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  • Juve 5, verso la leggenda. Con normalità

    Juve 5, verso la leggenda. Con normalità

    • Luca Borioni
    Non si può dire con certezza che il campionato sia già finito, ma si può immaginare che non sarà più come prima. La puntuale vittoria della Juventus sull'Empoli nell'anticipo abbinata alla caduta del Napoli sul campo dell'Udinese segna una linea di confine che difficilmente la squadra di Sarri potrà superare.

    La Juve ora è a un passo da un'impresa che non può non essere considerata epocale, visto che metterà i bianconeri di Allegri sullo stesso piano di due squadre leggendarie: la stessa Juve degli anni Trenta e il Grande Torino degli anni Quaranta, capaci di vincere cinque scudetti di fila.

    Qualcosa di straordinario, che pure la squadra di Allegri vive nel segno di una clamorosa normalità. Una giornata di allenamento di scarico dopo la gara serale con l'Empoli, il secondo tempo della gara al Friuli visto alla tv. Come aveva anticipato il tecnico: "Sperando che il Napoli perda terreno, come è normale che sia...".

    Qui il discorso si fa spinoso, entra nel merito di un duello che per buona parte della stagione ha visto il Napoli svolgere un ruolo di antagonista credibile, anche temibile. Ma dopo gli ultimi risultati si prefigura uno scenario diverso anche in chiave di corsa alla Champions. In ogni caso Allegri ha sempre professato tranquillità, dall'alto della sua posizione privilegiata, al contrario di Sarri che nell'ultimo sprint si è lasciato andare al fuoco delle polemiche anche a fronte di dati oggettivi: un calendario stabilito con largo anticipo, gli impegni di coppa che determinavano gli anticipi della Juve, oltre all'opinabilità di cosa significhi trarre un vantaggio psicologico presunto dal fatto di giocare prima o dopo i rivali.

    La svolta storica verso il quinto scudetto trova i bianconeri preparatissimi a gestire le emozioni del caso e gli azzurri succubi proprio del saliscendi nervoso, come dimostrano anche i rinnovati impulsi d'ira riscoperti da Higuain contro l'Udinese.

    La prospettiva del quinto scudetto rappresenta in segno di una dimensione che oggi mette la Juve ben al di sopra della concorrenza interna e - risultati stagionali di Champions a parte - sempre più a contatto con le altre grandi d'Europa.

    Il più 6 che esce dalla classifica evidenzia anche uno squilibrio che fino a poco tempo fa si faceva fatica a distinguere nel quadro dei valori espressi dalla classifica. Troppo più solida la corazzatat di Allegri, troppo soggetti a sbalzi umorali gli altri. E pensare che la Juve stessa aveva concesso suo malgrado un consistente vantaggio agli avversari, incappando in un contraddittorio e faticoso avvio di campionato. E pensare che da Inter, Fiorentina e Roma erano spesso giunti chiari segnali di crescita, all'insegna di una vivacità ritrovata e di un possibile rinascimento di tutto il movimento calcistico italiano. Tutto azzerato alla luce dell'alba della classifica, del massimo vantaggio conquistato dalla Juve che avvicina il quinto scudetto su cinque e allontana qualsiasi obiezione. Tale strapotere non giustifica alcuna ipotesi complottista, e questa forse è la notizia peggiore per chi fa la guerra ai bianconeri. Che programmano serenamente e con basso profilo l'ennesimo successone.

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