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CALCIOMERCATO24 nov 2020, 17:00
Ultimi aggiornamenti: 24 nov 2020, 17:00

Fiorentina, il mental coach Corapi a CM: 'Prandelli rischia di delegittimare i giocatori. La fragilità mentale non esiste'

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Il momento in casa Fiorentina è decisamente complicato: i risultati non arrivano e nemmeno il recente avvicendamento di Beppe Iachini con Cesare Prandelli ha prodotto un effetto immediato. A tutto questo è necessario aggiungere le pesanti dichiarazioni del nuovo tecnico viola, che dopo la sconfitta con il Benevento ha detto: "Questa è una squadra forte ma fragile: se le cose funzionano tutti hanno sicurezza, quando le cose non vanno bene si comincia a parlare di meno e i movimenti sono prevedibili".

Per commentare queste dichiarazioni, abbiamo intervistato in esclusiva Sandro Corapi,mental coach esperto nel lavoro con calciatori ed allenatori, autore del libro “Nella testa del campione” con la prefazione di Simone Inzaghi e creatore dell'app Mentalcalcio.


Dottor Corapi, lei ha un forte legame con il mondo del calcio e dello sport, ci racconti meglio la sua figura.
“Il mio legame con il mondo dello sport nasce vista la mia grande passione per il calcio, insieme a quella per lo sviluppo del potenziale interiore. Sono oltre 40 anni che lavoro su dinamiche relative alla leadership, comunicazione e gestione delle risorse umane, ho un percorso molto lungo in questo campo. Ero manager di un importante gruppo bancario, ma ho mollato tutto per seguire la mia passione, fare formazione e coaching nel calcio. Dopo questa decisione ho avuto l’opportunità di essere contattato dal Direttore Sportivo della Lazio Igli Tare, che mi ha fatto incontrare con Vladimir Petkovic, l’attuale c.t. della Svizzera ed ex allenatore della Lazio. Sono stato il mental coach della Lazio, e li ho preparati per la finale di Coppa Italia contro la Roma del 2013, e da quel momento la mia figura è esplosa, ed ho proseguito un percorso importante, lavorando a stretto contatto con allenatori e giocatori professionisti di Serie A e Serie B”.

Arriviamo al momento di casa Fiorentina, mi piacerebbe commentare con lei le dichiarazioni che Prandelli ha rilasciato dopo la sconfitta con il Benevento
“Io non entro mai negli aspetti tecnici e tattici, però per le parole di Prandelli viene chiamata in causa una figura come la mia. Le parole sono figlie delle nostre convinzioni e dei nostri pensieri, e quando un allenatore, senz'altro in buona fede, esterna certi pensieri rischia di creare molta confusione. In un certo modo si va a delegittimare la squadra da un punto di vista caratteriale, perché l’allenatore, anziché parlare del suo lavoro, parla delle mancanze della squadra. Servirebbe infondere fiducia ai ragazzi, non il contrario. Prandelli ha parlato di fragilità mentale, secondo me non esiste la fragilità mentale, esistono giocatori che non sono messi nella condizione di potersi esprimere al meglio. In questo momento potrebbe essere utile un mental coach alla Fiorentina, perché serve una figura capace di aiutare l’allenatore a livello mentale, esperta nel settore”.

Le riporto anche delle parole di Pezzella, il capitano della Fiorentina, che disse che il gruppo si sentiva responsabile dell’esonero di Iachini. Come giudica queste dichiarazioni? 
“Se Pezzella, che è il capitano, ha fatto queste esternazioni, dobbiamo leggere queste parole. Provo ad interpretarle, c’è sicuramente un malessere verso l’esonero di Iachini; probabilmente c’era un grande legame con l’ex allenatore, e l’allontanamento potrebbe aver fatto assumere le responsabilità alla squadra. L’attuale tecnico deve essere molto bravo, perché deve entrare nella testa di ogni giocatore, resettare e far ripartire con nuove motivazioni, perché si deve sempre guardare al futuro”.

Secondo lei, nel calcio italiano, la figura del mental coach viene sfruttata a sufficienza? 
“Credo che, sotto questo aspetto, il calcio italiano sia indietro di 30 anni. Quando in Italia si capirà che serve una figura diversa rispetto all’allenatore che si occupi dell’aspetto mentale, il nostro sistema sportivo farà un salto in avanti. Basti pensare che in Inghilterra, o in Germania, così come in tutti gli sport americani, la figura del mental coach è molto usata e porta grandi benefici. Nel Borussia Dortmund, per esempio, ogni squadra, anche del settore giovanile ha il suo mental coach”.

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