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  • Milan, tre anni dall'addio di Berlusconi: due fallimenti e un passato cancellato. Per il futuro c'è un nuovo diktat

    Milan, tre anni dall'addio di Berlusconi: due fallimenti e un passato cancellato. Per il futuro c'è un nuovo diktat

    • Luca Fazzini
    "Oggi inizia un nuovo capitolo". Era il 14 aprile 2017, esattamente tre anni fa. A Casa Milan, Yonghong Li dava inizio all'era cinese, una pagina - a posteriori - etichettabile senza dubbio come negativa della storia rossonera. Il giorno prima Silvio Berlusconi aveva firmato - a Palazzo Belgioioso, nel centro di Milano - l'atteso e delicato closing. Finiva un'era lunga 31 anni, fatta di successi e gloria. Riavvolgendo il nastro, di quel Milan non c'è (quasi) più nulla

    DUE FALLIMENTI - Il duo Fassone-Mirabelli, infatti, ha smantellato tutti i segni della vecchia società. Un netto taglio con il passato utile a dare un segnale di cambiamento: la dirigenza, l'area tecnica, il settore giovanile, la comunicazione, la parte legale. Praticamente nulla della storica struttura rossonera è stato mantenuto: Braida, Cantamessa, Gandini, Galli, Tavana. Non c'è più, soprattutto, quell'Adriano Galliani che per anni era plenipotenziario: amministratore delegato, sì, ma non solo. E poi l'identità italiana, a partire dalla proprietà. Una vera e propria piazza pulita che ha però portato, dopo poco più di un anno, a un fallimento.

    IDEE CHIARE - Via Yonghong Li, dentro Elliott. Nuovo corso con Gazidis, Maldini e Leonardo, precipitato dopo un solo anno a causa delle tante frizioni tra il brasiliano e Gattuso. La scorsa estate si è ripartiti da Boban, ma il progetto è naufragato ben presto. Intanto, nel corso degli anni, hanno salutato altri elementi legati al vecchio Milan. Per un club che, ora, guarda al futuro con un'idea chiara. Basta bandiere in società: per il futuro spazio a nuove figure, molte straniere (vedi Rangnick) per provare - questa volta sì - a ripartire per davvero

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