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  • Capolavoro di Pioli: niente tracollo, ora oltre a Ibra c'è di più in questo Milan. E il sogno continua...

    Capolavoro di Pioli: niente tracollo, ora oltre a Ibra c'è di più in questo Milan. E il sogno continua...

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    La vittoria più difficile e importante del 2020: così ho definito il successo di Reggio Emilia. Non solo perché ha consentito al Milan di mantenere il primato in classifica proprio nella domenica in cui tutti erano convinti che i cugini dell’Inter operassero il sorpasso. Non solo perché l’ha ottenuta una squadra in totale emergenza a causa dell’insostenibile sequela di infortuni, figlia ovviamente soprattutto delle 22 partite compresse in 4 mesi. Non solo perché è maturata su un campo difficilissimo contro una compagine che ambisce addirittura a posizioni di alta classifica. Non solo perché è arrivata a poche ore dal secondo infortunio muscolare occorso all’insostituibile trascinatore di questa squadra e di questo ambiente, proprio quando stava per rientrare a risollevare il gruppo da un momento di evidente flessione. L’inaspettata vittoria contro il Sassuolo giunta in queste condizioni quasi proibitive è stata soprattutto il successo di Stefano Pioli, allenatore al quale non è mai stata riconosciuta fino in fondo la paternità della metamorfosi rossonera di questo 2020 da record.

    Tutti, io in primis, abbiamo sempre conferito all’arrivo di Ibrahimovic il principale fattore della rinascita del Milan ricordando che un anno fa di questi tempi, con Pioli in panchina e lo svedese ancora in America, il Milan era la squadra che veniva sportivamente umiliata dall’Atalanta di Gasperini. Probabilmente è davvero così e se la coppia Boban-Maldini non avesse insistito per il ritorno di Ibra, il Milan sarebbe tuttora avvolto in quell’avvilente anonimato che aveva caratterizzato l’ultimo lustro rossonero. Ibra è stato ed è l’anima di questo gruppo, in campo e fuori dal campo. È stato il trascinatore e il motivatore folle che ha davvero inclulcato in questo manipolo di ragazzotti il sogno scudetto. Ma la vittoria contro il Sassuolo è simbolica del fatto che adesso oltre a Ibra c’è di più. C’è molto di più. E questo valore aggiunto l’ha portato proprio mister Pioli.

    In silenzio, senza proclami e senza prendersi troppi meriti. Il secondo infortunio muscolare occorso allo svedese proprio mentre stava per rientrare e proprio mentre la squadra reduce da due deludenti pareggi contro Parma e Genoa lo stava aspettando come il Messia, avrebbe potuto minare psicologicamente non solo il sogno scudetto ma anche l’obiettivo Champions League, quello più logico e realistico della stagione. E invece Pioli è riuscito a evitare il tracollo, che sembrava annunciato e che avrebbe potuto concretizzarsi proprio contro il Sassuolo che negli ultimi anni era stato spesso una tappa dolorosissima per la storia rossonera. E invece proprio a Reggio Emilia, dove pochi mesi fa era stato ufficializzato l’inatteso rinnovo di Pioli e la prosecuzione di questo progetto tecnico, il Milan vince una gara che assomiglia a una svolta.

    A differenza di altri allenatori Pioli non si piange addosso per le tante assenze e adatta il piano tattico agli uomini che ha a disposizione. Le capacità tecniche e tattiche del miste emiliano vengono fuori in modo ineccepibile. Il gol fulmineo di Leao passerà alla storia come il più rapido del campionato di Serie A, ma la preparazione che ci sta dietro è la dimostrazione del meticoloso lavoro di Pioli e del suo staff. Proprio quel gol consente al tecnico di sviluppare la strategia di gioco che aveva pianificato a tavolino per bilanciare le pesantissime assenze. Una strategia semplice ma difficile da applicare per una squadra che fino a questo momento aveva sempre impostato un veloce giropalla nella metà campo avversaria. Pioli è stato bravissimo a preparare la partita contro il Sassuolo in modo totalmente diverso per sfruttare le caratteristiche di una prima punta come Leao. Uno che va in difficoltà negli spazi stretti e che ha bisogno di praterie per distendere la sua falcata. A rimorchio di Leao ha mandato prima Brahim Diaz e poi Hauge con l’obiettivo di esaltare negli spazi da contropiede le loro caratteristiche tecniche. Lo spagnolo ce l’ha fatta meglio del norvegese che ha palesato tutti i suoi limiti mentali e di esperienza che ricordano a tutti da dove proviene e quanti anni ha. Anche a coloro che lo vorrebbero vedere titolare inamovibile. In ogni caso il progetto di squadra raccolta e pronta a distendersi in contropiede è risultato vincente e ha consentito al Milan di segnare altri due gol. Uno annullato per millimetrico fuorigioco, l’altro ispirato da Theo Hernandez finalizzato da Saelemakers, che per corsa e continuità di gioco sta diventando imprescindibile. Questa strategia ha ridato sicurezza anche a una difesa falcidiata dagli infortuni, che nelle ultime uscite aveva sbandato troppo incassando più gol del dovuto. E che invece stavolta ha saputo resistere con disinvoltura ai tentativi di rimonta di Berardi e compagni. Insomma la vittoria di Reggio Emilia è stata un capolavoro tattico di Pioli.

    Purtroppo però c’è stato anche il rovescio della medaglia. Infatti sono arrivate altre due defezioni importanti che rischiano di far diventare la gara contro la Lazio un’impresa ancora più impossibile. Fare la formazione mercoledì è come risolvere un rebus. Pioli dovrà schierare più  giocatori fuori ruolo per mandarne in campo 11. Ma ha dimostrato di sapere davvero uscire dalle situazioni più  complicate, apparentemente irrisolvibili. Non a caso lui e il suo Milan sono ancora incredibilmente e meravigliosamente primi. E il sogno sembra destinato a continuare...

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