
Gavillucci: 'Io dismesso con un sms, lotto per tutti gli arbitri. Nicchi? Mi disse che avrei trovato altri hobby'
Secondo Gavillucci, il motivo del suo allontanamento è da individuare nella scelta di interrompere per 5 minuti, per cori razzisti e di discriminazione territoriale, la partita tra Sampdoria e Napoli del 13 maggio 2018, la penultima in carriera per il direttore di gara: "Non voglio crederci, anche se è stupefacente come abbiano cambiato un protocollo Uefa/Fifa dopo l'ultimo Inter-Napoli... Ormai la mano sul fuoco non la metto più su nulla e nessuno. Feci comunque la cosa giusta, questi cori erano vergognosi e dovevano cessare. Lo rifarei altre cento volte".
Non la pensava così, evidentemente, il presidente degli arbitri Marcello Nicchi, che alla richiesta di spiegazioni di Gavillucci ha risposto in maniera gelida: "L'arbitraggio è come un hobby, ora ne troverai altri". Frasi che l'arbitro laziale non ha chiaramente digerito e che sono fra i tanti motivi che lo hanno portato a proseguire la battaglia, di contestazione della sentenza definitiva del Coni sulla sua dismissione, arrivata secondo lui su pressione della FIGC (che si è costituita in giudizio dalla parte dell'AIA: "Il presidente Gravina è una brava persona, ma la sua presa di posizione potrebbe aver spostato alcuni equilibri". Gavillucci dichiara di volersi battere per gli arbitri in generale, una figura che, a differenza di calciatori, allenatori, dirigenti e medici, è precaria, non ha un contratto fissa e alcun tipo di tutela".
