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Sarri, quanti errori! Higuain è un ex campione, Kovacic un mezzo giocatore

Sarri, quanti errori! Higuain è un ex campione, Kovacic un mezzo giocatore

  • Giancarlo Padovan
    Giancarlo Padovan
Si mette male. Sarri perde anche dal Manchester United, stavolta in casa e negli ottavi di FA Cup, concede due gol ampiamente evitabili (entrambi di testa), si smarrisce nei dedali di un gioco senza sbocchi, ha uomini fuori forma che,  purtroppo, si ostina a tenere in campo.

Higuain, lento, vago, sempre anticipato, mai un dribbling vincente, è stato di gran lunga il peggiore. Ha avuto due palloni e sul primo (assist di Jorginho) ha tocchettato dopo un buon aggancio in area; sul secondo (cross di Azpilicueta) ha colpito di testa senza marcatura, ma anche senza precisione. Giroud, che in Europa League ha giocato e segnato, non può essere peggio di lui.

Kovacic è un mezzo giocatore. Lo era all’Inter, lo è stato al Real Madrid, lo è con la Nazionale croata dove, al massimo, può fare la riserva. Non ha colpi, non ha passo, non ha classe. Contro lo United è stato nullo. Peggio, se possibile, il suo sostituto, l’arruffone Barkley.

Infine Marco Alonso, un esterno declinante che una volta non sapeva difendere, però almeno attaccava e segnava, mentre adesso non fa né l’uno, né l’altro. Perde palla e avversario come nel primo gol di Ander Herrera.

Vincere giocando undici contro otto non è difficile. Infatti lo United dell’algido Solskjaer, descritto  come se fosse l’erede di Ferguson mentre ne è solo il ventriloquo, ha segnato due gol e giocato di contropiede. Otto giorni fa il Psg aveva banchettato all’Old Trafford riducendo Pogba ad un comprimario. Al contrario il Chelsea, questo Chelsea che ne aveva già presi sei dal City ma aveva almeno vinto a Malmoe, ha esaltato anche il borioso francese. Suo il cross per il vantaggio di Herrera. Suo il raddoppio, su assist di Rashford, a beneficio del 2-0 che ha chiuso la partita all’intervallo.

Eppure se c’era un’occasione per rialzare la testa e cominciare a puntellare la panchina di Sarri  era questa. Domenica c’è la finale di Coppa di Lega e purtroppo l’avversario è ancora Guardiola. Al pari di Sarri, anzi perfino più di lui, temo un altro tracollo e, dunque, la fine dell’avventura del tecnico toscano a Londra. 

Siamo al cospetto di una realtà paradossale: una finale raggiunta dovrebbe essere una conquista e un titolo di merito. In subordine un’occasione speciale (si gioca a Wembley) per vivere un appuntamento con la propria storia personale e quella del club. 
Non so Sarri, ma la società e parte dei suoi tifosi ne farebbe volentieri a meno. La sconfitta non è solo un rischio, ma una quasi certezza e rappresenterebbe la terza caduta in quattro gare tra Premier, Europa League, FA Cup e Coppa di Lega. Il peggio, oltre all’esonero, potrebbe venire da uno scarto ampio, rilevante, umiliante. 

Naturalemte mi auguro di sbagliare. Tuttavia pensare ad un successo del Chelsea mi sembra impossibile.

Nessuna squadra che vada particolarmente male è mai cambiata nel giro di sei giorni.
Nessuna poi che debba affrontare un avversario sorretto da una rosa vastissima, calciatori motivati, un allenatore bravo e vagamente indispettito dalla mancata stretta di mano di Sarri dopo lo 0-6, un ambiente che accarezza la possibilità di accapparrarsi quattro titoli in una stagione sola: campionato, le due coppe nazionali, la Champions League.
Sono convinto che anche Guardiola e il City passeranno momenti grami. Non ora. Perché sono famelici e hanno voglia di azzannare qualcosa, forse qualcuno.

Quali sono le colpe di Sarri?
Schierare la squadra con un sistema di gioco che preveda un solo attaccante può penalizzare. Soprattutto se l’attaccante è l’Higuain di oggi, un campione che sta rapidamente diventando un ex.

La prevedibilità della manovra, con molto possesso e palla sempre scaricata in orizzontale, è  riconoscibile anche per gli allenatori avversari.

Fissarsi su Jorginho è un limite. Sia perchè il giocatore non ha uno spessore da Premier, sia perché ormai tanti lo marcano a uomo.

Irritare la società sostenendo in pubblico le necessità per il mercato di gennaio non è stato strategico. Abramovic è un dittatore. Ti sopporta se vinci, in caso contrario ti annienta.
L’unica speranza, almeno per finire in modo decoroso la stagione, è che al russo, ora riparato in Israele, faccia specie pagare un ingaggio lungo e sostanzioso regalando a Sarri una parentesi di ozio italiano.

Fino al 31’, minuto del gol di Herrera, Chelsea-United è stata una partita equilibrata. Anzi, a creare di più erano stati i blues con David Luiz e Pedro nella stessa situazione, due volte Hazard, una Higuain (il colpo di testa). Ma finito sotto, il Chelsea ha fatto poco. Anzi, più aveva il pallone tra i piedi e meno occasioni produceva. Il raddoppio di Pogba, proprio allo scadere del primo tempo, ha avuto l’effetto della mazzata. 

Il Manchester United, approdato ai quarti di FA Cup, è stato festeggiato dai suoi tifosi come se avesse raggiunto la finale. Guardacaso dove arrivò Mourinho l’anno scorso. Ma questo nessuno se lo vuole più ricordare.  
 

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