Calciomercato.com

  • Un po' Sacchi e un po' Gasp, come e meglio di Klopp e Guardiola: Nagelsmann è già il futuro del calcio

    Un po' Sacchi e un po' Gasp, come e meglio di Klopp e Guardiola: Nagelsmann è già il futuro del calcio

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Per capire dove andrà il calcio del futuro bisogna guardare nella direzione di Julian Nagelsmann, alla sua gioventù (32 anni), alla sua idea di calcio modulata sul 3-4-3, alla scelta che ha preso quando ha rifiutato la panchina del Real Madrid, nel luglio di due anni fa, dimostrando una lungimiranza che gli fa onore e lo distingue da molti suoi colleghi. Semplicemente ha capito che non era pronto, o forse non era il momento per alzare l’asticella. Ma ci sarà tempo, perché abbiamo a che fare con un allenatore che ha già posto le premesse per lasciare una traccia profonda nel calcio di questi anni.

    Di certo oggi possiamo dire che la qualificazione ai quarti di Champions - con il rotondo 3-0 al Tottenham di Mourinho - spinge questo bavarese che di fatto non ha mai giocato a calcio - ha smesso a 21 anni per colpa di un infortunio al ginocchio - direttamente nell’élite dei grandi tecnici d’Europa. Se Guardiola è un visionario che ha indicato a tutti una terra promessa e ci è andato per primo, se il calcio «metal» di Klopp è il vangelo di questi tempi che impongono di fare tutto in fretta e tutto bene, se Zidane poggia tutta la sua fama sulla straordinaria capacità di gestire i campioni e farli giocare come sanno, se il calcio di Simeone - piaccia o meno - è ancorato a concetti antichi di difesa a oltranza con una riverniciata di modernità; ecco che Nagelsmann si distingue perché riassume un po’ del meglio di tutti loro (pur non essendo ancora alla loro altezza) e lo coniuga con qualcosa che - tutti loro - non hanno più. L’età. Nessuno degli allenatori citati a 32 anni allenava. Klopp è quello che gli si avvicina di più, ha cominciato un paio d’anni dopo rispetto al collega. All’età si abbina l’esperienza maturata in anticipo rispetto a tutti. Sono già cinque anni che Nagelsmann allena in Bundesliga. Quattro stagioni all’Hoffenheim, più questa all’RB Lipsia.

    Il calcio di Nagelsmann si sviluppa con un pressing ossessivo sul portatore di palla avversario, è una sorta di «accerchiamento» che ha come risultato la conquista. Non solo del pallone in quel preciso momento, ma di una porzione di campo che diventa il territorio dove (ri)comincia l’azione. Dall’austriaco Marcel Sabitzer - mattatore della serata di Champions - fino al galiziano Angelino, i nomi-nuovi del suo Lipsia sono giocatori che - più del noto Timo Werner o più del rinato Patrik Schick - impressionano per come sanno replicare in campo i concetti del calcio di Nagelsmann. Aggressività, velocità di pensiero e di piede, qualità nel palleggio. Il giovane-vecchio Julian può ricordare Sacchi in certe sue ossessioni, ha raccontato infatti di quando si sveglia di notte e nel sonno urla alcune indicazioni tattiche che la moglie - la mattina dopo - gli riferisce. E’ stato Tuchel a indirizzarlo al mestiere di allenatore, è Guardiola il collega a cui si è ispirato e certamente ha qualcosa - la grande autostima - del primo Mourinho. Ma se c’è una squadra che somiglia al suo Lipsia - e non soltanto per il 3-4-3 di partenza - è l’Atalanta di Gasperini. Ecco: se vogliamo, Nagelsmann è un Gasperini con vent’anni di anticipo e con un futuro tutto da conquistare.

    Altre Notizie