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  • Lazio, Klose da solo non basta più

    Lazio, Klose da solo non basta più

    Spostiamo le lancette indietro di qualche anno. Torniamo all'estate 2011, quando la Lazio allenata da Reja acquista a parametro zero quello che tutt'ora è il suo miglior attaccante, Miroslav Klose. Insieme a lui arriva dal Panathinaikos Djibril Cissé, comprato per 5,8 milioni di euro. Il reparto offensivo, oltre ai due nuovi arrivi, conta sulle presenze del capitano Tommaso Rocchi, di Giuseppe Sculli (ceduto in prestito al Genoa pochi mesi dopo) e del ceco Libor Kozàk

    I PRETENDENTI - La storia dell'attacco biancoceleste è, da quel momento in poi, riassumibile in poche righe. L'anno successivo torna Sergio Floccari dal Parma, non riuscendo ad incidere in maniera sostanziale. Rocchi viene ceduto all'Inter e se ne va pure il mai rimpianto Cissé. L'anno dopo anche "l'uomo di coppa" Kozàk viene venduto all'Aston Villa. Per sostituire i partenti la società di Lotito punta su una serie, neanche troppo lunga, di scommesse: Keita Balde promosso dalle giovanili, El Coco Brayan Perea, Filip Djordjevic. Con le prestazioni di quest'ultimo la Lazio si illude di aver trovato un giusto pretendente al ruolo di centravanti. Fino al gennaio 2015, almeno, quando un brutto infortunio alla caviglia in Lazio-Milan blocca il serbo. 

    UN UOMO SOLO AL COMANDO - Chi rimane, dunque? Sempre lui: Miroslav Klose, una sicurezza per il club e per la Nazionale tedesca. 55 reti segnate con la Lazio in ogni competizione, molte delle quali pesantissime (come quella al primo derby da titolare contro la Roma). Anche nella scorsa stagione il bomber originario di Opole è riuscito ad andare in doppia cifra: 13 gol in campionato e Aquile ai preliminari di Champions League. Unico difetto? La carta d'identità, che reca "9 giugno 1978" come data di nascita. 

    Adesso, alla vigilia di una stagione fondamentale, si ripropone il dilemma. E il centravanti? Per ora il mercato di Lotito non ha alimentato i sogni dei tifosi, con pochi colpi come Hoedt, Morrison e Patric. Di un attaccante neanche l'ombra. Si è parlato di van Persie e di Osvaldo, nomi importanti che per il momento somigliano più a suggestioni. 

    Vero è che le fortune della Lazio di Pioli sono state costruite attorno alla qualità dei trequartisti, degli esterni, delle "mezzepunte". Giocatori come Candreva, Felipe Anderson e Mauri danno imprevidibilità, questo è certo, ma spesso i biancocelesti hanno dimostrato una scarsa vena realizzativa. Partite come quella contro il Milan o contro il Genoa all'andata e contro il Cesena nel girone di ritorno avrebbero meritato ben altri risultati.

    Miro non è infinito. La Lazio necessita di un centravanti. Anzi, lo merita.  

    Mattia Carapelli
    @mcarapex

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