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    A Lautaro non serve Lukaku per giocare a calcio. Il 'Toro' è l'unica certezza che l'Inter ha in attacco e questi numeri lo dimostrano

    A Lautaro non serve Lukaku per giocare a calcio. Il 'Toro' è l'unica certezza che l'Inter ha in attacco e questi numeri lo dimostrano

    • Pasquale Guarro
    Alla fine è accaduto, nell’anno in cui più gli hanno contestato gol e statistiche, Lautaro Martinez concluderà la stagione con il record personale di marcature stabilito da quando indossa la maglia dell’Inter. L’argentino ha azzerato le polemiche, ha cancellato quanto detto e scritto finora sul suo conto e ha dimostrato che anche senza Lukaku il suo mestiere riesce a farlo benissimo. Una bella rivincita per chi ha dovuto ingoiare i frettolosi giudizi di quelli che riconoscevano ogni merito al belga, anche quelli per l’exploit del “Toro”, in qualche modo favorito dalla sua presenza e dagli spazi che “Big Rom” sapeva aprirgli. Forse la cosa giusta da dire è che il feeling tra i due era meraviglioso e che entrambi hanno fatto il bene dell’altro.

    CRESCITA COSTANTE - La verità è che i numeri di Lautaro Martinez sono ancora una volta più che soddisfacenti, soprattutto se lo giudichiamo per quello che è: più una seconda punta che un bomber puro, uno che con una punta accanto riesce ad esprimersi ancora meglio. E poi c’è un dato che meglio di ogni altra cosa spiega il percorso di questo calciatore: da quando è in Italia, Lautaro Martinez ha sempre migliorato i suoi numeri: 14 gol in campionato nel 19/20, 17 gol nel 20/21 (con Lukaku) e 19 gol nel 21/21 (senza Lukaku), 23 totali in questa ultima stagione. I numeri sono inequivocabili: la crescita del “Toro” è progressiva e costante.

    FISICO BESTIALE - Lautaro Martinez, per chi non lo avesse ancora capito, è una certezza di questa Inter e non solo per il numero di gol messi a segno. Anche dal punto di vista fisico, l’ex Racing, lì davanti, nella rosa di Inzaghi, è l’unico che tiene botta al ritmo indemoniato dei calendari: in questa stagione il “Toro” ha saltato una sola partita per problemi muscolari, quella all’esordio contro il Genoa. L’anno scorso addirittura zero, così come nel 19-20. In pratica Lautaro negli ultimi tre anni ha saltato una sola partita per infortunio. È lampante, tutti i dati dicono che siamo di fronte a un grande attaccante, che può ancora migliorare se lima alcuni suoi limiti mentali.

    L'ULTIMO STEP - Corde che ha saputo toccare Antonio Conte, il primo a capire la sua vera natura. Il tecnico salentino sapeva fargli scaricare ansie e tensioni, con lui Lautaro riusciva ad accettare con maggiore serenità l’astinenza da gol, quei periodi che sono normali per ogni attaccante ma che il “Toro” non riesce a tollerare. Lui è fatto così, senza reti va in escandescenza, piega le spalle e subisce il peso della responsabilità. Regredisce. Se riuscirà a migliorare anche questo aspetto, farà un altro salto avanti, l’ennesimo della sua carriera. Intanto contro l’Empoli si è tolto altri due sassolini dalla scarpa, con due gol che concedono all’Inter il diritto di credere ancora in questa corsa scudetto. Dici poco…
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