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    Juventus, più vinci e più perdi valore

    Il modello Juve, basato essenzialmente sulla valorizzazione dello stadio di proprietà, è un progetto che sta ispirando le principali società di Serie A (vedi nuovi stadi allo studio di Milan, Roma e Fiorentina). Vediamo se questa programmazione porta dei risultati economici accettabili e dei ritorni per gli azionisti di riferimento, tenendo presente che il calcio moderno non è più soltanto passione, ma soprattutto consistenti investimenti economici se si vuole primeggiare a livello internazionale. 

    Come indica stamani Il Sole 24 Ore, per la Juventus FC vale la regola del "più vinci, più perdi", commentando i dati di bilancio pubblicati ieri che vedono la società di Torino chiudere il primo semestre 2014 con una perdita di 6,71 milioni di euro

    Se da un lato martedì l'andata degli ottavi di Champions League si è conclusa con la bella affermazione bianconera sui rivali tedeschi, vediamo cosa è successo in Borsa negli ultimi 5 anni, periodo di riferimento ottimale per analizzare i ritorni di una società. 
    Se sul campo la Juventus si è messa in una situazione di vantaggio per la partita di ritorno, purtroppo in Borsa le cose non stanno andando nello stesso modo. In questo periodo il titolo della Juventus è passato da un prezzo di 0,37 euro agli attuali 0,24 con una perdita del 35%, come possiamo vedere nel grafico qui sotto.

     

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    Inutile ricordare che la Juve del 2010 era allenata da Ferrara fino a gennaio 2010, sostituito da Zaccheroni, terminò il campionato settima con 55 punti, eliminata nei gironi di champions da Bayern Monaco e Bordeaux, e in Europa League dal Fulham, mentre la Juve del 2014 allenata da Conte ha trionfato in campionato con il record di 102 punti. 


    Nel medesimo periodo il titolo del Borussia Dortmund è letteralmente volato, passando da 1 euro di gennaio 2010 agli attuali 4 euro. Un progresso del 400%, segno che il calcio può anche essere considerato un business redditizio. Dopo due scudetti di fila conquistati nel 2011 e 2012 e una finale di Champions League persa con i rivali del Bayern Monaco nel 2013, negli ultimi due anni le vespe non stanno particolarmente brillando, né in campionato, né in Champions. 
    Quello che dovrebbe far riflettere ulteriormente è la capitalizzazione dei due titoli, ossia quanto valgono in euro. Per il mercato la Juve vale 240 milioni contro i 370 del Borussia: un vero smacco non solo per gli Juventini, ma per tutto il nostro calcio se si pensa il blasone della Vecchia Signora, considerata la squadra più amata dagli italiani.

     

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    Pensare che in questi giorni circolano sulle agenzie di stampa economiche internazionali (vedi Bloomberg e Reuters) voci di offerte per l'acquisto del Milan che viene valutato dagli 800 fino ai 1000 milioni di euro, e pensare che la Juve ha un valore ed è pari ad un quarto di questa cifra ha del clamoroso, visto lo stato attuale dei risultati sul campo. 
    E pensare che Thohir ha comprato il 70% dell'Inter pagando 250 milioni e accollandosi tutti i 432 milioni di debiti della gestione Moratti
    È poi possibile che il cartellino del fenomeno francese Paul Pogba valga quasi la metà di tutta la società Juventus? 
    Molto probabilmente, per valorizzare il titolo in Borsa e riportarlo a valori più consoni al blasone della società, l'unica soluzione è un intervento più attivo dell'ormai onnipresente Sergio Marchionne, capace di risollevare un'azienda in grosse difficoltà come la Fiat, cresciuta in Borsa negli ultimi 5 anni del 250%

    Attilio Rapaci

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