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  • Lotito: 'Quando sono arrivato la Lazio era in coma, ora è come il Bayern. Sono cambiato, su Tare e Inzaghi...'

    Lotito: 'Quando sono arrivato la Lazio era in coma, ora è come il Bayern. Sono cambiato, su Tare e Inzaghi...'

    Il presidente della Lazio Claudio Lotito ha parlato a Sky in vista della sfida al Bayern Monaco: "E' un segnale importante per la società e per i tifosi. Quando sono arrivato nel 2004 trovai una società in coma irreversibile, ora trovo delle analogie con il Bayern Monaco, sana economicamente e al culmine dei risultati sportivi. Ora siamo temuti, stiamo facendo un tragitto che mi auguro poterà altre soddisfazioni".

    Con Tare un rapporto che avanti da tanti anni con grandi successi. 
    "Ho fatto scelte sulle persone, sulle qualità umane innanzitutto. Nella Lazio c'è un modo di pensare che rispettare i ruoli di ognuno, fermo restando che il presidente sono io e l'ultima parola spetta a me".

    Inzaghi: un allenatore che si è sempre tenuto stretto, nonostante rapporti di tensione e grandi risultati.
    "Mai stati rapporti di tensione, ma confronti dialettici sì. Come in una famiglia se ci sono considerazioni da fare è giusto che io le faccia, come se fosse un figlio. Questo vale anche per me, non penso di avere le idee in mano ma credo che tutti devono dare il proprio contributo, in forma non autoritaria ma autorevole".

    Sfida Lewandowski-Immobile: che duello si aspetta?
    "Ho sempre creduto in lui, si è creato un rapporto particolare tra di noi, fuori da quello tra presidente e giocatore. E' uno dei motivi per cui organizzerà una grande manifestazione in una istituzione importante. Mi auguro che questa sera sia una partita all'insegna dei valori dello sport e mi auguro che Immobile meriti sul campo il raggiungimento della Scarpa d'Oro".

    Vede la Superlega come una minaccia per una società come la Lazio?
    "Ritengo che le modifiche dovranno tenere conto della situazione attuale. Mi auguro che si riesca a trovare una soluzione che accontenti tutti".

    E la nuova formula della Champions?
    Non voglio svilire i campionati nazionali, l'incremento della competizione non deve andare a penalizzare la Serie A, anche se la crescita del sistema è sempre un vantaggio per tutti".

    Ora la ricomprerebbe la Lazio?
    "Facendo un ragionamento razionale, viste tutte le problematiche affrontate, ci avrei pensato. Sono abituato alle battaglie, mi piacciono le sfide, quindi da questo punto di vista lo rifarei. Mi stimola, mi dà adrenalina, anche per tutto l'affetto ricevuto dai tifosi, che ora hanno capito cosa vuol dire prendere una squadra dalle ceneri e rifarla da zero. A breve completeremo il centro sportivo e capirete che cosa ha fatto Lotito per la Lazio. Ora la Lazio è un punto di arrivo e non di partenza, tutti vogliono la Lazio perché sanno come è gestita dal punto di vista sportivo e amministrativo".

    Lei è un po' cambiato?
    "Il tempo ti porta a raggiungere certi obiettivi e l'utilizzo della corazza viene meno, quindi serve il fioretto e l'affetto. Questo può avvenire solo se la gente capisce che stai lavorando non solo per il risultato immediato. Questo mi carica di una grande responsabilità, stimolare l'orgoglio dell'appartenenza deve diventare il nostro fiore all'occhiello".

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