
Il Milan di Allegri: chi resta e chi può partire
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I MODULI - Allegri nel corso della sua carriera ha fatto della duttilità o meglio dell'adattabilità il suo mantra. Preferisce la difesa a 4 rispetto a quella a 3, ma per mantenere un ottimo equilibrio difensivo non ha esitato a cambiare anche a stagione in corsa. Con questo Milan l'idea base potrebbe partire dal 4-2-3-1 con la variabile 3-4-1-2 da non escludere a prescindere se la tenuta difensiva dovesse entrare in difficoltà.
I PUNTI FERMI - Allegri già da tempo sta studiando la rosa del Milan (era una possibile idea già a gennaio dopo l'esonero di Fonseca) e ha individuato due o tre punti fermi per questa rosa. Il primo è Rafael Leao che però, nella sua visione, dovrebbe giocare molto più attaccato alla prima punta, quasi da spalla offensiva alla Dybala con Higuain o alla Cristiano Ronaldo. Un altro punto fermo dovrebbe essere Maignan perché fra i pali per lui ha pochi eguali e sa trasformarti in assistman verticale coi piedi. Infine Fofana, l'equilibratore che non può e non deve mancare.

I JOLLY - Allegri da sempre adora i jolly tattici, coloro che possono ricoprire più ruoli e adeguarsi nelle situazioni di difficoltà. Basti pensare a come ha trasformato Andrea Cambiaso o Mario Mandzukic alla Juventus per farsi un'idea. In quest'ottica Christian Pulisic potrebbe tornare nel suo ruolo originario da esterno sinistro (accentrando Leao) e soprattutto potrebbe tornare utilissimo Alexis Saelemaekers, non a caso bloccato dalla dirigenza rossonera e non concesso nella trattativa con la Roma in cui ha giocato in questa stagione.
MARCATORI PURI - In difesa spazio a marcatori più puri che potrebbero godere di una linea difensiva piazzata qualche metro più indietro. Gabbia sarà ancora importante, con lui più Pavlovic (cercato anche alla Lazio da Tare) che non Tomori e Thiaw (e quest'ultimo sempre indirizzato verso una cessione).
THEO, CHUKWUEZE E LOFTUS CHEEK - Chi potrebbe partire sono invece gli specialisti che in questi anni hanno avuto un rendimento troppo alterno. Theo Hernandez al top può essere un fattore, ma la fase difensiva non è il suo forte da tempo e avrebbe bisogno di un esterno d'attacco più propenso alla copertura. Ha mercato, non è detto che non parta. Stesso discorso per Chukwueze, che potrebbe continuare a vestire soltanto un ruolo da jolly a gara in corso (quasi come fatto a lungo con Douglas Costa alla Juventus). Infine c'è Loftus Cheek che per caratteristiche potrebbe diventare il Rabiot rossonero, ma i cui problemi fisici oggi non lo possono rendere una certezza e Allegri, in mezzo al campo, ha bisogno di un centometrista che non salta una partita.
I CONTI TORNANO? - Non abbiamo citato Tijjani Reijnders. L'olandese in realtà per Allegri sarebbe anche fondamentale, ma l'allenatore livornese da sempre ha un mantra che porta con sé e che non ha problemi a sbandierare alla stampa: "Sono un aziendalista, ormai le società sono aziende. Serve centrare gli obiettivi, sono numeri". Reijnders è già a un passo dal Manchester City. Questione di conti, appunto, l'importante per Allegri sarà sostituirlo al meglio.
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Per Allegri Theo è uno stopper