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    Inter, è già la "Fatal Bologna". Inzaghi deve gestirsi fra sogno Triplete e necessità di vincere almeno un titolo

    Inter, è già la "Fatal Bologna". Inzaghi deve gestirsi fra sogno Triplete e necessità di vincere almeno un titolo

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Per l’Inter diventerà, se non è già diventata, la “fatal Bologna”. La data da ricordare è questo 20 aprile 2025: 1-0 con sorpresa sbucata dalla giravolta di Orsolini. Tre anni fa era stato il 27 aprile 2022: 2-1 con le firme di Perisic, Arnautovic e Sansone (sul famigerato liscio di Radu…).

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        L’Inter perde il primato solitario in classifica. Il risultato comanda su tutte le valutazioni e le previsioni. Non cambia invece il giudizio sulla prestazione: a parità di sofferenza, ma non di avversario e quindi di risultato finale, si può dire che Inter e Napoli si equivalgono. Solo che Antonio Conte è passato a Monza nel tipico “testacoda” grazie all’1-0 meno eclatante ma più efficace. Invece Simone Inzaghi ha tentato di gestire un pareggio che sarebbe stato comunque positivo, ma alla fine, proprio all’ultimo sospiro, ha perso. Si sapeva che il 33mo turno della corsa scudetto sarebbe stato favorevole al Napoli, sulla carta. Lo è stato anche sul campo.

        Così l’Inter perde il vantaggio, anche di un piccolo punticino. Che sarebbe stato quasi nulla, a cinque giornate dalla fine. Però avrebbe consentito ai nerazzurri di gestire il proprio destino nello slalom del calendario tanto insidioso quanto difficile da pronosticare.

        I giudizi sui singoli non offrono l’opportunità di esagerare con gli aggettivi. Sommer offre sicurezza anche nell’ordinaria amministrazione. Tre caratteristiche differenti dal trio difensivo: Pavard ci mette l’esperienza, Acerbi la stanchezza, Bastoni l’irruenza. L’elenco dei centrocampisti: Darmian si amministra con giudizio, Barella combatte senza tregua, Calhanoglu al solito dà linearità, Mkhitaryan pare imprescindibile ma poi si arrende all’ammonizione, Carlos Augusto soffre con Ndoye ma meno di tanti suoi colleghi. In avanti Lautaro fa il suo, cioè tanto. E Correa anche, cioè poco. Dalla panchina entrano Dimarco, Frattesi e Taremi, per il contributo doveroso nell’ultima mezz’ora. Arnautovic e Bisseck per gli spiccioli dei minuti di recupero. A Bologna i panchinari sono sembrati poco più che trasparenti, ma pronti per il derby di mercoledì, che vale la finale di Coppa Italia.

        L’impressione è che Inzaghi debba gestire il sogno del Triplete, la necessità di mettere in bacheca almeno un titolo e l’evidenza della stanchezza dopo già cinquanta (50!) partite stagionali, un’enormità rispetto alle trentasei del Napoli (33 di campionato più appena 3 di Coppa Italia). Il divario degli impegni è destinato ad aumentare. Invece il vantaggio in classifica è diminuito. Anzi, è stato annullato. Nella “fatal Bologna”…

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