari, tentativi, prove e abbozzi di formazione: se c'è un momento giusto per cercare la quadra, è questo.

    Con ciò non voglio dire che Giampaolo magicamente risolverà tutti i problemi della Samp, sarebbe ingenuo, pretenzioso e avventato. Eppure, l'inizio è incoraggiante, e lascia ben sperare. Se le cose non dovessero funzionare - e le incognite sono tante -  ringrazieremo il tecnico e lo saluteremo senza poter recriminare su uno stipendio immeritato. Però potrebbero anche andare bene: e allora dovremo ringraziarlo due volte...

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