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  • L'Inter capovolta: Darmian super, Hakimi flop. E Conte rischia di bruciare un altro capitale della società

    L'Inter capovolta: Darmian super, Hakimi flop. E Conte rischia di bruciare un altro capitale della società

    • Luca Fazzini
    Cercasi conferma. Dopo l'ottimo 3-0 sul Sassuolo, l'Inter insegue il bis in una gara che può già valere la stagione: a Moenchengladbach, i nerazzurri si giocano il futuro europeo contro il Borussia. L'obiettivo è ripetere la sfida del Mapei Stadium, palcoscenico dei primi sprazzi di nuova (e vera) Inter. Un'Inter concreta, determinata, cinica, dominatrice. E vincente. Il simbolo è Matteo Darmian, molto più che un jolly. Perché se è vero che all'andata contro il Borussia Conte lo aveva lanciato nella mischia a causa dell'improvvisa (falsa) positività di Hakimi, è altrettanto vero che ora la musica è cambiata. Sei partite di campionato da titolare e una panchina, quella del marocchino, che non può passare inosservata

    SORPRESA DARMIAN - "Hakimi ha potenzialità, ma deve lavorare molto sulla fase difensiva. In Italia ci sono pressioni, aspettative e richieste più alte rispetto a Germania e Premier, soprattutto in squadre come l’Inter" ha spiegato Conte alla vigilia, ribadendo un concetto espresso anche a inizio stagione. Il tecnico conosce le doti tecniche di Hakimi e non nega le sue qualità in fase di spinta. Eppure non bastano. Perché nel suo calcio serve anche altro. Servono esperienza, concretezza, grande corsa e attenzione anche in fase difensiva. Serve tempo, occorre lavorarci quotidianamente. Non è un caso che, su quella fascia, Conte abbia i suoi fedelissimi. Basti pensare a Moses, chiamato in soccorso lo scorso gennaio dopo l'esperienza condivisa al Chelsea. E basti pensare proprio a Matteo Darmian, tra i protagonisti del 3-5-2 contiano nella bella Italia di Euro2016

    RISCHIO - Un jolly forse inaspettato, ma a oggi decisivo. Una vera e propria certezza, che con umiltà e silenzio si è perfettamente calato nella parte, togliendosi di dosso la fastidiosa etichetta di riserva. Giocate semplici, esperienza, attenzione, corsa e pressing: un mix perfetto di tutto ciò che chiede Conte. E la sfida con il Sassuolo ne è il manifesto perfetto: difesa a 5 in fase di non possesso, museruola all'imprevedibile Boga. E quando si ribalta l'azione, ecco spinta e assist per il gol di Gagliardini. Il tutto per soli 2,5 milioni di euro versati al Parma, frutto di un accordo raggiunto lo scorso anno e obbligatoriamente rispettato quest'anno. Cifre decisamente (ed inevitabilmente) diverse dai 40 milioni pagati al Real Madrid per Hakimi. Quella del marocchino non è una bocciatura, ma le due panchine consecutive non possono non far discutere. Perché il caso Eriksen è troppo fresco e resta sotto gli occhi di tutti: un talento sacrificato per le idee di Conte e del suo calcio meccanico, fatto (soprattutto) di corsa e intensità. L'allenatore salentino si prende il suo tempo per lavorare sulle lacune di Hakimi, ma l'Inter ha bisogno di vincere subito. Ecco perché le decisioni di Conte rappresentano una scommessa personale e un rischio alla luce della società, che su Hakimi ha investito cifre notevoli e su Conte ha riposo massima fiducia, assecondandolo poi in fase di mercato. A Moenchengladbach non si può sbagliare, Conte si affida al suo jolly Darmian. 

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