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  • Ajax, la bellezza è un'arte o un enigma?

    Ajax, la bellezza è un'arte o un enigma?

    • Federico Zanon
    Vincere non è importante, è l'unica cosa che conta. ​Fatta eccezione per la prima stagione, la Juve di Allegri ha preso alla lettera il motto di ​Giampiero Boniperti, ne ha fatto un credo imprescindibile, mettendo da parte senza troppi rimpianti il concetto di bel gioco. La Juve di Max ha rapidamente imparato a dare la priorità ai tre punti, al passaggio del turno, alla qualificazione, a essere pragmatica più che bella, fino alla fine, perché alla fine, nelle storia, contano i risultati e i trofei e nessuno si ricorda di come sono stati centrati o alzati. Un'impostazione discutibile, che da sempre crea fazioni, da una parte gli amanti dell'estetica fatta a pallone, dall'altra quelli del "fine giustifica i mezzi", un'idea che di certo non appartiene all'Ajax, prossimo avversario nei quarti di finale di Champions League. 

    COME VAN GOGH - Dalle parti di Amsterdam inorridiscono al pensiero di non fare calcio, di non mettere in campo un gioco propositivo. Fin da piccoli, quando entrano al De Toekomst, agli ajacidi insegnano che non conta il risultato, ma come viene raggiunto. Il percorso formativo parte da questo. Giocare male e vincere non è contemplato, una filosofia illuminista, fondata su 4-3-3, a tratti presuntuosa, decisamente soggettiva, che ha saputo resistere negli anni, ha superato un'era di delusioni (quella dei Serero, dei Cvitanich, dei Luque, degli Urzaiz, dei Sulejmani per intenderci), ha lottato per rimanere in vita. L'Ajax è per certi versi il van Gogh del mondo del calcio: ​proprio come il grande pittore forza e piega la realtà al proprio desiderio espressivo.

    RAGAZZA, QUANTO TI PIACI - ​L'Ajax di ten Hag, quella che ha ridicolizzato i campioni d'Europa del Real Madrid, al Bernabeu, quella che nel weekend ha sorpassato il Psv ed è tornata in vetta in Eredivisie, è una squadra che seduce, che incanta. Ammaliante, come una bella ragazza che scopre il suo corpo senza timore di essere giudicata. Una squadra che gioca per divertirsi, con un'infinità di soluzioni offensive, capace di segnare 100 gol in campionato, che scende in campo con la naturalezza, la sfrontatezza e la presunzione di chi non teme nessuno. Per questo motivo a tratti è irriverente, si piace troppo, perde contatto con la realtà. Proprio come una giovane che ha voglia di scoprire il mondo, che fa le cose senza preoccuparsi delle conseguenze.

    DIVENTA DONNA? - Dostoevskij scriveva "la bellezza è un enigma", solo chi vive il mondo Ajax può veramente capire cosa significa il pensiero più dei risultati, le idee più dei trofei. Mercoledì, statene certi, la truppa di ten Hag non cambierà di una virgola: sarà ancora calcio propositivo, gegenpressing, recupero e ripartenze, sempre a caccia del gol. Di fronte però ci sarà la Juve, la Vecchia Signora, contro la quale la bella ragazza dovrà dimostrare di essere donna, di avere qualche capello bianco e qualche ruga in più, di avere la maturità giusta per gestire ogni momento della doppia sfida. Perché vincere non è importante, ma per andare avanti in Champions il bel gioco non è l'unica cosa che conta.

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