Milan, tre anni dall'addio di Berlusconi: due fallimenti e un passato cancellato. Per il futuro c'è un nuovo diktat
DUE FALLIMENTI - Il duo Fassone-Mirabelli, infatti, ha smantellato tutti i segni della vecchia società. Un netto taglio con il passato utile a dare un segnale di cambiamento: la dirigenza, l'area tecnica, il settore giovanile, la comunicazione, la parte legale. Praticamente nulla della storica struttura rossonera è stato mantenuto: Braida, Cantamessa, Gandini, Galli, Tavana. Non c'è più, soprattutto, quell'Adriano Galliani che per anni era plenipotenziario: amministratore delegato, sì, ma non solo. E poi l'identità italiana, a partire dalla proprietà. Una vera e propria piazza pulita che ha però portato, dopo poco più di un anno, a un fallimento.
IDEE CHIARE - Via Yonghong Li, dentro Elliott. Nuovo corso con Gazidis, Maldini e Leonardo, precipitato dopo un solo anno a causa delle tante frizioni tra il brasiliano e Gattuso. La scorsa estate si è ripartiti da Boban, ma il progetto è naufragato ben presto. Intanto, nel corso degli anni, hanno salutato altri elementi legati al vecchio Milan. Per un club che, ora, guarda al futuro con un'idea chiara. Basta bandiere in società: per il futuro spazio a nuove figure, molte straniere (vedi Rangnick) per provare - questa volta sì - a ripartire per davvero.