Milan: Maldini-Fassone, non c'è l'intesa ed è gelo con i cinesi
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Manca solo l'ufficialità, ma non è detto che i diretti interessati la comunichino a mezzo stampa: Paolo Maldini non sarà il nuovo direttore dell'area tecnica del Milan, salvo colpi di scena. Dopo la serie di incontri con l'ad in pectore Marco Fassone e quello in compagnia anche del rappresentante della cordata cinese che rileverà il club, Han Li, dall'ex capitano è arrivato un no alla proposta di guidare il nuovo corso rossonero in coabitazione con l'ex dg dell'Inter e il prossimo ds Mirabelli.
Sin dall'inizio, Maldini ha controrilanciato di fronte alla proposta di Fassone chiedendo un ruolo con poteri decisionali molto più ampi, un ruolo "alla Leonardo" rievocando l'esperienza vissuta al Paris Saint Germain dall'ex giocatore e allenatore del Milan, e di rispondere delle proprie decisioni soltanto alla proprietà, ovviamente dopo averla conosciuta di persona. Richieste giudicate irricevibili da Fassone e che hanno anche provocato l'irritazione del gruppo cinese. Un malcontento derivante dalla scelta di Maldini di rivelare a mezzo stampa le sue perplessità, di chiedere di poter parlare con i misteriosi rappresentati della cordata dando di fatto poco peso al ruolo di intermediario di Han Li. Infine, nonostante la storica bandiera rossonera abbia sempre smentito, esisterebbe una distanza di fondo sull'entità del compenso economico che Maldini vorrebbe guadagnare da dirigente.
Riepilogando, queste erano le funzioni previste per lui nella proposta consegnatali da Fassone:
1) Prendere decisioni dell'area sportiva insieme al ds Mirabelli
2) Definire le linee guida del settore giovanile
3) Prendere parte ad alcune trattative di mercato
4) Rappresentare il Milan nelle sedi istituzionali
5) Gestione dei rapporti tra società e squadra
6) Essere un riferimento per la squadra, presenziando anche agli allenamenti
7) Viaggiare con la squadra in trasferta
8) Ambasciatore del club nel mondo
9) Gestire l'inserimento dei nuovi acquisti
10) Sovraintendere al rispetto del regolamento
Manca solo l'ufficialità, ma non è detto che i diretti interessati la comunichino a mezzo stampa: Paolo Maldini non sarà il nuovo direttore dell'area tecnica del Milan, salvo colpi di scena. Dopo la serie di incontri con l'ad in pectore Marco Fassone e quello in compagnia anche del rappresentante della cordata cinese che rileverà il club, Han Li, dall'ex capitano è arrivato un no alla proposta di guidare il nuovo corso rossonero in coabitazione con l'ex dg dell'Inter e il prossimo ds Mirabelli.
Sin dall'inizio, Maldini ha controrilanciato di fronte alla proposta di Fassone chiedendo un ruolo con poteri decisionali molto più ampi, un ruolo "alla Leonardo" rievocando l'esperienza vissuta al Paris Saint Germain dall'ex giocatore e allenatore del Milan, e di rispondere delle proprie decisioni soltanto alla proprietà, ovviamente dopo averla conosciuta di persona. Richieste giudicate irricevibili da Fassone e che hanno anche provocato l'irritazione del gruppo cinese. Un malcontento derivante dalla scelta di Maldini di rivelare a mezzo stampa le sue perplessità, di chiedere di poter parlare con i misteriosi rappresentati della cordata dando di fatto poco peso al ruolo di intermediario di Han Li. Infine, nonostante la storica bandiera rossonera abbia sempre smentito, esisterebbe una distanza di fondo sull'entità del compenso economico che Maldini vorrebbe guadagnare da dirigente.
Riepilogando, queste erano le funzioni previste per lui nella proposta consegnatali da Fassone:
1) Prendere decisioni dell'area sportiva insieme al ds Mirabelli
2) Definire le linee guida del settore giovanile
3) Prendere parte ad alcune trattative di mercato
4) Rappresentare il Milan nelle sedi istituzionali
5) Gestione dei rapporti tra società e squadra
6) Essere un riferimento per la squadra, presenziando anche agli allenamenti
7) Viaggiare con la squadra in trasferta
8) Ambasciatore del club nel mondo
9) Gestire l'inserimento dei nuovi acquisti
10) Sovraintendere al rispetto del regolamento