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  • 'Pietruzzu' Anastasi, ti urlavano terrone e tu eri tanto felice di esserlo

    'Pietruzzu' Anastasi, ti urlavano terrone e tu eri tanto felice di esserlo

    • Marco Bernardini
    La memoria e gli affetti possiedono ancora un valore profondo e così i giocatori della Juventus domani sera contro il Parma saranno in campo con il lutto al braccio. Un omaggio senza riserve ad un campione che fu protagonista di una precisa epoca d’oro bianconera. Il medesimo pensiero dovrebbe animare la Federazione e Roberto Mancini, uomo e allenatore sensibile che spesso si lascia andare dove lo porta il cuore. Un tributo dovuto al giocatore azzurro che, con un suo gol su rovesciata, contribuì alla vittoria dell’Europeo dell’Italia di Valcareggi. 



    Se ne è andato Pietro Anastasi, a settantun anni, dopo aver chiesto a sua moglie Anna e ai suoi suoi figli di aiutarlo, tenendolo per mano, a compiere l’ultimo scatto da passeggero su questa Terra per poter raggiungere, senza ulteriori sofferenze fisiche e morali, l’infinito dell’eternità. Una storia, quella di Pietruzzu, la quale è modellata nella creta del calcio ma che possiede i colori e le fragranze di tantissime altre cose. A cominciare dal profumo di mandarini e di arance che lui per sempre si portò addosso e dentro l’anima con orgoglio come segno distintivo della sua Sicilia.

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