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  • Chirico: 'Su Bernardeschi un rigore come quello chiesto dall'Inter, ma il pavido Rizzoli fa finta di nulla...'

    Chirico: 'Su Bernardeschi un rigore come quello chiesto dall'Inter, ma il pavido Rizzoli fa finta di nulla...'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Stavolta parto dal finale dell’ultima domenica, anziché dall’inizio, ovvero dalla quaterna inflitta da Madama allo Spezia nel giorno del suo 123° compleanno. Perché della partita, e di tutti gli annessi e connessi (CR7 che entra e risolve, Dybala che esce sbuffando dopo 60 minuti di quasi nulla, il 1° gol di Morata convalidato dal Var al sesto tentativo, lo stato di salute della Juve pirlesca) ne ho parlato diffusamente in ben 2 video pubblicati su IlBiancoNero.com e quindi – se siete interessati – vi rimando ad ascoltare quello che ho detto.

    In questa rubrica voglio invece dedicarmi a quanto andato in onda nella serata di domenica su Sky, e precisamente nel Club, trasmissione alla quale ha partecipato il designatore degli arbitri Nicola Rizzoli per chiarire ruolo e utilizzo del VAR, insieme ad alcune recenti decisioni parecchio contestate prese dai direttori di gara.

    Ve lo ricordate Rizzoli arbitro quando, in una partita giocata a Udine, si prese da Totti ben 3 vaffa in sequenza e non estrasse nemmeno il cartellino giallo per ammonirlo? Ecco, l’altra sera al Club, l’attuale designatore ha confermato di essere ancora quello di allora, un pavido. Uno che, quando è messo alle strette, ti dà sempre ragione. Più lo incalzi, più arretra. Era rigore il fallo di Balog su Perisic in Inter–Parma? Certo che si! Ed erano rigori quelli fischiati a favore del Milan prima e della Roma poi durante l’ultimo confronto a San Siro? Certo che no! E il VAR sarebbe dovuto intervenire in tutti e tre i casi? Sicuramente!

    In sintesi: arbitri e varisti, in quelle due partite, hanno sbagliato tutto. Confermato e certificato dal proprio capo. Uno sputtanamento televisivo senza pari, benché l’ammissione di colpa a nome della categoria sia sempre cosa lodevole. Di fatto,però, il designatore ha dato degli incapaci ai propri designati.

    Poi a Rizzoli è stato chiesto di pronunciarsi sul fallo di Faraoni su Bernardeschi in Juve–Verona, ma in questo caso e solo su questo, non essendoci Paratici o nessun altro dirigente juventino che mandasse sms in diretta al conduttore e nemmeno un contraddittorio ficcante come sui precedenti episodi esaminati, ha dato ragione all’arbitro Pasqua, che secondo lui l’aveva valutato come un normale contatto di gioco.

    La dinamica era stata pressoché identica a quella dell’episodio tra Balog e Perisic, ma non importa. Tant’è vero, in nome della famosa “uniformità di giudizio”, i direttori di gara non fischiarono rigore a Torino così come a Milano. In quest’ultimo caso c’è stato però la plateale protesta di Marotta a fine partita, e Rocchi gli ha dato ragione. Se però, egregio disegnatore, lei ammette che quello su Perisic era rigore, non può poi non fare altrettanto per l’episodio su Bernardeschi. Ne va della sua credibilità, perché le immagini sono chiare e lasciano poco spazio alle interpretazioni.

    A Rizzoli è stato chiesto infine di esprimersi sul modo abbastanza discutibile in cui è stato utilizzato recentemente il VAR sui fuorigioco, e se non fosse opportuno introdurre una tolleranza. Per carità, la tecnologia non sbaglia mai! Perché per il designatore nell’offside non esistono i millimetri. “Quando c’è una scarpa in fuorigioco parliamo di almeno 30 centimetri! “ e infatti, a Crotone e col Verona, non c’era nemmeno la punta o il tallone dello scarpino di Morata oltre le fatidiche 2 linee. Le quali, ha specificato Rizzoli, devono essere allineate per stabilire se un calciatore è in gioco oppure no, “se sono distanziate, lo spazio tra loro è di almeno 10 centimetri”. Poi osservi l’azione del gol del pareggio di Perisic col Parma ed hai come l’impressione che fosse più “in gioco” Morata nei casi di cui sopra piuttosto che il croato. O, quantomeno, che potessero essere considerati “in gioco” entrambi. Punti di vista, oltre che criteri di misurazione diversi. Anche ad occhio. 

    Chiudo sollevando un dubbio: fosse arrivato sullo smartphone di Caressa anche un messaggino di Fabio Paratici, Rizzoli avrebbe dato ragione pure a lui?

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