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  • Così Calvo sta cambiando la Juve: la fiducia di Elkann, la scelta di Giuntoli, le tensioni con Allegri

    Così Calvo sta cambiando la Juve: la fiducia di Elkann, la scelta di Giuntoli, le tensioni con Allegri

    • Nicola Balice
    Nel mondo del calcio c'è da una vita, Francesco Calvo. Ma tra Juve, Barcellona, Roma e l'inizio del secondo corso bianconero, si è sempre occupato di altro, considerato com'era un top nel settore del revenue e non solo. Soprattutto, da una vita è conosciuto e stimato all'interno della galassia Exor, al di là delle vicende personali che hanno contribuito alla sua uscita di scena circa otto anni fa. Ed è lui l'uomo scelto da John Elkann in persona per prendere in mano l'area sportiva della Juve da febbraio in poi: archiviata la rivoluzione di novembre con l'uscita di scena di Andrea Agnelli e tutto il CdA, consegnato a Gianluca Ferrero e Maurizio Scanavino le chiavi del governo tecnico per uscire dalla bufera, dopo aver nominato Max Allegri punto di riferimento assoluto dell'area sportiva è poi arrivato il momento di tornare a parlare anche di calcio. Con Calvo, appunto, chiamato a guidare il settore che maggiormente era stato colpito in quei mesi, anche considerando l'inibizione che aveva colpito pure Federico Cherubini.

    TROPPO MAX - Fiducia totale da parte di Elkann, confermata e ribadita anche mese dopo mese, nonostante il crescere di tensioni e l'aumentare delle decisioni delicate da prendere. A cominciare dalla prima, quella che ha visto Calvo dover scegliere l'uomo giusto per il ruolo di direttore sportivo. Un casting attento, continuo, iniziato da febbraio-marzo in poi e passato da una selezione che lo ha visto portare quattro-cinque dirigenti alla “finale”. Scegliendo Cristiano Giuntoli, perché è bastato poco nel ruolo direttore generale per capire quale fosse dal punto di vista suo, condiviso da Scanavino, (quindi della Juve) una delle maggiori criticità del finale di stagione: l'area di comando di Allegri si era allargata forse troppo. Un ridimensionamento imposto gradualmente ma imposto obtorto collo, mal digerito (anzi, mai digerito) dallo stesso allenatore, che più o meno inaspettatamente si è ritrovato a dover essere solo la guida tecnica della squadra dopo mesi trascorsi a salvare tutto il salvabile dentro e fuori dal campo. E la scelta di Calvo, approvata da Elkann, di puntare su Giuntoli senza un reale processo decisionale condiviso da Allegri ha dato il via all'esplosione di tutte le tensioni delle ultime settimane, con una dirigenza spaccata sostanzialmente in due.

    CON GIUNTOLI - Storia di questi giorni la frenata sul fronte Giuntoli ma non il cambio di rotta: o lui o nessuno da fuori, l'alternativa sarebbe la promozione dalla Next Gen di Giovanni Manna al fianco di Federico Cherubini. Con una rinnovata fase di riflessione che sta vedendo indebolirsi la posizione di Allegri, ma anche la revisione delle condizioni già concordate con il ds del Napoli (che ancora non si è liberato) riguardo almeno alla sua squadra di collaboratori: fiducia confermata a tutti i dirigenti attualmente sotto contratto (Manna, Tognozzi, Scaglia, Cherubini), in assenza di posizioni vacanti allora il solo Giuseppe Pompilio potrà seguire Giuntoli mentre restano in stand-by i vari Matteo Scala e Stefano Stefanelli.

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