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  • Il disastro della Serie C: non si gioca più, si va in B con il sorteggio. Ma De Laurentiis vuole far saltare tutto

    Il disastro della Serie C: non si gioca più, si va in B con il sorteggio. Ma De Laurentiis vuole far saltare tutto

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Mentre si parla molto - e comprensibilmente, visti gli interessi che muove - della ripresa del calcio di Serie A, c’è un campionato professionistico che vive un piccolo, grande dramma sportivo: la Serie C.

    Chi ha solo un’idea di ciò che è la Serie C, si rende conto di come sia assolutamente inapplicabile il protocollo di sicurezza stabilito per la A e che, successivamente, si cercherà di adottare anche in B. Ritiri blindati per settimane? Controlli medici a tappeto e ripetuti più volte? Spostamenti in totale sicurezza? Tutto impossibile in un mondo che ha 60 squadre ma ogni stagione rischia di perderne una buona parte per motivi finanziari anche adesso che l’attenzione è aumentata. Una realtà nella quale la grande maggioranza dei calciatori guadagna meno di 30 mila euro lordi a stagione, 1500 euro netti al mese insomma.

    In questo marasma, la Serie C ha la fortuna di avere un presidente che conosce il calcio, il mondo e il buon senso: Francesco Ghirelli. Il quale ha deciso, assieme al consiglio direttivo, di prendere l’unica strada che appare al momento possibile: interrompere i campionati. Una scelta che sarà sottoposta il 4 maggio - data simbolica, quella della ripartenza - all’assemblea dei club. Da dirigente esperto, Ghirelli ha scelto anche una strategia che è sì contestabile, ma cerca di salvaguardare il campo e le società, sia di Serie C che di Serie D.

    Il piano è questo. Le prime di ciascun girone, che peraltro hanno anche vantaggi rilevanti in classifica, vengono promosse in B: il Monza di Berlusconi e Galliani (a +16 sulla Carrarese), il Vicenza (a +6 sulla Reggio Audace e a +8 sul Carpi, che ha una partita in meno) e la Reggina (a +9 sul Bari). Le retrocessioni vengono bloccate, mentre sono garantite le promozioni alle 9 capolista dei gironi di Serie D. Questo, se non ci saranno defezioni per cause economiche, determinerà nella prossima stagione tre gironi da 23 squadre ciascuno. Certamente troppe, perché aumenteranno i club professionistici mentre la logica spinge verso una riduzione, ma nell’emergenza assoluta è una controindicazione sopportabile.

    Il vero caso sta nascendo sulla quarta promozione dalla C alla B, che dovrebbe essere determinata dai playoff tra 28 squadre, 9 per ogni girone più la vincente della Coppa Italia. Non potendo esistere un criterio per scegliere, Ghirelli ha pensato al sorteggio, assegnando a ogni club un peso diverso in base alla posizione in classifica. Non è il massimo, ma forse è l’unica soluzione possibile. Anche se questo scatenerà ciò che il presidente federale Gravina vuole evitare, e cioè il ricorso alla giustizia ordinaria. De Laurentiis, proprietario del Bari, ha già fatto sapere che non accetterà una soluzione del genere.

    Sta per esplodere un altro caso, ma se questa strada non va bene, occorre una proposta alternativa: qualcuno ha idee migliori (e ovviamente applicabili?).

    @steagresti
     

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