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  • Chirico: 'Arbitri e VAR ne combinano di ogni, ma si parla solo della Juve. L'insulto di Douglas Costa? Ha fatto bene'

    Chirico: 'Arbitri e VAR ne combinano di ogni, ma si parla solo della Juve. L'insulto di Douglas Costa? Ha fatto bene'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Pronti via, riecco le polemiche. Si è giocato quasi una giornata intera di campionato, più 4 recuperi e tre partite di Coppa Italia, arbitri e varisti ne hanno combinate di ogni, ma di cosa si parla? Solo del fallo di Denswill su De Ligt, motivo del rigore con cui la Juventus ha sbloccato la gara a Bologna.

    Si, la trattenuta c’era, però  - si domandano i soliti polemici - perché la medesima inflessibilità non è stata usata pure per l’intervento di De Sciglio su Barrow? E così Rocchi, dopo quel contestatissimo arbitraggio del 2013 sempre con la Juve dopo il quale venne costretto dal Saxa Rubra Roma Club a chiedere scusa al TG1,  torna a far parte del gruppo di arbitri che si allenerebbe stabilmente alla Continassa insieme alla squadra bianconera,  con Orsato, Mazzoleni, Pairetto e tutti gli altri. Leggende metropolitane, alimentate però da quelli che non ci stanno mai e non perdono occasione per fomentare l’alveare social.

    Al Lecce è stato annullato un gol che grida vendetta, talmente infinitesimale era il fuorigioco di Meccariello (forse, non c’era nemmeno), alla Fiorentina di reti non ne sono state addirittura convalidate due (su quella di Ribery non siamo certi che la palla crossata da Chiesa abbia totalmente superato la linea di fondo, per la solita storia della bombatura), sempre a Bologna non è stato permesso a Ronaldo di fare doppietta per un offside non poi così evidente di Douglas alla partenza dell’azione, però il dibattito è tutto e soltanto sul penalty concesso alla Juve e su quello non dato ai felsinei. Se c’era il primo, dicono, doveva starci pure il secondo. Altrimenti c’è qualcosa che non quadra. 

    Siamo alle solite. E ad orchestrare il casino sono sempre gli stessi personaggi di riferimento da parte di un certo target di tifosi, colleghi capaci di condizionare con maestria l’arcinoto “sentimento popolare”  spacciandosi pure per terzisti, ma insolitamente il loro bersaglio preferito è sempre la medesima squadra, raramente le altre. Non è un caso se, proprio durante la stagione in corso, ci sono state curve che li hanno omaggiati con degli striscioni, proprio perché attaccano sempre “quella squadra lì”.  Colleghi che, con disprezzo, bollano quelli come noi col termine di “tifosi” (che, per inciso, sono coloro in grado di far vivere il gioco del calcio in tutto il mondo), ma poi tifano proprio come noi – seppur in modo subdolo e nascosto – le loro squadre del cuore, dedicandogli talvolta pure dei libri. E come tutti i tifosi, provano fastidio quando vedono gli avversari  più odiati vincere grazie ad un rigore che non è stato invece concesso a chi gli giocava contro.

    Non per fare il “tifoso” a tutti i costi, ma facendo rewind sulle immagini del possibile contrasto tra Barrow e De Sciglio il contatto non si vede. Ma per “quelli bravi” il fallo invece è netto. Sarò cecato io. 

    Un po’ stonata pure la doppia versione di Mihajlovic, prima in campo e poi a Sky. Versione 1, urlata all’arbitro: “Voglio vedere se un rigore così lo daresti pure a noi!”. Versione 2, più soft e al tempo stesso ironica: “Il rigore si poteva dare, non ho problemi. Dovevo aspettare la Juve per avere un arbitro serio”.  Delle due, l’una. Sinisa se lo ricorda Boskov? Rigore c’è quando arbitro fischia.  Stavolta ha fischiato perché c’era. E pur consultandosi col Var, quello su Barrow non l’ha fischiato perché non c’era. “Solito problema” secondo un altro noto esponente del circolo Pickwick dei “preparati”. 

    Stavolta non voglio parlare di Sarri, altrimenti passo poi  per quello che gli rema contro a prescindere, mi limito a dire che doveva fare una cosa sola – vincere – e l’ ha fatta. La Juve a lui è piaciuta per 70 minuti, al sottoscritto solo i primi 20’ del 2° tempo.  Noto poi che utilizzando i giocatori nei propri ruoli naturali, nello specifico Bernardeschi, qualcosa di buono se ne ricava. 

    Chiudo difendendo Douglas Costa dagli attacchi social. Ha risposto male a chi lo dileggiava? Ha fatto bene. A questi signorini, spesso anonimi, convinti si possa scrivere di tutto sui social network in nome di una supposta libertà d’espressione che sfocia spesso in maleducazione spinta, ogni tanto è giusto rispondergli come si meritano. Mi insulti? Ti replico con la stessa moneta. E non ti appelli poi ad uno stile e ad un comportamento civile di cui tu per primo non fai uso. Non è educativo, ma non si può sopportare sempre tutto sperando nell’intervento di qualche fantomatico moderatore, che non c’è mai. 

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